RIFIUTI TOSSICI SPEDITI IN ASIA DALL’ITALIA: COINVOLTA AZIENDA DI ORVIETO. UN “AFFARE” DA 46 MILIONI DI EURO, 7 ARRESTI

mercoledì 11th, ottobre 2017 / 18:47
in Cronaca
RIFIUTI TOSSICI SPEDITI IN ASIA DALL’ITALIA: COINVOLTA AZIENDA DI ORVIETO. UN “AFFARE” DA 46 MILIONI DI EURO, 7 ARRESTI
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ORVIETO – Li spedivano all’estero via mare. Finivano in Cina, Corea e Pakistan dove la legislazione sull’inquinamento è molto meno severa che in Italia. Si tratta di tonnellate di rifiuti industriali prodotti da aziende italiane. Tre sono state poste sotto sequestro. Tra queste anche uno stabilimento ad Orvieto. Il traffico è stato scoperto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che con l’ausilio della Guardia Costiera ha operato 7 arresti e molte perquisizioni in Umbria, nel viterbese e in Toscana. I rifiuti in question, catalogabili come pericolosi e contaminati, venivano invece certificati, attraverso false attestazioni, come bonificati. Così ha spiegato al Tg 1 il comandante della Guardia Costiera Italiana Giuseppe Tarzia. L’indagine è partita da alcuni container sospetti ispezionati dalla Capitaneria di porto di Civitavecchia. I soggetti arrestati e le loro aziende, mediante vari giri di false attestazioni e certificati, acquistavano rifiuti industriali complessi e contaminati, anche da PCB (policlorobifenili, di tossicità equiparata alla diossina), e, dopo aver simulato lo svolgimento di procedure di bonifica in Italia, rivendevano tal quale il materiale, spacciandolo per recuperato e “pronto forno” per un nuovo ciclo produttivo. In realtà i rifiuti, in Italia, subivano solamente una mera macinatura rima di essere spediti all’estero., ancora fortemente inquinati.  Secondo le accuse, il risparmio sul processo di trattamento avrebbe garantito alle aziende coinvolte un giro d’affari per 46 milioni di euro.

 

Nella foto: una nave porta containers (foto di repertorio)

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