CHIUSI CELEBRA LA LIBERAZIONE DELLA CITTA’: LA VISITA AL CIMITERO DI GUERRA DI FOIANO.

lunedì 19th, giugno 2017 / 13:10
CHIUSI CELEBRA LA LIBERAZIONE DELLA CITTA’: LA VISITA AL CIMITERO DI GUERRA DI FOIANO.
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CITTA’ DELLA PIEVE SI DIMENTICA LA RICORRENZA? OGGI PROCESSIONE PER I SANTI PATRONI, MA…

CHIUSI –  Il 18 giugno del ’44 Chiusi fu evacuata. Gli occupanti tedeschi costrinsero tutti gli abitanti del centro storico ad abbandonare le proprie case.  più di 2.500 persone “sfollarono” nelle campagne. Gli alleati erano alle porte, si stava preparando la “battaglia di Chiusi” che sarebbe cominciata praticamente due giorni dopo, per durare fino al 26, quando la città fu liberata.

Ieri per celebrare la Liberazione della città, si è tenuta l’ormai consueta visita istituzionale ad uno dei cimiteri di guerra in cui riposano i soldati alleati caduti in Valdichiana e dintorni. Quest’anno, il sindaco Bettolini e la giunta, insieme a rappresentanti dell’ANPI, di primapagina (che propose l’appuntamento nel 2014), del Pd e della lista di opposizione Possiamo hanno visitato il War Cemetery del Commonwealth di Foiano della Chiana, dove sono sepllti 256 militari caduti in Valdichiana tra i primi di giugno e la metà di luglio del ’44. Si tratta di soldati inglesi, canadesi, neozelandesi, sudafricani e indiani. Il più “anziano” di loro aveva 40 anni. Era un ufficiale. Il più giovane, il fuciliere C. Robertson, solo 18. E per trovarsi a combattere e a morire nel giugno ’44 in Valdichiana, forse si era arruolato l’anno prima, a 17…

Molti di quei militari infatti erano ragazzi non ancora maggiorenni, “partiti al mondo come soldati”. Anzi come volontari. Partiti da terre lontanissime come il Sudafrica o la Nuova Zelanda per venire a combattere in Europa, in Italia, contro la belva nazista e il fascismo… Tra le 256 tombe del cimiero di Foiano ci sono anche quelle di 12 caduti nella battaglia del teatro a Chiusi: il sergente Irvine, il sergente Sangster, il caporale Mackenzie, il caporale Ritchie, e i soldati Abrahamson, Golden, Gush, Parkes, Nash, Tobin, Tosen e Mcnaught Davis… Quasi tutti morti il 22 giugno.

I cimiteri di guerra britannici sono tutti uguali, curatissimi, ordinati. Uguali anche le lapidi, senza distinzioni tra ufficiali e soldati semplici: nome, grado, età,  indicazione e stemma del reaparto o compagnia di appartenenza e una frase di suffragio fatta scrivere dai familiari. Qualcuna ha la stella di David, altre una croce.

Sono luoghi che danno un senso di pace, ma leggere quel numerino 22, 21, 18, 19, 20, 25, 32… scoprire che la Seconda Guerra Mondiale fu anche una guerra di ragazzi, fa venire l’angoscia.  E ci dice più di ogni altra considerazione, quanto sia assurda e incivile la logica della guerra. Per questo motivo, visitare ogni anno un Cimitero di guerra significa certamente rendere il giusto tributo alla memoria di quei ragazzi che sacrificarono la loro vita per liberare il nostro paese dal nazifascismo, per la nostra libertà, ma è anche un modo per rendersi conto, in modo tangibile che è giusto ricordare. Ed è  giusto celebrare certe ricorrenze. Perché la guerra è sempre e solo un “macello” e la a pace è un valore assoluto non negoziabile.

Bene ha fatto il Comune di Chiusi a rendere l’appuntamento istituzionale. Dopo Orvieto e Foiano della Chiana, nei prossimi due anni verranno visitati i cimiteri di Bolsena e Assisi.  Bene hanno fatto la segretaria del Pd Pamela Fatighenti, la consigliera Lottarini e altri esponenti di “Possiamo” ad essere presenti. I 5 Stelle, che nel 2016, ad Orvieto, fecero una celebrazione per conto proprio mezz’ora dopo, quest’anno non si sono visti. Peccato. Si può essere contro il sindaco e l’Amministrazione Comunale, ma la Liberazione della città e le celebrazioni che la ricordano sono patrimonio di tutti, non possono essere considerate “strumento” di lotta politica o di distinguo. La Liberazione di Chiusi non è “roba di Bettollini”. Il quale peraltro, così come l’assessore Sara Marchini, nella circostanza non ha forzato la mano o strumentalizzato l’occasione.

Tenere viva la memoria è importante. Ed è importante farlo senza indulgere alla retorica, alla partigianeria… Per troppi anni, per esempio, si è parlato poco, a proposito della liberazione di questi territori, del grande tributo di sangue che diedero i soldati alleati e in particolare quei reparti e reggimenti venuti a combattere in Italia dall’altra parte del mondo, per un’ideale e non solo perché ex colonie britanniche.  Ieri lo ha fatto il Comune di Chiusi. Qualche giorno fa lo aveva fatto il Comune di Radicofani ricordando il contributo delle truppe francesi e nordafricane alla guerra in Valdorcia…

Peccato, per esempio, che alcuni paesi della zona mostrino meno attenzione. Oggi è il 19 giugno. Ricorrenza della Liberazione di Città della Pieve, avvenuta qualche giorno prima di Chiusi e anche lì a suon di cannonate e battaglia finale per le strade, con morti e feriti. Il 19 giugno a Città della Pieve è anche Festa del patrono, anzi dei patroni, San Gervasio e Protasio.  Forse, quel giorno del ’44 ci misero una buna parola. Ma oggi, nella città del Perugino è prevista sì, la processione per la festa patronale. E una iniziativa politico-istituzionale presso l’ospedale. Ma nulla a  proposito della Liberazione dal nazifascismo. Un paese senza memoria non ha futuro, ha detto qualcuno. Ma forse la cosa è sfuggita a noi…

m.l.

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