PROGETTO ACEA, OGGI LA FIRMA. SINDACATI E ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI DANNO L’OK. BETTOLLINI: “TRATTAMENTO DEI RESIDUI DEI FUMI DEGLI INCENERITORI? NON E’ NEL PROGETTO”

mercoledì 31st, gennaio 2018 / 15:23
PROGETTO ACEA, OGGI LA FIRMA. SINDACATI E ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI DANNO L’OK.  BETTOLLINI: “TRATTAMENTO DEI RESIDUI DEI FUMI DEGLI INCENERITORI? NON E’ NEL PROGETTO”
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CHIUSI – Oggi, 31 gennaio, scade il termine per la firma sul contratto di acquisizione di una parte dell’area ex centro carni da parte di Acea per realizzare un impianto di trattamento di fanghi da depurazione, detto anche “carbonizzatore”, perché dal processo verrà fuori un prodotto denominato bio-lignite da usare come fertilizzante o come materiale da combustione.
Contestualmente Acea dovrebbe acquisire anche l’impianto esistente, ovvero il depuratore di Bioecologia Srl, per smantellarlo e ricostruirlo con sistemi più avanzati. Naturalmente le due operazioni non sono disgiunte e a sé stanti, ma sono complementari. Il depuratore di Bioecologia (una volta ricostruito) sarà infatti parte integrante del progetto industriale di Acea e tassello fondamentale di tutto il processo produttivo. Tutto questo, però – secondo quanto si legge nella relazione presentata da Acea a corredo dell’offerta per l’acquisto dell’area e secondo quanto più volte dichiarato dal sindaco – mantenendo in sostanza lo stesso livello di oggi riguardo la quantità di materiale trattato (80 mila tonnellate/anno), ma cambiandone la tipologia: verrebbero eliminati i fanghi di origine chimica e industriale e il percolato di discarica oggi trattati da Biecologia, per lavorare solo ed esclusivamente fanghi di origine biologica.
La firma sulla cessione dell’area porterà nella casse del Comune di Chiusi 2 milioni e 525 mila euro (300 mila già versati). E alla vigilia della stipula Bettollini & C. hanno incassato l’ok all’operazione da parte dei sindacati Cgil-Cisl e Uil e delle rispettive organizzazioni pensionati, delle organizzazioni imprenditoriali degli artigiani, dei commercianti,  degli agricoltori e anche della Confindustria.
Al termine di una serie di confronti con l’Amministrazione sui vari temi del Bilancio (dalla politica scolastica a quella sociale, dalla fiscalità agli interventi a sostegno delle famiglie e delle imprese, dalle politiche di area alle misure per il rilancio del centro storico e del turismo…), le citate “parti sociali” hanno  giudicato “di particolare valore la vendita dell’area ex centro carni  e di grande interesse il progetto Acea che porterà ad un investimento tra i 28 e i 31 milioni di euro a alla creazione di una ventina di posti di lavoro”.
Le organizzazioni citate hanno discusso con il Comune la destinazione delle risorse che deriveranno dall’operazione, hanno sottolineato la necessità di un intervento per riportare in produzione quel comparto, ma non hanno espresso preoccupazione o timori per l’impatto ambientale che il nuovo impianto Acea potrebbe avere. Tutti convinti, evidentemente, che le prescrizioni e i paletti fissati dal Piano Urbanistico comunale e dalle normative ambientali possano garantire piena sicurezza. Così come del fatto che le verifiche preventive che il Consiglio Comunale ha demandato al sindaco, possano essere una ulteriore garanzia.
E se Confindustria e associazioni imprenditoriali sono da tempo in sintonia con Renzi e il renzismo e a livello locale con l’amministrazione Bettollini, non si può dire lo stesso per la Cgil che dal Referendum del 2016 in poi ha assunto posizioni molto critiche. Non solo: i dirigenti locali del maggiore sindacato (Trabalzini e Brivio) si sono schierati apertamente per Liberi & Uguali, in contrapposizione al Pd. Il loro sì al Bilancio e in particolare al progetto Acea (e quindi alla linea Bettollini) rischia ora di spiazzare una parte dell’opposizione , quella che fa capo ai Podemos e che finora sul tema specifico si è mostrata scettica e preoccupata e ha chiesto verifiche e pareri tecnici terzi.. Anche una parte dei Podemos si è schierata per Liberi & Uguali di Grasso, D’Alema e Bersani, ma non tutto il movimento. C’è chi guarda a Potere al Popolo e di accordi con il Pd non ne vuol nemmeno sentir parlare… Questa vicenda del “progetto Acea” potrebbe fare da detonatore per nuove divisioni, come se a sinistra non ce ne fossero già abbastanza.
Gli stessi 5 Stelle, dopo che è emerso come la creazione di post di lavoro da green economy e in particolare dal riciclo dei rifiuti secondo i principi dell’economia circolare, enunciati da Acea, è nel programma nazionale del Movimento per le elezioni del 4 marzo,  si sono affrettati a “limare ” la propria posizione: “Non siamo contrari, abbiamo solo chiesto verifiche tecniche più approfondite” ha scritto la consigliera comunale Martinozzi, dopo che in più occasioni, compresa l’assemblea dell’Eden, aveva caldeggiato la costituzione di un comitato contro…
Negli incontri con sindacati e associazioni imprenditoriali, sul “bilancio concertato” il sindaco ha ribadito che se il progetto Acea sarà quello fin qui prospettato e garantirà oltre ai posti di lavoro e alla rimessa in produzione dell’area, un miglioramento della situazione esistente, allora verrà approvato, altrimenti no…
Ma qualche punto controverso c’è.
Per esempio, nella relazione presentata da Acea Ambiente si legge che l’azienda “è interessata all’acquisto del terreno citato (area centro carni, ndr) giacché il medesimo presenta requisiti di localizzazione e dimensioni adeguati (seppure gravato da vari vincoli e limitazioni) alla realizzazione di un nuovo impianto industriale per il trattamento dei fanghi si supero provenienti dalle depurazione delle acque reflue…  “.  E fin qui è come è stato sempre detto dall’Amministrazione Comunale.
Poi però qualche riga sotto si legge ancora nella relazione: “Inoltre Acea Ambiente ha in proposito di integrare nel sito in parola, allorché siano verificate le condizioni economiche, altre installazioni innovative, e precisamente: – un impianto per il recupero di materia dai prodotti (rifiuti) della depurazione dei fumi di combustione, prodotti provenienti da termovalorizzatori del Gruppo Acea”.
E questo invece non è mai stato detto in pubblico.  Né è emerso nell’assemblea pubblica promossa da Paolo Scattoni. Quindi Acea, oltre a trattare acque reflue biologiche, vorrebbe trattare anche materia derivante dai fumi dei termovalorizzatori?
Sembrerebbe di sì. Ma la stessa relazione presentata al Comune, poi specifica che “Il progetto da considerare ai fini del presente bando è comunque costituito unicamente dall’impianto di trattamento dei fanghi descritto nel prosieguo (quello sempre dichiarato, ndr); le altre opere, sebbene rilevanti sotto vari punti di vista (innovazione tecnologica, miglioramento ambientale, ricadute occupazionali ecc.) non sono di seguito (cioè nel progetto) considerate; esse vengono qui citate solo per fornire un quadro più completo delle niziative che Acea ambiente intende  attuare. L’opera che Acea Ambiente intende prioritariamente realizzare sul terreno indicato consiste in un impianto industriale per il recupero di materia da fanghi biologici provenienti dagli impianti di depurazione delle società del Gruppo Acea…”
Per come è esposto il punto appare non del tutto chiaro. Interpellato in proposito, il sindaco ribadisce quanto già espresso in altre occasioni: “Il progetto esecutivo non c’è ancora, appena verrà presentato lo valuteremo, ma è chiaro che parliamo solo ed esclusivamente di un impianto per il trattamento di fanghi biologici, provenienti da impianti Acea situati Toscana. Il trattamento di materia derivante da fumi di termovalorizzatori non è contemplato nel progetto di massima presentato, come Acea ha specificato nella sua relazione”.
 A questo punto non resta che attendere il progetto esecutivo o quantomeno quello preliminare. Il sindaco ha il mandato del Consiglio Comunale a fare tutte le verifiche del caso sia a livello comunale che sovracomunale. Quindi con Arpat, Asl, Regione ecc…
Una cosa è certa: non si può dire di aver escluso la costruzione di inceneritori, impianti a biomasse o discariche e poi dire di sì al trattamento di materia derivante dai fumi degli inceneritori. Sarebbe una contraddizione evidente. E quello sì, un rischio per la salute e per l’ambiente. Ma Bettollini assicura che questo punto non è mai stato all’ordine del giorno. E nessuno ce lo metterà. Bene a sapersi. Ma sarà bene anche che questo aspetto sia chiarito nel modo più esauriente possibile.
m.l.
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