HO VISTO UN FILM: “COSE DELL’ALTRO MONDO”, OVVERO SE GLI IMMIGRATI SPARISSERO TUTTI DI COLPO…

giovedì 05th, luglio 2018 / 17:58
HO VISTO UN FILM: “COSE DELL’ALTRO  MONDO”, OVVERO SE GLI IMMIGRATI SPARISSERO TUTTI DI COLPO…
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Ieri sera non c’erano partite dei mondiali e facendo zapping davanti al televisore. mi sono imbattuto in un film di qualche annetto fa, su Iris, canale 22. Un film del 2011, non vecchissimo. Ma che sembrava fatto apposta per inquadrare un po’ meglio la discussione in atto in queste settimane sui migranti, la chiusura dei porti, i rifugiati, Salvini salvatore della patria. Probabilmente la messa in in onda da parte del canale di proprietà Mediaset non è stata del tutto casuale. Tempestiva direi.

Il film in questione era “Cose dell’altro mondo” di Francesco Patierno, con Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea e Valentina Lodovini. Una commedia all’italiana, anzi una “favola” dei giorni nostri, ma raccontata in modo non proprio politicamente corretto. E a tratti oltre a far ridere, fa anche pensare, riflettere e pure un po’ incazzare. E infatti quando uscì, 7 anni fa, il film fece incazzare parecchi, divise la critica. Ci fu chi  lo esaltò come “uno dei migliori film italiani degli ultimi anni” e chi invece lo bocciò senza appello perché dava un’immagine negativa di una parte del Paese, certe regioni del nord Italia e di certe forze politiche (la Lega), o perché non riusciva ad essere né comico, né politico. Di sicuro non è un “filmone” di quelli che restano scolpiti nella stria del Cinema. Ma è un film che si fa guardare. E che di questi tempi può risultare addirittura illuminante.

I personaggi sono stereotipi. Forse un po’ “caricati”. Ma non lontanissimi dalla realtà. Abatantuono è Mariso Golfetto, un ricco imprenditore del nord est, per la precisione di Treviso, che non sopporta i neger extracomunitari, compresi gli operai extracomunitari del suo complesso industriale… Da una tv locale lancia messaggi bellicosi, che quelli di Salvini, ora che è ministro dell’Interno, sembrano acqua di rose… Come molti imprenditori ha il portafogli gonfio e ha pure un’amante: di colore. La figlia, Valentina Lodovini, aspetta un bambino da un operaio della fabbrica di famiglia, immigrato e di colore pure lui… Mastandrea è un poliziotto, con una madre anziana e sciroccata che ha bisogno della bandante 24 ore su 24 e ha come capo un commissario indolente, e irritante… Nel mezzo tanti tipi del nord est fascio-leghista e razzista come il tassista che di notte va a fare le ronde con la mazza…

Il film è una “if comedy”, cioè una di quelle commedie basate sul “se succedesse che…” E infatti, mentre il bellicoso e razzista Mariso Golfetto in un’intervista televisiva propone un’ epurazione di massa degli immigrati, una violenta tempesta si scatena sulla città. E l’indomani mattina degli immigrati non vi è più traccia. Spariti nel nulla tutti. Uomini, donne, bambini. Spariti gli alunni delle scuole, gli operai delle fabbriche di Golfetto di e di tutte le altre fabbriche del nord est, sparite le badanti, i dipendenti del comune addetti alla raccolta dell’immondizia, i lavoratori delle stalle e aziende agricole, perfino il 70% dei carcerati di origine non italiana autoctona. E così ognuno deve fare i conti con la nuova realtà: la produzione impossibile da portare avanti, le stalle senza chi governa il bestiame, gli anziani senza più l’aiuto del collaboratore domestico; la spazzatura che rimane per le strade… E il feroce Golfetto anche senza l’amante nigeriana, sparita pure lei come tutti gli altri…

Il film alla fine rimane sospeso, non offre soluzione al dilemma “e adesso chi li fa i lavori che facevano loro?”, ma scorre veloce, tra sarcasmo, ironia e “tirate” istrioniche politicamente scorrette, a tal punto da suscitare ilarità, ma anche ribrezzo.  Non è un film ideologico o partigiano, usa più l’imbarazzo che l’ideologia per descrivere un paese alla deriva, anche nella parte più ricca e laboriosa… E il film contiene anche un altro messaggio: quello che certe figure restano invisibili fin quando non scompaiono e vengono a mancare. Lì, in quel momento ci si accorge del loro valore, del loro peso sociale…

Ha 7 anni “Cose del’altro mondo”, ma sembra girato nei dintorni di Pontida domenica scorsa… Spero che ieri sera, data l’assenza di partite di calcio dei mondiali, l’abbiano visto anche i sostenitori dell’attuale governo, quelli di storica fede leghista, i pentastellati, e coloro che dopo aver votato per decenni a sinistra sono rimasti folgorati da Di Maio e Salvini e ora inneggiano al ragazzo della ruspa che si fa rispettare in Europa (sempre che sia vero). L’ho già detto: non è un film “militante”, è una commedia, leggera, una favola senza lieto fine, ma anche senza una fine macabra. Oggi, con il senno di poi, verrebbe da dire però che il film di Patierno ha messo i pedi nel piatto con largo anticipo. Una risposta data in anticipo a chi dice rimandiamoli tutti a casa loro. Già. Fosse facile. E poi chi li fa i lavori che fanno gli immigrati?

m.l.

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