PD SENESE, CORSA A 4 PER LA SEGRETERIA: IN VANTAGGIO MASSIMO BERNAZZI, EX SINDACO DI MONTERONI D’ARBIA

venerdì 29th, settembre 2017 / 16:11
PD SENESE, CORSA A 4 PER LA SEGRETERIA: IN VANTAGGIO MASSIMO BERNAZZI, EX SINDACO DI MONTERONI D’ARBIA
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SIENA – Si deciderà probabilmente nella giornata di oggi il nome del segretario provinciale del Pd. Dopo la marcia indietro di Bettollini e la rinuncia del sindaco di Torrita Giacomo Grazi, arrivata inusitatamente quando quest’ultimo ormai sembrava essere il candidato unico, la partita si è riaperta. Ed è una partita tutta tra renziani. Il Pd è sempre più un una accozzaglia di correnti più che  un partito e quella maggioritaria ha pure le sue belle beghe interne. Tra la cordata Scaramelli e quella di Dallai, ma non solo. Bettollini, per esempio non le ha mandate a dire a Grazi, che dopo aver messo i cani alla salita – come si suol dire – si è tirato indietro pure lui, lasciando la nave in mezzo alla tempesta.

Al momento i  nomi in ballo sono 4, ma non tutti della stessa forza. Anche se non si intravedono giganti. Nel parlamentino del Pd se la giocheranno Massimo Bernazzi, il più esperto, ex sindaco di Monteroni d’Arbia, dirigente di banca, di provenienza Pci, ma renziano della prima ora,  Poi Silvana Micheli, la segretaria uscente, ex sindaco di Torrita di Siena che ha retto il partito dal 2015… Infine Roberto Renai, amiatino, ex Sel, vicepresidente dell’Acquedotto del Fiora e Pamela Fatighenti che è segretaria a Chiusi e oltre ad essere una fedelissima di Scaramelli, politicamente si è vista e sentita pochissimo anche nella cittadina etrusca. Tutti renziani.

Poi c’è il candidato della corrente orlandiana (la minoranza del Pd) Andrea Valenti. Il quale però potrebbe avere qualche chance solo nel caso in cui i renziani non riuscissero a mettersi d’accordo e a trovare la quadra.

Diciamo subito che Bernazzi, tra i 4 della propria area, sembra avere un discreto margine di vantaggio, non solo per la caratura e l’esperienza, ma anche perché dei 4 è senza dubbio il più “addentro” alle questioni più strettamente senesi e potrebbe avere un maggior peso specifico nella fase preparatoria delle elezioni amministrative del 2018 a Siena, a partire dalla scelta del candidato a sindaco.  Per la prima volta Siena rischia seriamente di perdere il comune, come è già successo di recente ad Arezzo e a Perugia, per rimanere a due capoluoghi confinanti.

Dai “rumors” che circondano la discussione all’interno del Pd senese, sembra che l’ex sindaco di Monteroni possa spuntarla abbastanza agevolmente. Non è Jeremy Corbyn, ma un retroterra ce l’ha. Gli altri molto meno.

Silvana Micheli ha già dato. Gli altri due sono oggettivamente candidature non deboli, ma debolissime. Che offrirebbero una fotografia del Pd impietosa: un partito ridotto ai minimi termini, incapace di esprimere una leadership, che si affida a figure che finora, al di là della fedeltà al capocordata e alla disponibilità a ricoprire incarchi, politicamente hanno dimostrato – con tutto il rispetto – poco o niente.

Massimo Bernazzi diventa dunque la scialuppa di salvataggio. L’ultima rimasta sulla nave. L’unica che può – forse – ricreare un clima unitario positivo all’interno di un partito lacerato, che di fatto esiste in termini di voti, ma non in termini di presenza reale nei territori. Sullo sfondo resta quel “groviglio” tutt’altro che armonioso, evocato da Juri Bettollini quando si è tirato fuori dalla corsa, due giorni fa, e quando ha accusato il collega Grazi di  essersi piegato a quelle logiche. Per “groviglio” si intende quell’intreccio mai andato in pensione, tra politica, economia, banche, massoneria, università, curia che a Siena, almeno negli ultimi 20 anni ha orientato le scelte e determinato tutto ciò che è successo. E di cose a Siena ne son successe tante. Di cose buone quasi nessuna. In un quadro scomposto e frammentato, pieno di crepe e dai colori sbiaditi, chiaro che le vecchie volpi stiano lì, pronte a rientrare in gioco, a dettare condizioni e strategie, a stringere accordi sottotraccia, magari dietro la faccia sorridente e pulita dei giovani leoni. O delle giovani marmotte.

m.l.

 

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