LIBERI E UGUALI, FINE DELLA STORIA. GLI EX PD SE NE VANNO. LA SINISTRA SEMPRE PIU’ POLVERIZZATA. E ANCHE A LIVELLO LOCALE…

mercoledì 14th, novembre 2018 / 18:47
LIBERI E UGUALI, FINE DELLA STORIA. GLI EX PD SE NE VANNO. LA SINISTRA SEMPRE PIU’ POLVERIZZATA. E ANCHE A LIVELLO LOCALE…
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 «Vogliamo rimetterci in discussione in un campo nuovo. Vogliamo costruire una nuova forza della sinistra italiana e, allo stesso tempo, offrire il nostro contributo per riorganizzare, in modo plurale, il campo dell’alternativa alla destra in Italia e in Europa» ha detto Roberto Speranza.

In realtà l’esperimento LEU non ha funzionato. Alle elezioni andò male. Molto male. E nella società ancora peggio. E’ sembrata, oggettivamente, un’operazione verticistica, tutta interna ad un certo ceto politico, fatta per assicurarsi qualche seggio in parlamento. Un’operazione senz’anima e senza prospettiva. Come dentro a Potere al Popolo, anche dentro Liberi e Uguali si è consumata una frattura tra le diverse componenti: quella degli ex Pd appunto come Speranza, D’Alema e Bersani e quella di Sinistra Italiana, ex Sel capeggiata da Fratoianni.

E il nodo sembra essere essenzialmente uno: i primi, ora che il Pd si sta derenzizzando, vorrebbero riavvicinarsi al Pd se non addirittura rientrare all’ovile, soprattutto, appunto, se al prossimo congresso la spunterà Nicola Zingaretti. Insomma quelli di Art.1 Mdp vorrebbero “riconnettersi con il Pd in una rinnovata prospettiva di sinistra che non sia marginale e velleitariamente radicale”, mentre Sinistra Italiana e pure Pietro Grasso la vedono diversamente e non hanno la minima idea di riallacciare rapporti con il Pd, guardando piuttosto ad altre situazioni come il Movimento DEMA del sindaco di Napoli De Magistris

LEU ha sempre detto di ispirarsi a Corbyn, ma a differenza del leader del Labour inglese, ha parlato più ai sui “quadri” che alla gente, ai lavoratori, ai disoccupati, al popolo della sinistra delusa e dispersa…  E la leadership di Pietro Grasso non ha certo scaldato i cuori, come Corbyn…

All’inizio dell’estate Grasso aveva annunciato un congresso fondativo. L’impressione è che ormai non ci sia più bisogno. I 14 deputati rimarranno comunque al loro posto e in parlamento la sigla continuerà a vivere, probabilmente. Le dimissioni per fallimento politico non sono contemplate.

La scissione di Potere al Popolo e ora di Leu, la discesa in campo di De Magistris e anche lo stesso imminente congresso PD disegnano uno scenario ancora più frammentato che alla vigilia delle politiche del marzo scorso. Tra l’altro tra le componenti “scisse” non se le mandano a dire. Non si intravede nulla che possa far pensare, oggi, qui e ora, ad una formazione unitaria a sinistra e neanche ad una formazione unitaria a sinistra del Pd. Roba che Gramsci e Berlinguer si staranno rivoltando nella tomba…

E tutto ciò sembra passare come acqua fresca, nell’indifferenza generale, anche a livello locale. Il Pd non favella su niente di niente. Le formazioni a sinistra del Pd, laddove esistono (qualcuna ce n’è: vedi Possiamo a Chiusi, Progetto Democratico a Castiglione del Lago…), sembrano totalmente assorte in altri pensieri. O in letargo.

Le amministrative di primavera non sono lontane. Il Pd rischia di perdere molti comuni se non tutti. E il soccorso rosso sembra avere tutte le ambulanze fuori uso con gli infermieri che litigano tra loro.

m.l.

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