GLI STATI GENERALI DELLA CULTURA: IN VALDICHIANA QUALCOSA DEL GENERE GIA C’E’, MA…

di Fabio Di Meo, sindaco di Cetona
Egregio direttore, caro Marco,
vorrei rispondere ad un tuo recente articolo in cui, parlando dell’offerta culturale del territorio, sollecitavi la convocazione degli “stati generali della cultura” per la Valdichiana. Ho capito bene, o ti riferivi ad altro? Nel caso abbia compreso bene la tua proposta, mi verrebbe da risponderti un po’ provocatoriamente che gli stati generali già sono convocati in Valdichiana, lo sono permanentemente e si chiamano “Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano”.
L’idea di una Fondazione Cantiere come motore culturale della Valdichiana ormai è politicamene in campo da un po’ di anni, largamente condivisa, ma stenta a decollare nella sua concretizzazione, pur se a piccoli passi molte cose sono state fatte. Forse è arrivato il momento di fare un salto in avanti.
La parola “Montepulciano” fa troppo “egemonia poliziana”? Bene, cambiamola: sono certo, perché lo conosco, che il Sindaco Rossi non si impunta davanti alle parole, e sulla scelta dell’indicazione “Valdichiana” per un progetto che sia convintamente d’area ci mette la firma.
Della fondazione fanno parte otto Comuni su nove della Valdichiana, l’Unione dei Comuni Valdichiana senese e la Provincia di Siena. La Fondazione si occupa dell’istituto di Musica di Montepulciano, e di sezioni distaccate di esso come quella di Cetona. Cura la stagione teatrale del Teatro Poliziano. Disloca sul territorio spettacoli di altissimo livello durante l’evento Cantiere. Ed oggi può anche organizzare eventi culturali sul territorio.
Le istituzioni sono tutte rappresentate dentro il Consiglio di Indirizzo, e tra i partecipanti ci sono anche soggetti privati che si occupano di cultura o interessati a promuoversi attraverso di essa.
Di cosa altro c’è bisogno per un progetto che può coinvolgere tutta la Valdichiana, tutti i suoi soggetti e le sue infrastrutture culturali?
Basta la volontà sincera di passare dallo spezzatino dell’intrattenimento estivo all’ombra dei campanili, ad un visione d’area, territoriale che, mutuando un vecchio progetto (sarò un nostalgico, ma a me emoziona ancora) ci faccia pensare ad una “città Valdichiana” perlomeno come “città culturale”.
Caro Fabio, io per la verità, nell’articolo sulla conclusione del festival Orizzonti, mi riferivo in particolare a Chiusi e anche la proposta avanzata un anno fa su primapagina era focalizzata sulla cittadina di Porsenna. Ovvio però che qualunque ragionamento sulla politica culturale non possa essere affrontato e risolto dentro il recinto stretto delle mura di una singola realtà. Ben venga dunque un confronto più ampio che coinvolga più comuni (non solo quelli della Valdichiana senese, ma per forza di cose anche quelli limitrofi di altre regioni…). L’importante sarebbe però partire. Cominciare a ragionare. E invece mi pare che pochissimi ne abbiano voglia. Purtroppo.
Concordo con l’impostazione e la visione di Di Meo poichè la cultura ed il suo procedere e le sue finalità non hanno confini di campanile senz’altro. Ma la realtà del territorio non è tutta uguale, non è tutta omogenea poichè in tale territorio hanno pesato e pesano tutt’oggi le zavorre del passato, sia come iniziative sia come visioni generali di tutta una cittadinanza.Il caso di Chiusi a cui faceva riferimento Lorenzoni è emblematico e serve da punto di riferimento di tale ragionamento.Ad un esame non rimproverabile di mancanza di oggettività si vedrà che l’eredità lasciata dalle vecchie amministrazioni sulle quali si è poggiata l’impostazione di riferimento
di chi poteva finanziare le iniziatve, dello sviluppo, dell’apertura verso l’esterno ma soprattutto dell’apertura al mondo che segna ed ha segnato un limite grandissimo al superamento sia delle iniziative cultural musicali, teatrali ,museali,e culinarie-conviviali (fermo restante il fatto che ci vogliono anche quelle) è l’emblea di un metro di ragionamento che non esiterei a definire feudale.Come feudale di concezione è il rapporto che consegna lo spazio pubblico concesso, ai finanziatori, alle categorie economiche ,agli individui singoli che pur con la loro iniziativa perseguono uno scopo lucrativo e d’immagine,che di culturale ha ben poco tranne occasioni uniche ed apprezzabili per la qualità che ci sono state ,se non altro perchè rimestante agli occhi del grande pubblico che rimane catalizzato dalla munificità e non ragionando che il legame che si instaura nel tempo sia di natura espressamente POLITICA. Ed allora quando supereremo questi orpelli -che a ben vedere comunque sono POLITICI, dico POLITICI e ribadisco POLITICI e di chiara interconnessione economica , saremo veramente capaci di una full immersion e tentare di porre in atto tutte quelle iniziative che mettono a frutto tutte le nostre ricchezze contenute dentro la nostra cultura, ma tutto questo deve essere un processo di crescita parallelo liberatorio e progressista, prettamente educativo.
Quella è cultura,non le feste delle contrade che educano i più piccoli
a crescere con orizzonti limitati mentre nel mondo si afferma la globalizzazione(quella positiva perchè esiste anche quella negativa),perchè poi se non si cambia visione delle cose verso i piccoli e che domani saranno cittadini, quelli se vorranno campare dovranno emigrare.Ed alllora dato che nessuno ha il monopolio della verità, io auspico che da certe riflessioni venga fuori un atteggiamento nuovo per davvero fatto soprattutto dalla pubblica amministrazione perchè quello è un ”dovere primario” di saper educare ed amministrare i cittadini nel miglior modo possibile.Ma tutto questo si fa solo se ci si libera dei legacci del passato e se
ci si apre al nuovo. Questo fin’ora non mi sembra che sia stato un percorso batttuto,soprattutto da questa sinistra che è stata prona e continua ad esserlo verso chi tesse le ragnatele perchè anche dopo molto tempo parecchi insetti ci rimangono invischiati e mentre vengono divorati dal ragno sembra loro di aver fatto il loro dovere sociale.Questo è secondo me il grande handicap e limite al quale la sinistra che ha abdicato ai suoi fini è maggiormente responsabile di altri e se non cambia strada viene dissolta come sta infatti a grandi a grandi passi avvenendo. Ed è normale che nascano ”I Grillo”, o no ?