IL GIORNO DELLA MEMORIA E LA “MEMORIA” DEL PRESENTE: GLI OLOCAUSTI DI OGGI

venerdì 27th, gennaio 2017 / 15:34
IL GIORNO DELLA MEMORIA E LA “MEMORIA” DEL PRESENTE: GLI OLOCAUSTI DI OGGI
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Questa sera, domani e domenica al Teatro Arrischianti di Sarteano va in scena una piece  intitolata “dall’Inferno alla luna” messa in scena per celebrare il Giorno della Memoria. Il testo, del francese  Jean Pierre Thiercelin, in sostanza si sviluppa attorno ad una domanda: ha ancora senso ricordare, interrogarsi, piangere su quella tragedia di 70 anni fa che fu l’Olocausto? Olocausto non solo degli ebrei, ma anche di altre “minoranze” come i Rom e e i Sinti, o gli omosessuali, o i comunisti, questi ultimi discriminati e trucidati non per questioni di razza o di diversità, ma perché sicuri oppositori del regime hitleriano e del fascismo…

Certo che ha senso. La memoria non va smarrita, Un Paese senza memoria non ha futuro… Ma ha senso solo se si ha memoria e cognizione anche del presente. E di altri olocausti, che ci passano sotto gli occhi e noi magari ci facciamo poco caso.

Non ha senso, oggi, gennaio 2017, parlare, ricordare, piangere ascoltando le parole, i ricordi, le canzoni pure, degli internati nei lager di Auschwitz, Dachau, Treblinka, Birkenau, guardando film come La Vita è bella o Shindler’s list, o Il pianista, se non consideriamo ugualmente inaccettabile, insopportabile quello che sta accadendo a centinaia, migliaia di migranti e profughi a Belgrado e ai confini balcanici. Gente ammassata, in campi di fortuna, in locali dismessi, in mezzo alla neve, con temperature sotto zero, in fila per un pasto, per un pezzo di pane e una bottiglietta d’acqua… Uomini, donne e bambini con lo stesso sguardo perso di quelli che i soldati dell’Armata Rossa trovarono ad Auschwitz 70 anni fa.

Non ha senso se non consideriamo un olocausto anche ciò che sta succedendo ad Aleppo, o le morti per naufragio e affogamento di decine di migliaia di migranti nel Mediterraneo, ormai più cimitero dei cimiteri di guerra… Se non ci si rende conto di cosa voglia dire il muro di Gaza, o cosa significhi la decisione di Trump di alzare un muro tra Stati Uniti e Messico…Belgrado

Cantiamo pure, oggi, tutti insieme Auschwitz di Guccini… commuoviamoci ancora. Ma non cambiamo canale quando vediamo scorrere in Tv le immagini che arrivano dalla Siria, dai confini balcanici, da Lampedusa… Stiamo attenti a non trasformare il Giorno della memoria nel giorno della messa in pace della nostra coscienza, a non cosiderarlo solo un modo per sentirci in pace con noi stessi, come quando doniamo 2 euro con un sms per i terremotati e poi ce ne freghiamo di chi costruisce dove non si dovrebbe, di chi usa meno cemento di quanto necessario, di chi considera la tutela dell’ambiente come un optional su cui sorvolare… Ci scarichiamo la coscienza, ci mettiamo l’anima a posto con due lacrimucce, e un po’ di commozione scadenze fisse, e poi ce ne infischiamo delle regole, anzi cerchiamo sempre e comunque il modo di aggirarle…

Andiamo a vedere lo spettacolo a Sarteano. Perché vale la pena. Perché la regista Laura Fatini e i suoi fratelli propongono una domanda serissima. Ma andiamoci sapendo che l’inferno, purtroppo, non è finito nel ’45. E la luna da lassù ci guarda con occhi smarriti, increduli, quasi di commiserazione.

m.l.

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