I CARABINIERI CHE BRACCANO I LADRI DI OPERE D’ARTE: NEL 2016 RECUPERATA UNA ANTICA COLLEZIONE ETRUSCA DI CHIUSI E 48 VOLUMI DELLA CATTEDRALE DI CITTA’ DELLA PIEVE

martedì 30th, maggio 2017 / 15:18
I CARABINIERI CHE  BRACCANO I LADRI DI OPERE D’ARTE: NEL 2016 RECUPERATA UNA ANTICA COLLEZIONE ETRUSCA DI CHIUSI E 48 VOLUMI DELLA CATTEDRALE DI CITTA’ DELLA PIEVE
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FIRENZE — Dipinti, sculture, codici miniati, vasi e armi antiche: la Toscana è fra le regioni italiane più ambite dai trafficanti di opere d’arte e nel 2016 i colpi messi a segno e denunciati sono aumentati, passando dai 55 dell’anno precedente a 69. Propio ieri, il Nucleo di tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri ha presentato a Firenze il resoconto dell’attività svolta nel corso del 2016.

I dati riferiscondo di 59 persone denunciate, di cui 23 colpevoli di danni al paesaggio. I carabinieri hanno controllato le misure di sicurezza di 22 strutture fra musei, biblioteche e archivi e passato al setaccio 157 negozi di antiquariato, 16 mercati, 105 siti sotto vincolo, 51 siti archeologici.

I furti sono avvenuti prevalentemente ai danni di edifici religiosi e di abitazioni private.  Musei e biblioteche, sono generalmente dotati di migliori sistemi di sicurezza.

Nel corso dei controlli sono stati recuperati 85 reperti archeologici e 80 fra dipinti e sculture di epoche più recenti. Sotto sequestro anche 12 opere d’arte contemporanea contraffatte che avrebbero fruttato sul mercato almeno 350mila euro. Il valore complessivo dei capolavori recuperati supera invece i due milioni di euro. Nel novero delle opere recuperate anche alcune rigiardanti Chiusi e Città della Pieve.

Presso un’abitazione privata sono state rinvenuti 82 reperti della cività greca ed etrusca risalenti dal sesto al quarto secolo avanti Cristo. I reperti facevano parte della collezione del conte Napoleone Passerini di Chiusi e sono stati ceduti a terzi senza notificare il passaggio di proprietà allo Stato.

Altri dieci dipinti “falsi”, realizzati in Svizzera in tempi recenti e spacciati come opere della manifattura fiorentina e toscana del Trecento, Quattrocento e Cinquecento sono stati intercettati e bloccati grazie alla sinergia con l’Agenzia delle Dogane. A importarli in Italia era una società elvetica con la scusa di sottoporli a interventi di restauro che invece non servivano. In realtà la società svizzera mirava a ottenere una certificazione degli uffici del Ministero per i beni culturali che avvalorasse la datazione e la provenienza dell’opera. Operazione fallita. Denunciati per questo due italiani residenti all’estero.

I Carabinieri hanno recuperato anche altri oggetti preziosi rubati al museo Stibbert di Firenze nel 1977. In particolare, nell’aprile 2016, grazie alla segnalazione di uno studioso di arte islamica, è stato recuperato in una casa d’aste di Londra un prezioso khanjar, un pugnale in acciaio damaschinato in oro, con giade e rubini incastonati, di eccezionale valore storico. Comprato in Italia per sessantamila euro da un belga, è stato messo all’asta da quest’ultimo per quattrocentomila euro. L’intervento dei carabinieri ha consentito di recuperarlo e restituirlo allo stato italiano.

Fra Arezzo e Roma sono stati invece recuperati 48 importantissimi volumi del sedicesimo secolo rubati dalla biblioteca del capitolo della cattedrale di Città delle Pieve. Anche in questo caso i volumi trafugati erano stati messi all’asta a Roma. Il responsabile dell’archivio diocesano della città umbra li ha riconosciuti dal catalogo e ha chiamato i carabinieri che, dopo una serie di indagini, hanno identificato un collezionista toscano a cui hanno sequestrato altri 14 volumi, anche quelli tutti rubati.

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