PD SIENA: VALENTI E’ IL NUOVO SEGRETARIO. IL RENZISMO E’ STATO ROTTAMATO

lunedì 20th, novembre 2017 / 11:21
PD SIENA: VALENTI E’ IL NUOVO SEGRETARIO. IL RENZISMO E’ STATO ROTTAMATO
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SIENA – In una recente intervista a Primapagina, Juri Bettollini si mostrava fiducioso nello scatto finale, nella possibilità di operare il sorpasso in assemblea e quindi di conquistare la segreteria del Pd senese con Massimo Bernazzi. Sperava probabilmente in un accordo in extremis con Raffaella Senesi e i suoi seguaci al candidato renziano, più affine rispetto al “sinistrorso” Andrea Valenti.

E invece il sorpasso non c’è stato. Raffaella Senesi e i suoi l’accordo lo hanno fatto, ma con Valenti e non con Bernazzi, giocando così un tiro mancino (è il caso di dirlo) a Scaramelli e Bettollini. La conta è finita così: 160 voti per Valenti, 94 per Bernazzi, una scheda bianca

Andrea Valenti, che all’inizio della tornata congressuale era il candidato di bandiera della componente minoritaria di sinistra è il nuovo segretario provinciale del Pd senese. Che non è più una roccaforte renziana, anche se – come abbiamo già scritto in altri articoli precedenti – il voto a sostegno di Valenti non è stato solo un “voto di sinistra”, quanto piuttosto un “voto contro”. Non tanto contro Bernazzi, quanto contro Scaramelli, che in un lungo post sul suo profilo facebook riconosce Valenti come il suo segretario e “segretario di tutti”, ma annuncia opposizione senza sconti. E tra i suoi fans c’è anche chi addita Raffaella Senesi, ma anche altri (tutti quelli che dall’ala renziana sono passati alla parte avversa) come “traditori del rinnovamento” e “pugnalatori del segretario nazionale”, come novelli Bruto al cospetto del Giulio Cesare di Rignano.

Non vi è dubbio che se lo sconfitto di facciata è Massimo Bernazzi che ha perso il ballottaggio, lo sconfitto vero è Stefano Scaramelli che adesso non ha più il partito in mano, è un leader dimezzato e ferito. E con lui ha perso la partita anche Juri Bettolini, che prima si è tirato fuori dalla contesa, poi si è speso molto, ha fatto pure l’ariete in certi frangenti (come quando ha chiesto in diretta Tv le dimissioni di Grazi e Cortonicchi anche dalla giunta di Torrita di Siena). Il sindaco di Chiusi ha pagato l’ennesima cambiale di amicizia a Scaramelli.

Se sul piano della gestione amministrativa e della linea politica come sindaco Bettollini qualche atto di discontinuità rispetto al suo predecessore lo ha compiuto, nel partito gli è rimasto leale e fedele fino in fondo. Ha provato pure a torgliergli le castagne dal fuoco esponendosi parecchio. Insieme hanno condotto la battaglia e insieme hanno perso.

Anche nello sport succede che possa vincere un outsider, sopratutto se la squadra favorita litiga nello spogliatoio e in corsa non si aiuta… Andrea Valenti alla vigilia era l’ousider. Poteva vincere, dati i numeri di partenza, solo se gli altri si sbranavano tra loro. Se gli altri tiravano la corda fino a spezzarla. Questo è ciò che è successo e Valenti ha vinto.  Sulla carta è una svolta a sinistra. Se lo sarà anche nei fatti si vedrà. Comunque è una svolta. Il renzismo nel Pd senese è minoranza. E’ stato rottamato. E c’è da scommetterci che Renzi una tiratina d’orecchi ai vecchi amici Scaramelli e Bettollini la darà… Così come c’è da scommettere che la componente rappresentata da Raffaella Senesi e che fa capo ai fratelli Monaci (esponenti della più classica tradizione democristiana) il suo appoggio a Valenti lo farà pesare, quantomeno ci proverà…

Quanto alla linea politica, il neo segretario scrive: “Abbiamo parlato di centrosinistra. Noi crediamo che la costruzione di un progetto nuovo sia l’ingrediente essenziale per dar vita ad un nuovo centrosinistra civico e politico. Un centrosinistra che non sia la riproposizione di schemi del passato, che si fondi su un’alleanza che guardi oltre le forze che oggi sono impegnate direttamente in politica. Non ci interessano cartelli elettorali e sommatorie di sigle, ma la realizzazione di un campo aperto, plurale e inclusivo dove trovino cittadinanza il mondo del lavoro, dell’impresa, della cultura, del volontariato e più in generale dell’impegno sociale. Il progetto nuovo per la provincia di Siena dovrebbe essere il primo obiettivo al fine di creare quel minimo comune denominatore in cui soggetti diversi possano riconoscersi”.  Quanto al partito, continua Valenti: “Noi pensiamo ad un partito degli iscritti e degli elettori, ma anche capace di essere interlocutore della sinistra e delle forze riformiste tutte. È evidente che non possiamo pensare ad un partito-struttura, con politici a tempo pieno e sedi ambiziose, ma pensiamo anche che non si possa fare politica senza luoghi o senza risorse, da raccogliere in modo trasparente, tra gli iscritti, gli elettori, tra coloro che sono impegnati nelle istituzioni, attraverso momenti di aggregazione e feste come occasione politico-culturale e ricreativa, da riprendere anche a livello provinciale. Ci rendiamo conto che l’organizzazione provinciale per tante ragioni sia meno determinante di quanto non lo fosse anni fa, crediamo che il livello comunale abbia bisogno di crescere ed essere supportato, ma riteniamo che sia ancora forte l’identità territoriale delle terre di Siena, che questa identità vada ulteriormente rafforzata e si debba porre come un interlocutore, serio, affidabile, presente per i territori”.

E questa non è la fotografia del Pd senese che abbiamo conosciuto negli ultimi anni. Vedremo se adesso il partito saprà mettersi alle spalle le macerie di questa sfida, se marcerà unito o continuerà nella guerra per bande, tra ripicche, colpi bassi e tiri più o meno mancini tra le varie componenti. Del resto la storia avrebbe dovuto insegnare qualcosa. Renzi è fiorentino di parte guelfa. Siena invece è sempre stata orgogliosamente ghibellina…

 

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