LA CASA DELLA SALUTE DI CHIUSI CITTA’ E UNA DELIBERA DELLA ASL RIMASTA LETTERA MORTA. COME MAI?

venerdì 03rd, marzo 2017 / 10:48
LA CASA DELLA SALUTE DI CHIUSI CITTA’ E UNA DELIBERA DELLA ASL RIMASTA LETTERA MORTA. COME MAI?
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CHIUSI – A margine delle polemiche esplose in Consiglio Comunale sui profili social dei 5 Stelle e del Pd, a proposito della Casa della salute e del centro Medico presso la Misericordia e dopo l’articolo pubblicato da Primapagina, Luciano Fiorani ci segnala una delibera del Direttore generale della Asl, la n. 414 del 13.11.2014. Cioè quasi due anni e mezzo fa.
Tale delibera ha per oggetto “Accordo tra AUSL7 Zona Val di Chiana Senese e Aggregazione Funzionale Territoriale n. 8 per la costituzione Casa della Salute di Chiusi” e recita:

Nel Centro storico di Chiusi, presso i locali dell’attuale distretto, viene realizzata la Casa della Salute, quale struttura principale della AFT n° 8. I Medici di Medicina Generale (MMG) indicati nell’allegato A si impegnano ad essere presenti presso la struttura nei rispettivi orari per complessive 41 (quarantuno) ore settimanali, distribuite in orario antimeridiano e pomeridiano dal lunedì al venerdì, da aumentare in caso di maggiore domanda sanitaria (vedi allegato). La Asl 7 garantisce l’indennità per il collaboratore di studio e di infermiere professionale a tutti i Medici di Medicina Generale ed al Pediatra di Libera Scelta che prestano la loro attività professionale all’interno della Casa della Salute, nelle modalità e tempi disciplinati nel presente accordo”.

La Usl paga oltre 117.000 euro per questa convenzione.

Ecco, la differenza tra la Casa della salute di Chiusi città (struttura pubblica) e il centro medico presso la Misericordia di Chiusi Scalo (struttura privata), evidenziata anche nella mozione di 5 Stelle è nella presenza di un “collaboratre di studio” e infermieri nel Centro Medico dello Scalo cosa che evita lunghe code, magari per una sempice ricetta ripetitiva, mentre nella Casa della Salute presso l’ex ospedale queste figure non ci sono.

Il centro medico, gestito da una cooperativa di medici associati, ha evidentemente sfruttato l’opportunità offerta dalle normative ottenendo un contributo/incentivo dalla Asl per tali servizi di supporto, diciamo.  Ma come mai nella casa dela salute del centro storico ciò non è avvenuto nonosante la delibera del Direttore Generale del 2014? Se la Asl “garantisce l’indennità per il collaboratore di studio e l’infermiere professionale”, spendendo pure dei soldi a tal proposito, ma il collaboratore e l’infermiere non ci sono, vuol dire che qualcosa non ha fuzionato e la delibera del 2014 non è stata attuata.
Come sono stati spesi i soldi destinati alla copertura di questa esigenza?

Al di là delle polemiche, delle divagazioni sui contraccolpi che la “disparità” di condizioni tra le due strutture può generare alla già asfittica economia del centro storico, divagazioni un po’ pretestuose e forse indotte da qualche operatore,  il problema sussiste e crediamo debba essere risolto. Crediamo che la delibera n.414 del 2014 debba essere attuata, portando la Casa della salute presso l’ex ospedale ad una condizione paritaria con il Centro Medico dello Scalo. Tanto più che la struttura pubblica è quella di Chiusi città. L’altra è una libera scelta dfatta da 9 medici di base, che hanno deciso di associarsi in cooperativa e riunire gli ambulatori in un unico edificio, garantendo sostituzioni e servizi aggiuntivi, a vantaggio dell’utenza.

Non sappiamo per quale motivo la delibera del 2014 sia rimasta lettera morta, riteniamo però che il Comune debba immediatamente verificare la situazione e, se effettivamente il protocollo non è stato rispettato e attuato, debba chiederne il rispetto e l’attuazione, senza indugi.

La Casa della Salute di Chiusi città è una struttura importante, ha gli stessi servizi del centro dello scalo, garantisce la copertura di molte esigenze sanitarie di base, ma se è prevista la presenza di un collaboratore d’ufficio e un infermiere professionale per fare da filtro e supporto e limitare le file e le attese, queste figure ci devono essere. Senza se e senza ma.

E’ vero che in Italia sono vent’anni  e passa che la sanità pubblica viene progressivamente e sistematicamente impoverita e smantellata a vantaggio di quella privata o privatistica, ma in questo caso l’ente gestore della sanità pubblica nel territorio (la Asl) la parità di trattamento l’ha messa in delibera e ha previsto pure uno stanziamento in denaro per entrambe, solo che la struttura privata l’ha utilizzato, quella pubblica no. Qualcuno dovrà spiegare perché. E prima lo fa e meglio è.

 

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