LARS ROCK FEST, BUONA LA SETTIMA…

lunedì 09th, luglio 2018 / 16:26
LARS ROCK FEST, BUONA LA SETTIMA…
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CHIUSI – Anche questa edizione del Lars Rock Fest passa in archivio. E sono 7. Il maltempo ha rischiato di far saltare la prima serata e ha disturbato (lievemente) la seconda, ma il festival è andato avanti lo stesso. E si è confermato ancora una volta come un appuntamento rilevante a livello nazionale. Tante le prenotazione nei campeggi, B&B e alberghi arrivate dalle località più disparate della penisola: da Roma a Caserta,  da Gallarate a Matera, da Venezia ad Ancona… e piuttosto nutrita anche la partecipazione dalle città e paesi limitrofi: Montepulciano, Castiglione del Lago, Sarteano, Città della Pieve, Perugia, Orvieto, Arezzo, Siena…  Chiusi con il Lars sta tornando ad essere “attrattiva” come lo era negli anni ’60 e ’70…

Al di là della musica si percepiva, girando tra la folla, l’apprezzamento per la location in generale, per il mercatino del Vinile, vera “chicca” dell’evento, per i banchetti dell’editoria indipendente con libri non banali, fuori circuito; per lo stand dei disegnatori live; per il merchandising delle varie band che si sono esibite sul palco; per i laboratori pomeridiani… e anche – cosa molto importante – per il ristorante e per i piatti che ha proposto, mix tra tradizione gastronomica del luogo e innovazione con attenzione a vegani e vegetariani…  Anche in questo caso roba non banale, non dozzinale. Qualità alta e sensibilità.

Insomma un bel festival come ambientazione e servizi ed effetti collaterali. Sul piano musicale, come abbiamo scritto più volte, le scelte del direttore artistico Sambucari possono piacere oppure no. Di certo propongono, da anni, ormai, una musica che può apparire “di nicchia” e che sicuramente non è quella più commerciale, ma è e resta roba di qualità. E di un certo peso anche a livello sociale e politico. The Pop Group si  è confermato una la band all’altezza della propria fama. I Protomartyr di Detroit hanno portato a Chiusi le sonorità delle nuova scena musicale d’oltreoaceano… I Japandroids, anch’essi provenienti dal continente Americano e per la precisione dal Canada ci hanno fatto capire quale sia il rock di oggi laddove e mode si formano…

Qualche perplessità possono aver destato, se mai, le band di appoggio, quelle di seconda fila… Il tastierista Hailu Mergia, artista eccelso e degno di attenzione per la storia che ha alle spalle, è apparso un po’ fuori contesto, più adatto forse a una serata di Umbria Jazz che al Lars Rock Festival; i Delta Sleep… molto rumore per nulla o poco più…  Indianizer, His Electro Blue Voice e Confrontional nessuno probabilmente se li ricorderà…

Interessante, originale invece la performance disegno-musica dei Becoming X con Newcombe e Boda alla sonorizzazione…. Peccato che l’abbiano seguita in pochi… Ma, naturalmente non è questo il punto. Sulle scelte musicali si può – si potrà – discutere all’infinito e ognuno rimarrà della sua opinione. Forse The Gang of Four, The Wire o i Suns, i Public Service Broadcasting sono stati meglio delle band di quest’anno. Può capitare. L’importante è mantenere la barra dritta sulla strada intrapresa, non abbassare la guardia, tenere vivo il filone… E tutto questo è stato fatto. I messaggi lanciati nelle ultime edizioni dal Lars (attenzione ad un genere che ha segnato un’epoca ed è stato colonna sonora di rivolte politiche e sociali) sono partiti anche quest’anno, sia dal palco dove si esibivano i musicisti sia dai banchetti dei libri, dalle iniziative collaterali… Il Lars non è propriamente un festival “militante”, ma una suo connotazione ormai l’ha acquisita. E non è quella di un qualsiasi festival commerciale o paesano. E’ altro. E’ qualcosa di più e di meglio. Tra l’altro la grande partecipazioni di volontari di provenienza, estrazione sociale, appartenenza politica diversa, ne fa un “unicum” nel panorama locale, che non trova altri riscontri recenti. Ed è anche l’appuntamento più di massa (nel senso reale del termine) che Chiusi possa vantare. In questo senso l’associazione Gec e insieme ad essa la Fondazione Orizzonti e il Comune che vi hanno investito hanno vinto largamente la propria battaglia.

Il festival può crescere ancora? Forse sì, con maggiori investimenti. Ed evitando, per quanto possibile concomitanze e sovrapposizioni di eventi. Potrebbe radicarsi ancora di più se trovasse il modo in una delle serate (o prima o dopo la kermesse vera e propria) di coinvolgere e valorizzare l’humus musicale del territorio, cioè le rock band presenti nella zona, alcune delle quali oggettivamente non molto “inferiori” ad alcune che abbiamo visto sul palco in questa e nelle altre edizioni. Mantenendo naturalmente la barra dritta, senza snaturare il “taglio” dato fino ad ora alla manifestazione.  Ma di questo si potrà ragionare a bocce ferme. Adesso, Sambucari & Friends possono giustamente gioire del successo e prendersi un po’ di meritato riposo.

Nei primi due giorni del Lars si è svolto anche “” a Chiusi Scalo, la festa dei “saldi” dedicata in particolare ai bambini. Si son visti personaggi di Disney aggirarsi per le strade della stazione. E’ stato detto dagli organizzatori che la concomitanza non si è potuta evitare e comunque si è trattato di una iniziativa per un pubblico diverso da quello che ama il rock e il post punk… Per i rockettari the Pop Group e Protomartyr  e birra a go go; per  i bambini, Topolino, Pippo e Paperino… e  pane e nutella… Ci può stare.

C’è stata, sabato 7, anche la mega festa privata del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro nella sua azienda agricola San Giobbe, al confine tra Chiusi, Montepulciano e Castiglione del Lago, ma in terra castiglionese, con 40 minuti di fuochi artificiali e il concerto di Max Pezzali (ex 883). Anche lì mancava solo l’uomo ragno… Qualcuno lo aveva ucciso, chi sia stato non si sa, forse quelli della mala, forse la pubblicità…

m.l.

 

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