CITTA’ DELLA PIEVE, IL CACCIATORE MORTO SABATO COLPITO DA UNA FUCILATA. NON E’ DECEDUTO PER LA CADUTA IN UN DIRUPO

mercoledì 25th, ottobre 2017 / 14:41
CITTA’ DELLA PIEVE, IL CACCIATORE MORTO SABATO COLPITO DA UNA FUCILATA. NON E’ DECEDUTO PER LA CADUTA IN UN DIRUPO
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CITTA’ DELLA PIEVE – La voce circolava già dal pomeriggio di sabato scorso, poche ore dopo il fatto, ieri sera la notizia è stata data anche dal TG3 Regionale dell’Umbria e ripresa da alcune testate on line sempre di ambito regionale. Il cacciatore 65enne morto sabato mattina durante una battuta di caccia al cinghiale nei pressi di Città della Pieve non sarebbe deceduto in seguito alla caduta rovinosa in un dirupo, come sembrava inizialmente. Sarebbe caduto nel dirupo perché colpito da un proiettile che lo ha trapassato da parte a parte. Un primo esame effettuato dal medico legale presso l’obitorio dell’ospedale di Orvieto avrebbe infatti evidenziato due fori circolari e corrispondenti nella parte alta del torace. Due ferite che hanno tutta l’aria di essere fori di entrata e uscita di una pallottola compatibile con quelle usate nella caccia al cinghiale.

Al momento dei soccorsi effettuati tempestivamente dai Vigili del Fuoco di Città della Pieve e Perugia e dai sanitari del 118 giunti con l’elicottero, le tracce di sangue piuttosto copiose sul corpo sembravano dovute agli effetti della caduta tra rovi, pietre e rami spezzati. Ora emerge una verità diversa. Sarà l’esito dell’autopsia disposta dal magistrato ed effettuata ieri a dare maggiori certezze. Intanto si sa che i Carabinieri hanno interrogato gli altri componenti della “squadra” di cacciatori di cui faceva parte la vittima e hanno sequestrato i loro fucili. Evidentemente non è chiaro chi sia stato a sparare il colpo che ha ucciso il 65enne, né la dinamica dell’accaduto. 

Nel caso dell’episodio avvenuto la domenica precedente nei boschi di Parrano dove ha perso la vita un cacciatore di Ponticelli, si è detto di un proiettile che ha trapassato un cinghiale per poi proseguire la sua corsa fino a colpirlo al volto. In questo caso non è chiaro (lo sarà probabilmente per il medico legale e per il magistrato) se la fucilata abbia colpito l’uomo di fronte o alle spalle.

Anche i compagni di caccia (almeno alcuni, quelli che si trovavano vicini alla vittima) sapranno come è andata, sapranno da quale fucile è partito il colpo, se è stato un colpo accidentale o uno sparo verso una preda finito in direzione sbagliata, magari di rimbalzo…

Certo è abbastanza strano il silenzio generale sulla vicenda. Molte voci, pochissime notizie.

Come abbiamo già scritto in un precedente articolo sull’argomento, nella caccia al cinghiale vengono usati anche fucili e carabine diversi dai normali fucili da caccia, molto più potenti, armi capaci di uccidere a 4 km di distanza… E quei proiettili in mezzo ad un bosco possono rimbalzare su una pietra, su un albero, possono essere deviati da un cinghiale stesso, diventando micidiali e incontrollati. Fermo restando che sono pericolose anche le palle sparate dai fucili da caccia normali. Per questo le battute al cinghiale hanno”regole di ingaggio” e modalità molto precise.

Due morti in una settimana sono un campanello d’allarme fortissimo. In entrambi i casi qualcosa di sicuro non è andata come doveva andare, qualcosa in quelle modalità, non ha funzionato. Qualcuno ha commesso errori. Se poi oltre al possibile errore c’è – come nel caso di sabato scorso – anche una pennellata di giallo, il problema si amplifica. Anzi, è un problema in più.

 

 

 

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