CHIUSI: REGOLAMENTO ANTIFASCISTA? E LA DESTRA CHE LO HA VOTATO ABBANDONA BETTOLLINI. E’ LA FINE DI UN EQUIVOCO

mercoledì 17th, ottobre 2018 / 17:42
CHIUSI: REGOLAMENTO ANTIFASCISTA? E LA DESTRA CHE LO HA VOTATO ABBANDONA BETTOLLINI. E’ LA FINE DI UN EQUIVOCO
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CHIUSI – A margine dei commenti sessisti e delle minacce di Casapound all’assessore Sara Marchini, per il regolamento comunale che vieta spazi e strutture pubbliche ad associazioni, gruppi e iniziative di stampo neofascista, razzista, xenofobo, omofobo o semplicemente inneggianti ad atteggiamenti discriminatori per genere o religione, molti sono stati i messaggi di solidarietà pervenuti alla giovane assessora “alla memoria” del Comune di Chiusi,  di cui tutto si può dire, meno che sia un tipo arrogante, intollerante o fuori delle righe. Non ne ha le phisique du role.

Ma tra i tanti commenti solidali comparsi sui social, ce n’è anche uno che invece, al contrario prende le distanze, definitivamente, più che da Sara Marchini, dal sindaco Bettollini. Ed è un messaggio interessante, perché fa giustizia di un equivoco. Sgombra il campo da un alone di nebbia e di fatto “libera” Bettollini da una zavorra. 

Il messaggio in questione lo ha scritto Cosetta Quiriconi già consigliera comunale per il centro destra all’epoca di Ceccobao tra il 2007 e il 2011, la quale accusa il comune di “intolleranza verso chi non la pensa come il Pd” e il sindaco Bettollini di aver preso l’appoggio e i voti della destra, compreso il suo, alle amministrative, per poi mandare quelle persone a quel paese. Non solo:  l’ex consigliera dice anche di avergli fatto la campagna elettorale, a Bettollini, nel 2016, e di sentirsi “tradita” da un sindaco che adesso volta le spalle a chi lo ha sostenuto pur avendo idee diverse dalle sue. Il tutto per il no alla concessione di sale e spazi pubblici a iniziative che si richiamino al fascismo.

“Se comunismo vuol dire questo, fiera di essere fascista”, dice la Quiriconi. La quale evidentemente fa confusione con la storia e la filosofia e anche con le leggi dello stato, che vietano la ricostituzione del partito Fascista, ma anche a propaganda, l’uso di simboli, slogan e linguaggi che richiamino l’ideologia e il regime fascista. Anche fare il saluto romano o ostentare il “me ne frego” mussoliniano è reato. Essere comunisti no. Non lo è.

Ma il nodo che qui vorremmo sottolineare non è questo. Il nodo, è appunto che si è rotto un equivoco. Che a Chiusi – ma non solo a Chiusi – il Pd abbia preso alle comunali un certo numero di voti dalla destra  è un fatto. Si sapeva. Successe anche con Ceccobao e con Scaramelli, prima che con Bettollini. Nel 2016, poi, con la lista di centro destra capeggiata dal mister nessuno Salaris, arrivato da chissà dove, e senza arte né parte, chiaro che la destra vera, quella concreta e legata agli affari e al potere, abbia scelto la sponda rassicurante del potere costituito, la lista che sulla carta garantiva la vittoria ed era, all’epoca, sospinta dal vento renziano e ormai lontana dalla vecchia base comunista: Il Pd e Bettollini, appunto.

Però poi, strada facendo, un po’ per la debacle nazionale del renzismo, un po’ per una serie di “frizioni” con Scaramelli, un po’ per scelta e convinzione, Bettollini ha via via bloccato la barra sempre più a sinistra, almeno sulle questioni di principio, prima fra tutte quella dell’antifascismo e della “memoria condivisa”. La delibera “antifascista” sugli spazi pubblici non è che l’ultimo atto. Quello che ha fatto saltare il tappo e ha costretto certe figure della destra che pensavano di aver trovato una sponda nel decisionista e rottamatore Bettollini a fare un passo indietro. A tirarsi fuori.

Per Bettollini non è una sconfitta. Né una perdita grave. Può darsi che perda qualche voto “ibrido”, ma acquisterà in credibilità, soprattutto verso la sinistra. Parola peraltro che usa sempre più spesso.

E’ una esponente della destra a certificare che Bettollini e la giunta di Chiusi – quindi anche la giovane Sara Marchini, oggetto degli attacchi di Casapound, anche Andrea Micheletti che viene da Rifondazione e da Sel, e anche Chiara Lanari che è di area socialista – non sono più “credibili”, sostenibili o votabili per la destra stessa.

Per chi, come noi, s i è sforzato in questi anni di affermare la necessità di una politica di sinistra anche nelle stanze del Comune, tanto da appoggiare alle elezioni del 2011 la Primavera e nel 2016 la lista dei Podemos, credendo poco ne l Pd, questa è una buona notizia. Ed è la conferma che l’attuale amministrazione, tutto sommato, sta facendo la sua parte e la fa tenendo il timone nella direzione giusta. Almeno sui principi, che non è poco. Ma anche in altri frangenti.

Ora, con l’esternazione di Cosetta Quiriconi, il quadro è più chiaro, è stato ripulito – come dicevamo al’inizio – da un equivoco e da un principio di inquinamento politico.  Sta a Bettollini, a Micheletti e agli altri dimostrare che su questa strada si vuol proseguire. E sta anche all’opposizione di sinistra, ai Podemos, valutare tutto ciò, liberandosi da pregiudizi pregressi e incrostazioni e magari trarne delle conseguenze.

A Castiglione del Lago c’è chi propone al Pd di aprire un tavolo di confronto coi 5 Stelle in vista delle prossime amministrative, per evitare che i  5 Stelle si saldino con la destra fascioleghista.

A Chiusi a primavera non si voterà per il Comune, se ne parlerà nel 2021, c’è più tempo. E’ probabile che da qui ad allora il quadro sia ulteriormente mutato, ma è ipotizzabile, un confronto serio e senza diffidenze tra Bettollini e ciò che resta del Pd da una parte e i Podemos dall’altra, partendo proprio dalla comune matrice antifascista e costituzionale?  Non si voterà per il Comune, quindi dovrebbe essere più facile discutere. Si voterà per l’Europa. E la sinistra da qualche parte e in qualche modo deve ripartire. In altre parti del continente la ripartenza è cominciata. Chiusi, nel suo piccolo, potrebbe provare a dare il buon esempio.

m.l.

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