COLPO DI SCENA NEL PD: FIRME FASULLE, CORTONICCHI ESCLUSO DALLA CORSA. GRAZI SOTTO ACCUSA RISCHIA L’IMPEACHMENT

mercoledì 11th, ottobre 2017 / 12:34
COLPO DI SCENA NEL PD: FIRME FASULLE, CORTONICCHI ESCLUSO DALLA CORSA. GRAZI SOTTO ACCUSA RISCHIA L’IMPEACHMENT
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SIENA – Altro che stracci, nel Pd senese volano pure piatti e bicchieri. La corsa a quattro per la segreteria perde un concorrente. Per caduta rovinosa. Non proprio del concorrente, a dire in vero, ma dell’autista della sua ammiraglia. La Commissione di garanzia del partito ha infatti escluso Michele Cortonicchi, per irregolarità e illecito nella presentazione delle firma a sostegno, sanzionando il “presentatore” della candidatura stessa, ovvero il sindaco di Torrita di Siena Giacomo Grazi. Che adesso rischia addirittura l’espulsione dal Pd. Il che avrebbe ovviamente conseguenze pesanti anche sul suo ruolo di sindaco. Si tratta infatti del primo sindaco Pd della provincia di Siena messo sotto accusa e “sanzionato” dal suo stesso partito. La notizia, dell’impeachment di Grazi,apparsa questa mattina su un quotidiano senese, è stata data ieri sera in diretta Tv dal sindaco di Chiusi Juri Bettollini che durante un confronto a Tele Idea proprio sul congresso provinciale del Pd, ha spiattellato la questione, spiazzando praticamente tutti. Conduttrice compresa. Grazi sapeva, ma stava facendo finta di niente e Bettollini impietosamente ha crocifisso il suo collega torritese, accusandolo di aver esposto il Pd ad una figura meschina a livello nazionale. Poi è arrivata anche la notizia dell’esclusione di Cortonicchi.

Il problema sta, come dicevamo, nelle firme che Grazi ha presentato a sostegno della candidatura del suo assessore Cortonicchi. 150 firme che sarebbero state raccolte “in bianco” senza spiegarne il reale motivo agli ignari militanti sottoscrittori, che una volta scoperto l’arcano in più d’uno si sono precipitati a ritirarle.

L’esclusione di Cortonicchi dalla corsa per la poltrona di segretario taglia di fatto fuori anche l’area del deputato Dellai, che da qualche tempo si contrappone a Scaramelli in una lotta personale senza quartiere. Più sulle poltrone e sugli incarichi che su altro, comunque. Intanto c’è già chi parla di “firmopoli” e vede più difficoltà, per esempio, a criticare  5 Stelle per le loro vicende legate alle firme, scoppiate in varie parti della penisola…

In corsa per la segreteria restano dunque in tre: Massimo Bernazzi sostenuto dagli scaramelliani, Andrea Valenti dell’area di sinistra che fa capo ad Orlando e Raffaella Senesi, appoggiata dai potentissimi fratelli Monaci. Bernazzi sembra leggermente in vantaggio, ma Valenti che potrebbe sfruttare lo “scandalo” scoppiato in casa renziana, sembra intenzionato anche a contendere a Bernazzi il ruolo del Corbyn senese… In ogni caso entrambi battono molto sul tasto del recupero di un’immagine di sinistra del Pd…  Cosa faranno i seguaci di Dallai, ora che sono rimasti senza candidato di bandiera? Difficile che possano convergere su uno degli altri. Potrebbero puntare all’astensione e alla bassa affluenza… L’esito della gara comunque non è scontato.

Adesso però, in Valdichiana, e in particolare a Torrita di Siena si guarda anche alla posizione di Giacomo Grazi. Se Cortonicchi può essersi prestato al gioco, magari inconsapevolmente (cioè senza sapere delle firme in banco), il sindaco è decisamente nelle peste. Isolato e contestato da una parte consistente di popolazione per l’imminente fusione dei comuni con Montepulciano, adesso si trova anche sub judice all’interno del suo partito. Un sindaco che commette un illecito e vìola il codice etico del partito (questa l’accusa rivoltagli dalla Commissione di garanzia) finisce per perdere di credibilità e di autorevolezza. Come dicevamo in apertura, rischia pure l’espulsione e a quel punto potrebbe scattare anche la richiesta di dimissioni o la sfiducia da parte del gruppo di maggioranza in Consiglio Comunale. Per il danno di immagine procurato al Pd. Povero Grazi, due settimane fa sembrava lanciatissimo verso la segreteria provinciale, adesso è caduto nella polvere e rischia praticamente tutto. La sua carriera politica probabilmente finisce qui.

E se dovesse dimettersi Grazi, che ne sarà del processo di fusione con Montepulciano e del referendum previsto a ottobre 2018?  Tutto potrebbe tornare al punto di partenza, o essere rimandato a data da destinanarsi…

Anche ai tempi del Pd, di un pd dilaniato e senza valori e con le bandiere sbiadite, un congresso di partito non è l’elezione di Miss Italia e neanche il palio dei somari di Torrita.

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