CHIUSI, QUANDO LA POLITICA E’ LATITANTE

mercoledì 07th, novembre 2018 / 18:02
CHIUSI, QUANDO LA POLITICA E’ LATITANTE
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CHIUSI – C’era una volta la politica. Quella fatta dai partiti e da persone che prendevano cappello sule questioni locali, nazionali e internazionali, perché usava così. Era un modo per sentirsi vivi e partecipi delle sorti del mondo, della società, della città…

Oggi c’è solo un grande silenzio. A Chiusi si è discusso molto, dal 2012 in poi, della Fondazione Orizzonti, del festival estivo, della gestione Cigni e dei bilanci in rosso… C’è anche chi ha chiesto le dimissioni del sindaco e della Giunta e la chiusura della Fondazione stessa. Due giorni fa il sindaco-presidente della Fondazione Bettollini ha ufficializzato la nomina del nuovo direttore artistico, nella persona di Gianni Poliziani, un attore locale, il numero uno degli attori locali, ma anche uno che dichiaratamente alle elezioni comunali ha appoggiato una lista diversa da quella di Bettollini. Una svolta. Una “ripartenza” da ciò che di meglio offre le dispensa di casa, senza guardare troppo alle etichette. O all’appartenenza che negli ultimi anni sembrava essere una sorta di dittatura.  Un motivo a nostro avviso di riflessione. E invece niente, politica totalmente assente su tutta a linea. Nessuno che si fosse fatto vedere alla Conferenza stampa di presentazione: né il Pd, né i Podemos (che Poliziani appoggiò nel 2016), né i 5 Stelle. E nessuno della politica che abbia commentato sui social, come va adesso di moda. Lo hanno fatto abbastanza fugacemente Luciano Fiorani e Paolo Scattoni, il primo dei 5 Stelle e l’altro del Pd, ma nessuno dei due investiti delle prerogative di chi può parlare a nome della propria parte politica. Degli altri, dei rappresentanti ufficiali di maggioranza e opposizione, nemmeno l’ombra. Che deve pensare il povero Gianni Poliziani? Che sarà solo con Bettollini e pochi altri?

A Chiusi si è discusso molto del “progetto Acea” per l’area del Centro Carni, un progetto che prevede il trattamento dei fanghi di depurazione, anche per evitarne lo spargimento in agricoltura. Nei giorni scorsi tuttala stampa nazionale (e anche Primapagina) ha parlato della norma contenuta nel Decreto Genova che favorirà lo spargimento dei suddetti fanghi nei campi e dell’allarme che tale norma ha suscitato tra gli ambientalisti e non solo. Nonostante il gran battage precedente, anche su questo preciso argomento che potrebbe anche rimettere in discussione tutto il progetto Acea, a Chiusi non è volata una mosca. Ne abbiamo parlato noi, su queste colonne chiedendo cosa ne pensassero il Comune, il Comitato Aria, i Comuni vicini, i partiti politici. Niente. Silenzio assoluto. Ci si è accalorati di più per una questione di regolamenti, tempi tecnici di risposta e acceso agli atti… Mah…

C’è stata la chiusura dell’Autogrill di Montepulciano sulla A1, per rischio crollo e l’annuncio che la struttura a ponte rimarrà chiusa per un anno, con conseguenze gravi per più di 40 lavoratori. Si è aperta una trattativa sindacale. Neanche una parola da parte delle forze politiche locali… Speriamo si siano fatte sentire almeno con le maestranze.

Il 31 ottobre si è  votato per il presidente della Provincia. Per la precisione  hanno votato i consiglieri comunali. Ha vinto il candidato del Pd Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino con il 62% dei voti, un po’ più de 55% che il Pd aveva sulla carta. Il capogruppo di Possiamo Luca Scaramelli in un commento su Primapagina si è limitato a contestare l’affermazione che Franceschelli abbia preso anche i voti di consiglieri di liste diverse dal Pd (civiche e di sinistra), lasciando intendere che lui non lo ha votato. Ma si è fermato lì, senza dire altro. Normale? Avrebbe potuto spiegarsi meglio e dire qualcosina in più. Magari poteva essere utile a capire cosa si muove in prospettiva. Se qualcosa si muove.

Ci sono state poi le celebrazioni del 4 novembre per il centenario della fine della Grande Guerra. Una carneficina immane e inutile. Il sindaco ha pronunciato un discorso che ha fatto riferimento anche ai rischi connessi al riesplodere dei nazionalismi, riportando la questione dalla memoria all’attualità. C’era materia per discutere. Invece…  anche qui tutti assenti alle iniziative e nessun commento. Né del Pd, né dei 5 Stelle, né dei Podemos… Il povero Bettollini, ancora una volta, ha dovuto cantarsela e suonarsela da solo, confortato solo dalla Giunta, da qualche consigliere comunale e da associazioni come l’Anpi. E dalla Banda. Per il resto deserto totale e silenzio assoluto.

Infine le elezioni di Mid Term negli Usa, con l’elezione di un bel numero di candidate nere, “native” e “antagoniste”, prima fra tutte la giovane Alexandria Ocasio Cortez, già diventata icona della nuova sinistra americana che non si vergogna affatto a definirsi socialista… Per i Podemos, per esempio, una notizia incoraggiante, di quelle su cui un tempo sarebbero stati affissi i manifesti con su scritto “facciamo come loro!” Nada. Ancora silenzio. Neanche la bella Alexandria è riuscita a tirar fuori i lupi dal bosco…

Su queste colonne Elda Cannarsa ha scritto un bell’articolo sulla street-art e sulla scelta fatta in tante città di utilizzare i “murales” come elemento di recupero di aree degradate o come “galleria d’arte a cielo aperto”, proponendo poi tale forma di espressione per rilanciare Chianciano e Chiusi Scalo. Un’idea come un’altra, che però può essere interessante per dare una “scossa” e un po’ di colore a due realtà un po’ in disarmo… Ci saremmo aspettati anche in questo caso un minimo di dibattito. Qualche considerazione da parte della “politica”. E’ intervenuto il sindaco di Chianciano e con la giunta di Chiusi si è aperto un ragionamento. Ma dalla “politica” intesa come partiti, movimenti, gruppi consiliari, esponenti riconosciuti, niente di niente. Eppure quando scrivemmo che alcuni “graffiti” sui muri dello Scalo potevano far pensare a indicazioni per lo spaccio della droga, venne fuori un discreto putiferio e ci fu anche chi provò a darci lezioncine sulla street-art pensando di saperne più di noi, solo perché magari più giovane e con maggiori frequentazioni di stazioni ferroviarie.

Ecco, non è nostra intenzione dettare l’agenda a nessuno Ma ognuno fa il proprio mestiere. Il nostro è quello di raccontare i fatti, fare domande, porre questioni, fornire interpretazioni. E…  domandare è lecito e rispondere è cortesia, si diceva una volta. Ora invece rispondere è diventato un optional, che non è di serie. E’ la politica che non fa il mestiere che dovrebbe fare. Che latita…

Ci sono esponenti politici locali dei 5 Stelle, per esempio, che sono molto attivi sui social e pubblicano 10 post al giorno su Facebook, ma tutti sempre e solo rilanci di post propagandistici di dirigenti nazionali, parlamentari o ministri in carica. Mai una presa di posizione personale sulle questioni locali. Neanche i turborenziani erano così faziosi da un lato e disattenti dall’altro.

Che la politica sia cambiata non c’è dubbio. Che certe “categorie” e chiavi di lettura del passato non siano più in grado di fotografare il presente è altrettanto indubbio, ma l’assenza totale, ingiustificata, è una carenza oggi, come ieri. Dal letame, cantava De Andrè,  nascono i fiori… dal nulla, come dai diamanti, invece non nasce niente.

Marco Lorenzoni

 

 

 

 

 

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