PRONTO SOCCORSO CITTA’ DELLA PIEVE: IL COMUNE SI COSTITUIRA’ IN GIUDIZIO CONTRO LA REGIONE. CONFLITTO ISTITUZIONALE SENZA PRECEDENTI

PRONTO SOCCORSO CITTA’ DELLA PIEVE: IL COMUNE SI COSTITUIRA’ IN GIUDIZIO CONTRO LA REGIONE. CONFLITTO ISTITUZIONALE SENZA PRECEDENTI
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CITTA’ DELLA PIEVE – La notizia era nell’aria e l’aveva data per primo il segretario del circolo Pd di Città della Pieve (centro storico) Fausto Chionne in un commento su facebook. Ora è certificata: L’Amministrazione Comunale di Città della Pieve si costituirà in giudizio al Consiglio di Stato a sostegno della sentenza del TAR dell’Umbria che ordina la riapertura del Pronto Soccorso di Città della Pieve, e contro l’impugnazione presentata dall’Azienda USL e dalla Regione. “Il Pronto Soccorso  – spiega il Comune – è un servizio essenziale ed imprescindibile da sempre richiesto da questa Amministrazione e rimane obiettivo prioritario per questa comunità a protezione del diritto alla salute di ogni cittadino”.

Siamo dunque alla carte bollate. E al muro contro muro tra Regione e Comune. Dopo qualche titubanza il sindaco Scricciolo e la sua giunta hanno deciso da che parte stare. Hanno scelto di stare dalla parte dei cittadini e del territorio, dopo che prima la Asl, poi la Regione hanno deciso di fare ricorso contro la sentenza del Tar che ordinava la riapertura del Pronto Soccorso, in quanto servizio essenziale, per di più in zona periferica e disagiata. Si apre dunque un conflitto istituzionale senza precedenti, almeno nella zona, e anche un conflitto politico interno al Pd, essendo sia la giunta regionale che quella comunale di Città della Pieve espressione del partito che attualmente è “retto” dal vicesegretario Maurizio Martina. Sia la Asl 1 che la Regione impugnando la sentenza del Tar nonostante l’invito del sindaco a soprassedere, si sono messi di fatto contro le indicazioni di quella che è l’autorità sanitaria nel territorio pievese: il sindaco.

E’ un fatto rilevante sia sotto l’aspetto politico che sotto l’aspetto giuridico-amministrativo. Ed è anche una fotografia impietosa e drammatica dello scollamento, della distanza tra “potere regionale” e territorio. La decisione di Scricciolo & C. di costituirsi in giudizio e di sostenere la sentenza del Tar, è d’altro canto, una precisa scelta di campo. Non un semplice atto dovuto, perché dovuto non era. E siccome all’inizio di questa vicenda (la riconversione dell’ospedale) Comune e e Regione erano sulla stessa lunghezza d’onda, è evidente che si è rotto un equilibrio, che è cambiato e sta cambiando  la scenario. E che anche il Comune di Città della Pieve “certifica” come Asl e Regione abbiano agito con arroganza e disprezzo delle indicazioni della comunità locale.

Per una classe politica – peraltro travolta dai recenti risultati elettorali – questa è la peggiore delle accuse. Marini e Barberini do you understand?

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