CHIUSI, IL FRECCIAROSSA ARRIVA, MA VIAGGIA CON 6 MESI DI RITARDO. FERMERA’ SOLO IN ESTATE? BETTOLLINI: “POTEVA ANDARE PEGGIO!”

CHIUSI, IL FRECCIAROSSA ARRIVA, MA VIAGGIA CON 6 MESI DI RITARDO. FERMERA’ SOLO IN ESTATE? BETTOLLINI: “POTEVA ANDARE PEGGIO!”
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LA STAZIONE DI CHIUSI CONSIDERATA HUB STRATEGICO IN CHIAVE TURISTICA PER TERRE DI SIENA E UMBRIA. RILANCIO ANCHE DEI TRENI STORICI…

CHIUSI – Una buona notizia e una meno buona a proposito della fermata di una copia di Frecciarossa a Chiusi. La Buona notizia è che la fermata è confermata ed è considerata “strategica” in ottica turistica non solo per Chiusi e Chianciano, città titolari in compartecipazione della stazione, ma per l’intera Valdichiana, la Valdorcia, le terre di Siena e anche la vicina Umbria. La notizia meno buona è che la fermata a Chiusi non partirà da dicembre, come è sempre stato detto finora sia dagli amministratori che da Trenitalia, ma con… 6 mesi di ritardo. E cioè a giugno 2019. Questo “perché – spiega il sindaco Bettollini in un post su Fb, gli orari dell’alta velocità verranno comunicati a marzo e saranno attivi da giugno. Comunque in tempo per la nuova stagione turistica”. Ma a questo proposito c’è un ulteriore dubbio (cioè una notizia che potrebbe essere anche questa meno buona). Nel comunicato diramato dopo l’incontro che il sindaco di Chiusi ha avuto con l’assessore regionale Ceccarelli e l’Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato Battisti, si legge: “Per quanto riguarda i collegamenti AV, è stato programmato un piano per attivare anche la fermata di Chiusi-Chianciano Terme, come parte integrante nello sviluppo del turismo nazionale, per andare a soddisfare la stagionalità della domanda, dal 9 giugno 2019 per tutto l’orario estivo”. Quest’ultima frase cosa significa che la coppia di Freccia Rossa fermerà a Chiusi solo in estate e autunno, cioè da giugno a dicembre? In tal caso la sbandierata connessione all’alta velocità verrebbe decisamente ridimensionata. E un altro indizio sembrerebbe confermate questa ipotesi. E’ la frase “per soddisfare la stagionalità della domanda”. Come a dire che al di là della stagione turistica la domanda non c’è e quindi non ci sarà nemmeno la fermata. Per lo meno non ci sarà da dicembre a giugno.

Il ritardo non fa piacere, ovviamente. E questa dell’orario estivo è un’incognita da chiarire. Ma Bettollini non nasconde ugualmente una certa soddisfazione. Perché, dice, “poteva andare molto peggio”. “Scrive il sindaco di Chiusi: “Il cambio di governo il cambio dei vertici di trenitalia, i riassetti fisiologici anche organizzativi degli uffici, mi faceva presagire che potevano sorgere problemi. Per questo, insieme all’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, ci siamo voluti recare dal nuovo Amministratore Delegato di Ferrovie Italiane per comprendere lo status del nostro progetto di potenziamento della Stazione di Chiusi rispetto all’Alta Velocità promessa. Vi confesso di aver avuto molta paura di ricevere una brutta notizia”. 

Sembra un po’ il classico meglio un uovo oggi… poi per la gallina vedremo. E l’uovo è la conferma che da giugno la fermata ci sarà e sarà concepita come un hub strategico per tutto il territorio, con l’attivazione di politiche di promozione e di sinergie. E’ la stessa Trenitalia a spiegare:  “Già da marzo 2019 sarà attiva una campagna promozionale a carico della Regione Toscana per una più efficace promozione del territorio e dei collegamenti e per poter ottimizzare al meglio i collegamenti fra le città d’arte di tutta la Toscana, fra le quali Chiusi, la cui stazione è baricentrica nel sistema ferroviario. Chiusi-Chianciano Terme sarà così hub strategico per la connessione anche con la Val di Chiana, la Val d’Orcia, Siena, le terre degli Etruschi e l’Umbria. In questo contesto un ruolo importante lo ricoprirà anche il sistema dei treni storici della Fondazione FS Italiane, già operativo in Toscana sulla linea della Val d’Orcia, da Asciano a Monte Antico e da Siena a Chiusi, con i treni a vapore e le Littorine. Sistema che avrà nello storico elettrotreno Arlecchino un elemento caratterizzante e attrattivo. Fondazione FS Italiane ne sta concludendo il restauro complessivo in un’industria toscana. Arlecchino tornerà nuovamente in servizio per treni turistici e charter a partire dalla prossima primavera”.

Qualcosa si muove. Trenitalia non torna indietro e mantiene la promessa fatta ad inizio 2018. Forse non è esattamente quello che tutti si aspettavano, ma è un passo avanti. Può sembrare (e in prate è), almeno nel breve periodo, un ridimensionamento della realtà rispetto ai proclami, ma il rischio che saltasse tutto, per mutato quadro politico e gestionale, c’era ed era reale. Juri Bettollini tende a pararsi le spalle, ma dicendo questo, non dice una fandonia.

Ora la battaglia da fare da parte delle amministrazioni locali, delle aziende, del “movimento turistico” e non solo dovrà essere quella per superare la “stagionalità della domanda”, ottenere il mantenimento della fermata anche in inverno e poi ottenere magari anche una fermata in più. Per arrivare a ciò c’è una sola strada: dimostrare che il territorio aveva ed ha effettivamente necessità dell’aggancio all’alta velocità e che una fermata a Chiusi non è una forzatura, una lucina fioca nel deserto. Dovrà insomma dimostrare che la domanda c’è. Non solo d’estate e d’autunno.

 

 

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