DANTE ENTRA IN FABBRICA PER PARLARE DI CORRUZIONE E IMBARBARIMENTO DELLA POLITICA. UN ESPERIMENTO DA REPLICARE!

mercoledì 08th, novembre 2017 / 11:44
DANTE ENTRA IN FABBRICA PER PARLARE DI CORRUZIONE E IMBARBARIMENTO DELLA POLITICA. UN ESPERIMENTO DA REPLICARE!
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La politica è per molti una malabolgia. E in tanti se ne tengono alla larga. Basti vedere quanti hanno votato in Sicilia (ma anche in Emilia Romagna alle ultimi regionali). Certi fatti come l’arresto per evasione fiscale del deputato siciliano – gli eletti all’assemblea regionale li chiamano così – De Luca appena eletto, anzi con le schede ancora calde, sono di quelli che confermano la deriva preoccupante in cui è scivolata la “rappresentanza degli italiani”. Non ha fatto in tempo, il neo governatore Musumeci a dire ” gli impresentabili non mi hanno votato” che subito gliene hanno arrestato uno, proprio della sua lista. Come inizio non c’è male, per l’ex missino “autonomista unitario”, quindi non secessionista, appoggiato da Salvini che invece appoggia sempre i secessionisti.

Stranezze, incongruenze, scivoloni, figure di merda di una politica imbarbarita. Piena di “barbari” alla conquista dell’impero in disfacimento.

Anche tra i barbari qualche differenza c’è: ci sono gli Attila che vogliono fare solo bottino e dove passano loro non cresce più l’erba e ci sono quelli che si ergono a difesa del salvabile, ma hanno problemi con la lingua, non azzeccano un congiuntivo neanche a pagarli e si basano su regole tutte loro, per lo più farlocche. Sempre barbari sono del resto. E comunque tra di loro più Masaniello che Machiavelli, a occhio e croce…

In questo quadro sconfortante e a tinte fosche, brilla come una perla rarissima e lucente l’iniziativa della rappresentanza sindacale di una fabbrica umbra. Precisamente di Montone, nell’alto Tevere. La fabbrica in questione è la Sea Camper, che – come dice la denominazione sociale – produce camper e occupa circa 200 lavoratori. Non è una fabbrica in crisi (e questa è già di per se una notizia, data la situazione nazionale e dell’Umbria in particolare dove sono parecchie le industrie che hanno annunciato tagli pesanti al personale). L’iniziativa “brillante” e in totale controtendenza rispetto all’andazzo generale e all’imbarbarimento è questa: ieri, martedì 7 novembre, l’assemblea di fabbrica, per iniziativa della Fiom e della locale Lega Spi Cgil, non ha affrontato solo questioni sindacali, legate all’orario, al salario, alle indennità. Ha affrontato, come in una lezione universitaria, i Canti XXI e XXII dell’Inferno della Divina Commedia. Quelli che Dante dedica ai “barattieri”, ovvero ai politici e funzionari pubblici corrotti che scontano la loro pena immersi nella pece bollente e molestati di continuo da terribili diavoli alati, chiamati ‘malebranche’…  Naturalmente la scelta di quei due canti non è stata fatta a caso. Il tema della corruzione politica (lo stesso Dante fu esiliato e condannato a morte per baratteria) è infatti molto attuale. E non è un caso che un sperimento del genere, cioè il tentativo di riportare la politica a volare alto e non solo nella melma dell’affarismo, venga da una assemblea di lavoratori. Da una assemblea di fabbrica. Gran parte delle conquiste sociali e culturali degli anni ’70 (lo Statuto dei Lavoratori, il nuovo diritto di famiglia, la riforma sanitaria, la scuola media unica e i decreti delegati, la maggiore età e il voto ai 18enni, la legge sul divorzio e quella sull’interruzione di gravidanza che non era un invito ad abortire, ma la possibilità di farlo in sicurezza e non più in forme clandestine e pericolose, la musica e la cultura intese come beni da rendere fruibili a tutti vedi Umbria Jazz, l’Estate Romana, i festival di poesia ecc..) furono il frutto del movimento del ’68, ma anche e soprattutto dell’autunno caldo del ’69, di ciò che allora si discuteva nelle fabbriche.

Alla Sea Camper di Montone Fiom e Spi Cgil hanno voluto portare Dante dentro la fabbrica, in assemblea.  E lo hanno fatto chiamando due giovani attori Elena Galvani e Jacopo Laurino della compagnia Stradanova Slow Theatre, che hanno piazzato leggii e amplificatori in sala mensa e hanno cominciato a raccontare e recitare il sommo poeta davanti ad oltre cento lavoratori.

“Leggere Dante in un luogo di lavoro è stata per noi un’esperienza molto bella – racconta l’attrice Elena Galvani – era la prima volta che ci capitava, ma speriamo di poterlo rifare perché è stato davvero arricchente”.

Le maestranze della Sea Camper hanno apprezzato: “È molto bello che in fabbrica si possa fare cultura – sottolinea un giovane operaio metalmeccanico – perché se ne è persa l’abitudine, ma ce n’è bisogno, noi lavoratori ne abbiamo grande bisogno. Per questo spero che questa esperienza si possa replicare in futuro. E anche il fatto di trovarci insieme operai, impiegati e pensionati è stato certamente positivo”.

Ecco, a noi piacerebbe non solo che l’esperimento potesse essere replicato in quella stessa fabbrica o in quel territorio. Ci piacerebbe che fosse replicato ovunque.  Anche in altre parti dell’Umbria e in Valdichiana, per esempio. Perché dalla letteratura, dalla poesie, dal cinema,  gli stessi lavoratori possono imparare e capire meglio un sacco di cose, perché, come diceva Don Milani “un operaio conosce 100 parole, il padrone 1.000, per questo è lui il padrone”…

Se la Fiom, lo Spi Cgil o altri, da queste parti, vorranno replicare l’iniziativa o proporre qualcosa di simile, per quanto nei nostri mezzi, potremmo anche dare una mano. E molto volentieri.

m.l.

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