NASCE UN VIDEOGIOCO SUGLI ETRUSCHI, DENTRO C’E’ ANCHE CHIUSI

NASCE UN VIDEOGIOCO SUGLI ETRUSCHI, DENTRO C’E’ ANCHE CHIUSI
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Si chiama Maurizio Amoroso, ha 45 anni, vive a Firenze. e dirige la Entertainment Game Apps, Ltd, una azienda che inventa e produce videogiochi.  Da qualche tempo, essendo appassionato di storia, ne ha sfornati alcuni sul Medioevo, sulle Repubbliche Marinare, sulla via Francigena… Adesso ne sta realizzando uno dedicato alla civiltà etrusca.  E per farlo ha lavorato in 40 musei della Toscana, del’Umbria e del Lazio, compresi 6 musei nazionali.

Mi Rasna – Io sono etrusco, con l’ambizioso obiettivo di “raccontare la storia e l’archeologia attraverso il gioco”.

“Non pensavo che il gioco avrebbe riscosso così tanta partecipazione da parte dei direttori dei musei. Ho trovato entusiasmo da parte loro, voglia di partecipare e disponibilità ad agevolare iter amministrativi che senza la loro collaborazione sarebbero stati estremamente macchinosi e costosi. Sono entrati a far parte del progetto tutti i musei che abbiamo contattato, pubblici e privati, comunali e statali”, dice Amoroso. Che poi spiega come i suoi videogiochi abbiano anche fondamenta scientifiche e un certo rigore storico garantito dalla collaborazione di esperti:  “Questo è il nostro quarto videogioco, e ogni volta che partiamo, per prima cosa mettiamo insieme un team di esperti che collabora con noi in tutto, dalla struttura del gioco alla stesura dei testi, fino alla realizzazione dei disegni. Per questo progetto l’archeologa che ci guida è Francesca Pontani, un’amica e collaboratrice, egittologa ma ‘cittadina d’Etruria’, esperta di webmarketing, storyteller e blogger. Abbiamo poi siglato un protocollo d’intesa con il Museo Etrusco di Villa Giulia per poter contare sulla loro collaborazione scientifica e la supervisione su tutti i contenuti. Il titolo è “Mi Rasna”.

Si tratta di un gioco di ‘strategia gestionale’: “il giocatore, nei panni di un magistrato locale, dovrà amministrare le risorse economiche della propria città etrusca e farla prosperare attraverso il reperimento di materie prime e una fitta rete commerciale. Per questo serviranno monete d’argento, che si potranno ottenere risolvendo mini-giochi a contenuto storico oppure acquistandole con transazioni in app. Il gioco è articolato in cinque livelli, che corrispondono alle epoche in cui è scandita la civiltà etrusca (villanoviana, orientalizzante, arcaica, classica, ellenistica), dalla nascita delle città alla conquista romana, e i tratti caratterizzanti di ogni epoca sono ricostruiti in maniera fedele dal nostro team di esperti. Credo che il vero punto di forza di questo progetto sia proprio l’essere riusciti a plasmare la storia degli Etruschi nelle meccaniche di un gioco di strategia”.

L’eclettico “ideatore” spiega anche i costi della realizazione dei videogiochi e i metodi per il reperimento delle risorse: “Il nostro budget si aggira intorno ai 30.000 euro a videogioco. Il primo, Prosperity – Italy 1434, lo abbiamo finanziato con il crowdfunding su Kickstarter: abbiamo chiesto 30.000 dollari e ne abbiamo raccolti oltre 31.000. E il 60% dei finanziamenti è arrivato da dipartimenti di storia medievale di università americane, che hanno chiesto di rimanere anonime. Ancora oggi Prosperity è al sesto posto nella classifica dei videogiochi più finanziati su Kickstarter. Mi Rasna, invece, è finanziato con fondi della nostra società: reinvestiamo i guadagni di Prosperity e degli altri due giochi, Mercantia – Italy 1252, ambientato all’epoca delle Repubbliche marinare, e Sigerico: il viaggio, che ripercorre l’itinerario del Vescovo di Canterbury lungo la Via Francigena poco prima dell’anno 1000″.

Il nuovo videogioco sugli etruschi Mi Rasna  avrà anche uno scopo benefico: in accordo con i Poli museali, una percentuale dei guadagni sarà reinvestita in progetti di scavo, restauro o valorizzazione legati agli Etruschi. Non solo, ma il videogioco – spiega ancora Maurizio Amoroso – “sarà un vero e proprio strumento di promozione. Ogni oggetto che comparirà  sullo schermo sarà corredato da una scheda tecnica con la descrizione del pezzo e i dati del museo in cui è conservato. Sono previsti dei bonus extra al giocatore che attraverso la geolocalizzazione risulti fisicamente posizionato vicino al reperto o in luoghi prestabiliti della città etrusca. Il nostro primo obiettivo è proprio quello di promuovere e far conoscere la storia attraverso i videogiochi che realizziamo E se qualche giocatore ci chiede informazioni, noi li indirizziamo agli uffici turistici locali.”

Insomma per i 40 musei della Toscana, del’Umbria e del Lazio “coinvolti” nel videogioco, potrebbe essere un’occasione per accrescere la propria visibilità. Per divulgare certe specificità o reperti particolari.

Il Museo Nazionale Archeologico di Chiusi è tra i 40. Quindi potrà beneficiare della “promozione” di Mi Rasna. Tutte le strade portano a Roma, dice un vecchio proverbio. Le strade della divulgazione culturale sono infinite. E nei tempi della supertecnologia. anche un videogioco può risultare molto utile. E guai a chi dice che i videogiochi sono la negazione della cultura! Maurizio Amoroso potrebbe offendersi e incazzarsi di brutto. Lui produce videogiochi, che però non sono solo videogiochi.

G.L.

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