FRODE FISCALE SUI CARBURANTI, CONCLUSA L’INDAGINE DELLA PROCURA DI PERUGIA, MAURO OLIVI VERSO IL RINVIO A GIUDIZIO

martedì 17th, luglio 2018 / 18:20
FRODE FISCALE SUI CARBURANTI, CONCLUSA L’INDAGINE DELLA PROCURA DI PERUGIA, MAURO OLIVI VERSO IL RINVIO A GIUDIZIO
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PERUGIA –  Chiusa dalla Procura di Perugia l’inchiesta sulla presunta frode fiscale che ha visto coinvolte 23 persone e ben 15 ditte. Fra questi c’ il noto imprenditore della Val Nestore Mauro Olivi, titolare della ditta Olivi Gas.

Good Platts, il nome dato all’operazione che ha visto protagonisti gli uomini delle Fiamme Gialle. Si parla di una frode da 25 milioni di euro, che ha avuto per protagoniste le pompe di benzina. Gli investigatori sono convinti che Olivi sia l’anello di congiunzione tra due associazioni per delinquere finalizzate alla truffa. Le imputazioni raccontano di Iva non pagata allo Stato a fronte di migliaia di ettolitri di carburante, utilizzando un vecchio trucco: quello delle “Società Cartiere”, che hanno permesso a molti di questi signori di acquistare in Slovenia e Croazia il carburante, per poi rivenderlo a società teste di legno in Italia. Il guadagno che gli imprenditori ne ricavavano veniva depositato in conti svizzeri. Questo dicono gli inquirenti.

Un «ingranaggio fondamentale dell’oliato congegno tramite il quale è stato immesso nel mercato umbro carburante a prezzo fuori mercato». Così il Pm ha definito Mauro Olivi.  “Le accuse iniziali sono rimaste invariate rispetto a marzo quando scattarono gli arresti”,  ha sottolineato il legale di Olivi, l’avvocato Fernando Mucci  che ha aggiunto: “Il mio cliente ha agito come qualsiasi buon commerciante acquistando la benzina al prezzo migliore possibile per poi rivenderla attraverso le cosiddette pompe bianche ossia quelle a marchio meno famoso”.

C’è però solo un particolare non proprio trascurabile, quell’Iva non pagata all’erario. Ci mancherebbe che uno non debba poter comprare al miglio prezzo, sarebbe la fine del libero mercato. Da quanto è trapelato, Mauro Olivi si è rifiutato di sottoporsi all’interrogatorio che il pm Manuela Comodi aveva predisposto. Ora pare proprio che tra pochi giorni Olivi riceverà la richiesta di rinvio a giudizio.

«Nel prendere atto dell’intervenuta notifica, quale atto dovuto, dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari – dichiara in una nota della propria difesa legale – la Olivi Spa rivendica l’infondatezza delle accuse elevate a suo carico e la piena legittimità del suo operato avendo, nel corso degli oltre quaranta anni di attività nel settore umbro e nazionale degli oli combustibili, informato il proprio contegno alla puntuale e rigorosa osservanza delle disposizioni di legge vigenti in materia».

Renato Casaioli

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