PRIMARIE PD, IN TOSCANA IL RENZISMO RESISTE: VINCE SIMONA BONAFE’. MA ADESSO TUTTI PREDICANO UNITA’

lunedì 15th, ottobre 2018 / 11:02
PRIMARIE PD, IN TOSCANA IL RENZISMO RESISTE: VINCE SIMONA BONAFE’. MA ADESSO TUTTI PREDICANO UNITA’
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INTANTO IN BAVIERA L’ONDA POPULISTA LA FERMANO I VERDI (CHE SONO LA NUOVA SINISTRA)…

FIRENZE –  Circa 45 mila iscritti, militanti ed elettori del centro sinistra hanno partecipato ieri alle “primarie aperte” per scegliere il segretario del Pd toscano. La sfida era tra la super renziana Simona Bonafè, parlamentare europea ed ex assessore a Scandicci,  e il candidato della sinistra Valerio Fabiani, di Piombino. Ha vinto Simona Bonafè, con più del 60% dei consensi. In Provincia di Siena il 63%. Saràlei a guidare il Pd della Toscana nella prossima campagna elettorale per le Europee e per le amministrative di primavera. 

Il leader dei renziani senesi Stefano Scaramelli ha subito commentato il risultato con una punta di soddisfazione: “A vincere è stato il nostro popolo, il nostro orgoglio e il nostro coraggio. Il coraggio di una #comunità, quella democratica, che si è riscoperta tale e che ha saputo spalancare le porte e aprirsi a 45000 elettori. Nelle #terredisiena vince con il 63%! Adesso serve #unità e umiltà”.

Lontani i tempi dei trionfalismi, del vento che non si ferma con le mani e amenità del genere. Ora, anche Scaramelli applaude, ma la ruspa per asfaltare gli avversari (esterni o interni al partito) l’ha rimessa in garage. E parla di “unità” e “umiltà”, due termini che erano stati cancellati dal vocabolario dei renziani e che ora l’ex sindaco di Chiusi rispolvera e non si fa problemi ad utilizzare come linee guida per la stessa Bonafè. Il messaggio è chiaro ed è rivolto a tutto il partito: non facciamoci del male. Se avesse vinto Fabiani, forse il messaggio sarebbe stato ancora più chiaro e indicativo. Ma la sua era una battaglia oggettivamente impari. E a dirla tutta, forse è andato pure oltre le previsioni.

E sull’unità e la coesione interna punta anche Rosanna Pugnalini, ex sindaco di Sarteano ed ex consigliere regionale, prima di Scaramelli: “Oltre 45.000 coloro che hanno votato, in Toscana, per scegliere il nuovo segretario del Pd. Un risultato non facile né scontato che può darci una spinta positiva. I nostri iscritti e simpatizzanti, nel darci nuovamente fiducia, hanno chiesto maggiore coesione interna e maggiore vicinanza al sentimento e ai bisogni della gente. Dimostriamo di aver capito e mettiamoci subito al lavoro, insieme! Ci serve unità e operatività per essere incisivi nelle immediate scadenze che determinano il futuro della nostra Regione”.

Poi Rosanna Pugnalini, con un “post scriptum”, sottolinea anche un altro aspetto: “Per la prima volta una donna guiderà il Pd toscano, spero che questo sia un primo passo per una maggiore presenza femminile ai vertici del partito. Chissà non possano essere proprio le donne ad imprimere il necessario cambio di passo per riconnettersi con la nostra comunità”.

Certo la vittoria e quindi l’elezione a segretario regionale di Simona Bonafè può essere vista come l’estrema difesa del fortino da parte dei renziani. Come  la riprova provata che in Toscana il Pd è ancora in mano Matteuccio da Rignano e che i suoi colonnelli non intendono mollare la presa. Dopo i disastri elettorali di marzo e delle amministrative successive con la sconfitta a Siena per esempio, l’ala renziana avrebbe forse dovuto fare un passo indietro, mettersi da parte, lasciare spazio a forze nuove. Non lo ha fatto e sentire i renziani parlare adesso di unità, coesione e umiltà stride come il gesso sulla lavagna… Lo stesso Renzi che dice “chi verrà alla Leopolda, per parlare di correnti del Pd, può stare a casa” fa sorridere. Cos’è la Leopolda se non il meeting di una corrente (la sua) del Pd? Perché l’iniziativa, in programma questo fine settimana, è sua, di Renzi, non del Pd.

Intanto dalla Germania, più precisamente dalla Baviera, arriva un segnale forte anche al Pd. Le elezioni regionali di ieri hanno registrato il crollo dei partiti tradizionali Spd e Csu, ovvero socialisti e democristiani ma la destra xenofoba, razzista, antieuropea rappresentata da AfD non ha sfondato e non ha trovato sponde. La Csu resta il primo partito, ma solo al 35%, al secondo posto i Verdi. Ovvero la sinistra pragmatica ed ecologista a sinistra della Spd. I sondaggi danno i “Grunen” in crescita anche a livello nazionale.
E i Verdi propongono una Germania aperta, accogliente e solidale, sono europeisti e anti-populisti, oltre che, ovviamente, ecologisti, ma senza suggestioni anti scientiste o pauperistiche. Insomma una forza progressista moderna, con un gruppo dirigente giovane e rinnovato. Contro la propaganda anti immigrati e anti Europa, la Baviera indica dunque una strada, che non va a destra. In Gran Bretagna lo sta facendo Corbyn con il suo Labour sempre più tornato a fare la sinistra. In Spagna il premier socialista Pedro Sanchez stringe accordi coi Podemos di Pablo Iglesias…

Speriamo che quelli del Pd guardino almeno la televisione. Magari gli viene l’idea di prendere esempio dai ‘Grunen’ bavaresi. O da Corbyn… Se invece continueranno a sognare una soluzione alla Macròn, a primavera potrebbero essere spazzati via, anche nei comuni. In Francia Macron è stato votato per fermare la Le Pen e al momento ha funzionato, ma ha già il fiato corto, perché ha un programma annacquato, contraddittorio, ondivago e per nulla antagonista rispetto al capitalismo e al liberismo sfrenato. E qui sta il nodo…

M.L.

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