CHIUSI, SI RIVEDONO GLI OPERAI. ALLA METALZINCO I LAVORATORI TORNANO A SCIOPERARE

venerdì 29th, giugno 2018 / 16:36
CHIUSI, SI RIVEDONO GLI OPERAI. ALLA METALZINCO I LAVORATORI TORNANO A SCIOPERARE
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CHIUSI – Erano anni che davanti ai cancelli di una fabbrica non si sentiva risuonare quella parola: Sciopero! E’ successo ieri, alla Metalzinco di Chiusi, dove le maestranze hanno proclamato e attuato le prima 4 ore di astensione dal lavoro dopo la rottura delle trattative con la proprietà su alcune vertenze compresa quella sulla stabilizzazione dei lavoratori atipici e sul premio aziendale ad essi spettante…

“Non avendo avuto risposta a richieste di incontro ufficiali e a contatti informali – dicono i rappresentanti della Fiom– Giovedì 21 giugno, durante l’assemblea indetta congiuntamente dalle sigle FIOM e NIdiL, le maestranze tutte hanno deciso lo stato di agitazione ad oltranza con il blocco degli straordinari e delle flessibilità, oltre ad un primo pacchetto di 12 ore di sciopero. Oggi la sfida non è tanto rinnovare il premio di risultato e portare a casa un nuovo contratto aziendale che dia risposte a tutti i lavoratori, somministrati e diretti” – concludono le organizzazioni sindacali – “ma ottenere il rispetto dei diritti, la stabilità lavorativa, la correttezza delle retribuzioni e soprattutto il miglioramento della sicurezza sul luogo di lavoro”. Allo sciopero hanno partecipato sia i lavoratori “diretti” che quelli “somministrati” con contratti atipici. In assenza di risposte da parte dell’azienda, lo stato di agitazione perdurerà, con con l’indizione di nuovi scioperi ed iniziative.

La cosa nuova e interessante è che in questo caso l’iniziativa di lotta riguarda soprattutto i lavoratori atipici, i precari, ma vede coinvolti e partecipi anche i lavoratori stabilizzati. Un segnale di solidarietà di classe. Un modo per dire che i lavoratori sono tutti uguali e devono essere ugualmente tutelati. Che i diritti riguardo al salario, ai premi di produzione, alle condizioni di lavoro debbono essere gli stessi…  Dalla Metalzinco (Gruppo Del Carlo) arriva dunque un messaggio forte anche al nuovo Ministro del Lavoro e ai suoi sostenitori. Certo, la Metalzinco non è l’Ilva. Si parla di qualche decina di lavoratori. Ma a Chiusi e nella zona è una delle poche realtà industriali rimaste aperte e attive. Ed è pure un’azienda insalubre di prima classe, insediata nell’area produttiva contigua a quella del’ex Centro Carni su cui dovrebbe sorgere il discusso impianto Acea. Gli operai hanno riacceso i riflettori su una realtà che sembrava destinata a rimanere sottotraccia.

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