Castiglione del Lago: 800 mila euro per rifare la pista ciclabile finita sott’acqua… Ma c’è chi dice no: meglio cambiare percorso!

mercoledì 15th, marzo 2017 / 16:32
Castiglione del Lago: 800 mila euro per rifare la pista ciclabile finita sott’acqua… Ma c’è chi dice no: meglio cambiare percorso!
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CASTIGLIONE DEL LAGO -Il cosiddetto “anello” pedonale e ciclabile intorno al lago Trasimeno è sicuramente una delle attrazioni del comprensorio lacustre per gli amanti del turismo dolce. E’ anche un elemento che arricchisce l’offerta sportiva, perché non sono pochi i cittadini che usano quel percorso per fare trekking o una pedalata per tenersi in forma e nello stesso tempo ammirare un paesaggio certamente suggestivo.

Come il “Sentiero della Bonifica” che corre da Chiusi Scalo ad Arezzo sfruttando le strade di bonifica e gli argini dei torrenti e del Canale Maestro della Chiana, anche l’anello del Trasimeno costituisce una opportunità e una ricchezza per il territorio. Motivo di attrazione, ma anche strumento per conoscere l’ambiente lacustre, i suoi borghi, le sue tradizioni.

Però, da quando è stata progettato, negli anni 90, il percorso che costeggia il lago umbro non ha mai trovato pace. E non è mai stato del tutto completato. Non ha mai trovato pace perché soprattuto la parte più suggestiva dal punto di vista ambientale e naturalistico è finita spesso nel mirino di contestazioni, ma anche… sott’acqua, quando il livello del Trasimeno è tornato ad alzarsi dopo anni e anni di magra.

Parliamo del tratto che da Castiglione del Lago arriva fino a Borghetto di Tuoro, attraversando l’area dell’ex aeroporto militare castiglionese, tra i canneti del “padule”… Anche la stampa tedesca sparò a zero sul progetto, dimostratosi evidentemente poco lungimirante (ne parlammo ampiamente anche su Primapagina).pista 2

All’ingresso dell’ex aeroporo adesso c’è un cartello che annuncia e  presenta un nuovo progetto per il rifacimento della pista ciclabile, proprio in quel tratto.  Ma anche questo nuovo intervento trova delle contestazioni. Tra queste anche un atto parlamentare (atto di sindacato ispettivo) richiesto a luglio 2016 da 6 deputati del Movimento 5 Stelle, i quali si chiedono se non sia il caso di interpellare la Corte dei Conti, per verificarese il rifacimento possa considerarsi come danno erariale. Ciò perché l’importo previsto (800 mila euro) è circa il doppio del costo iniziale di realizzazione di quel tratto di percorso, costato, a fine anni ’90, 854 milioni di lire, circa 440 mila euro.

I Deputati grillini sottolineano il fatto che l’area in questione è un parco naturalistico di grande pregio e  presenta particolari caratteristiche ambientali ed è protetta e sottoposta a vincolo (in quanto SIC – sito di importanza comunitaria e ZPS-  zona a protezione speciale). Ricordano che il progetto orignario prevedeva che la pista passasse dietro la ferrovia, circa 1 km a monte dalla riva del lago, ma tale idea fu abbandonata per realizzare il traciato nelle immediate adiacenze dello specchio d’acqua. Era il 1998 e la Soprintendenza espresse parere negativo. Dopo una serie di aggiustamenti e pure un sequestro per difformità il progetto fu definitivamente approvato nel 2002 e realizzato interamente lungo le sponde del lago, su terreno demaniale, e, consapevolmente, in alcuni tratti sotto lo zero idrometrico.

Agli inizi del 2014 il livello delle acque del lago Trasimeno ha cominciato a risalire ed ha raggiunto lo zero idrometrico. La pista ciclabile si è allagata in più punti, diventando in parte non percorribile, così da essere chiusa, ma soltanto più di un anno dopo, nell’esate 2015, tramite un’ordinanza del sindaco di Castiglione del Lago, con un certo rischio per l’incolumità dei ciclisti dirottati sulla S.R. 71 certamente poco adatta e pericolosa.

Ma c’è, secondo alcuni, anche una questione di impatto ambientale e di rischio per l’avifauna e per la biodiversità dell’area in questione.

L’architetto milanese Severpaolo Tagliasacchi che in passato ha lavorato a Castiglione del Lago e frequenta spesso la zona,  ma è anche esperto di questioni ambientali, sostiene che l’area dell’ex aeroporto “era l’unica intorno a tutto il lago che aveva mantenuto intatta la sequenza degli ecotoni che partendo dallo specchio d’acqua si interrompevano solo contro il tracciato della strada SR71”. Gli ecotoni sono gli ambienti di transizione tra due ecosistemi, e più in generale tra due ambienti omogenei. Gli ecotoni contengono specie proprie delle comunità confinanti e specie esclusive dell’area ecotonale stessa, e quindi possiedono un’elevata biodiversità e ricchezza. 

Ora, secondo l’architetto Tagliasacchi, “l’importanza di mantenere intatta questa area di grande valore dal punto di vista ambientale, contrasta con il progetto relativo alla realizzazione del tracciato della pista ciclabile all’interno dell’aeroporto, così come previsto”. Tanto più – contina Tagliasacchi –  “se il tracciato dovesse essere, come pare,  realizzato sopraelevato su terrapieno, rispetto al piano di campagna, questo costituirebbe un ulteriore danno ambientale in quanto impedirebbe la migrazione di anfibi e rettili, cioè di una parte significativa della fauna, presente nell’area.

“Meglio un tracciato su palafitte, come ce ne sono in altri laghi, vedi Massaciuccoli, oppure, meglio ancora – conclude l’architetto milanese – prevedere un percorso diverso, seguendo pedissequamente il tracciato della viabilità ordinaria della statale SR71 per poi continuare e riallacciarsi come è stato previsto all’anello,  in località Badiaccia, poco prima di Borghetto”.  In sostanza tornare al progetto originario degli anni ’90. Una bocciatura quindi del tracciato realizzato e finito

Insomma, come cantava Francesco Baccini, “sotto questo sole è bello pedalare”… E le piste ciclabili sono fondamentali. E belle da percorrere. Ma vanno fatte con criterio e non “ad minchiam”.

m.l.

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