“ARRESTATECI TUTTI!” CRESCE L’INDIGNAZIONE PER L’ARRESTO DEL SINDACO DI RIACE, ALFIERE DELL’ACCOGLIENZA. IL 7 OTTOBRE LA MARCIA PERUGIA-ASSISI: SOLIDARIETA’ A LUCANO!

martedì 02nd, ottobre 2018 / 18:41
“ARRESTATECI TUTTI!” CRESCE L’INDIGNAZIONE PER L’ARRESTO DEL SINDACO DI RIACE, ALFIERE DELL’ACCOGLIENZA. IL 7 OTTOBRE LA MARCIA PERUGIA-ASSISI: SOLIDARIETA’ A LUCANO!
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PERUGIA – “Hanno arrestato il sindaco di Riace?E allora devono arrestare tutta la Marcia PerugiAssisi”: così Flavio Lotti, del Comitato promotore della manifestazione, durante la presentazione a Perugia della Marcia “della pace e della fraternità” del prossimo 7 ottobre.
Secondo Lotti, l’arresto di Domenico Lucano per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è per Lotti un fatto gravisimo e “vale a spiegare tutte le ragioni profonde per cui siamo qui, con la consapevolezza dei nostri limiti ma per fare la nostra parte”. “Non c’è un problema di criminalità – ha aggiunto – ma un problema di accoglienza se si arriva a criminalizzare chi vuole accogliere”. In tanti, da Beppe Fiorello che tante volte ha interpretato personaggi legati al dramma delle migrazioni, a Gad Lerner (“Il mandato di arresto per il sindaco di Riace è uno schiaffo in faccia a chi pratica il dovere dell’accoglienza e conferma la pulsione fascistoide di cui sta cadendo preda il nostro paese. Solidarietà piena a Mimmo Lucano”), da Saviano ad Arianna Ciccone, organizzatrice del Festival del Giornalismo di Perugia e animatrice del blog Valigia Blu hanno preso le difese del sindaco arrestato.

“È notevole che nella terra della ‘ndrangheta, di feroci criminali a piede libero, arrestano il sindaco che ha creato un modello di integrazione e solidarietà che ha fatto scuola in Europa, da Bruxelles a Cambridge. E che la stessa prefettura nel 2017 aveva elogiato: Un microcosmo strano e composito che ha inventato un modo per accogliere e investire sul futuro: ci sono gli anziani al bar che giocano a carte «sotto una veranda stretta», i bambini a scuola, il parco giochi, un curdo che lavora il legno, le donne al telaio o affaccendate in casa. I terreni per il pascolo degli animali e gli orti terrazzati. Riacesi e rifugiati insieme…”, scrive la Ciccone. 

Salvini invece esulta e si chiede sui social cosa dicano, adesso, “i buonisti alla Saviano”. Il fatto, spiegato anche in un comunicato della Procura che ha disposto l’arresto di Lucano, sembra essere una gestione non proprio trasparente delle pratiche relative all’accoglienza dei profughi, compresi alcuni matrimoni combinati per favorire i ricongiungimenti familiari ecc.., ma non sarebbero emersi elementi gravi di malversazione. Si legge infatti nel comunicato della Procura che “Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini NON SI È TRADOTTO IN ALCUNA DELLE AZIONI DELITTUOSE IPOTIZZATE”. Da qui la sensazione che si tratti di un arresto politico, di un’azione giudiziaria tendente a screditare un alfiere della politica dell’accoglienza e quindi tutta quella politica… E forse in tutto ciò c’è anche l’obiettivo di stroncare un’esperienza che – appunto – stava facendo scuola e che si stava accreditando come un modello da seguire creando condizioni di accoglienza e integrazione dei migranti, al contrario di ciò che vorrebbe invece fare il ministro dell’Interno.

Ci sta che il sindaco di Riace, l’apparato del suo comune e i suoi amici e concittadini abbiano compiuto degli atti con una certa “leggerezza” o spregiudicatezza, ma lo hanno fatto non per lucro, se mai per eccesso di umanità, per facilitare quello che era l’obiettivo: accogliere, integrare, fraternizzare… Ed è questo che a Salvini e ai suoi soci (pare che non si possa dire alleati o sodali, perché quella che è al governo non è una alleanza, ma solo l’espressione di un contratto, come si fa tra due aziende, una joint venture, nulla di più), non va giù. 

Ed ecco che improvvisamente (ma neanche tanto) la Marcia della pace e della fraternità PerugiAssisi del prossimo 7 ottobre trova un elemento concreto e immediato su cui sventolare le bandiere. Un attacco alla politica dell’accoglienza  e della fraternità. L’attacco ad un sindaco “umanitario” in una terra martoriata dalla ‘Ndrangheta. C’è materia per marciare e manifestare e per esprimere solidarietà al sindaco Mimmo Lucano, che nella foto in alto vediamo insieme ad alcuni migranti e a padre Alex Zanotelli, da decenni in prima linea sulle questioni dell’Africa, delle migrazioni, dell’accoglienza.

Alla Marcia PerugiAssisi, che come è noto fu fatta per la prima volta nel 1961 per iniziativa dell’apostolo della non violenza Aldo Capitini e dal 1978 in  poi si è tante volte ripetuta per dire no alla guerra nei Balcani, in Iraq, in Afghanistan, per dire no al terrorismo, sono attesi più di 10 mila giovani, 3.500 dei quali parteciperanno ad un meeting sui diritti umani il 5 e 6 ottobre. Hanno finora dato adesione alla marcia 170 scuole, 250 enti locali, più di 500 associazioni di tutte le parti d’Italia. Previsti più di 400 pullman.

Nel 2015 e nel 2017  la Marcia PerugiAssisi è stata monopolizzata dai 5 Stelle, che scesero in massa a Perugia con Grillo, Casaleggio, Di Maio, Casalino, Toninelli per lanciare la proposta del reddito di cittadinanza…  Per due volte, a distanza di due anni, la marcia vide prevalere il colore giallo. Chissà se il 7 ottobre sarà lo stesso. Ora i pentastellati sono al governo, non più all’opposizione e insieme a loro nel governo c’è Salvini, il ministro che ha esultato per l’arresto di Lucano… Lui di sicuro non ci sarà.

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