CHIUSI, IL NUOVO PIANO REGOLATORE E’ PUBBLICATO. RIPARTIRA’ L’ECONOMIA DEL MATTONE?

giovedì 15th, settembre 2016 / 12:29
CHIUSI, IL NUOVO PIANO REGOLATORE E’ PUBBLICATO. RIPARTIRA’ L’ECONOMIA DEL MATTONE?
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CHIUSI – Il sindaco Juri Bettollini l’ha definita “una giornata storica. Una di quelle giornate da ricordare  e segnare sul calendario”… La data è quella di ieri, 14 settembre 2016. Il motivo della soddisfazione è la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana del Piano Regolatore di Chiusi. Un piano, scrive Bettollini  “atteso da 43 anni e primo Piano in Toscana ad essere conforme alle norme del PIT e alle norme paesaggistiche”. Se è vero che è il primo piano conforme alle nuove norme, è anche vero che è stato l’ultimo tra quelli dei comuni del territorio circostante a vedere la luce, dopo parto lungo e doloroso. E non è vero che si tratta di un Piano atteso da 43 anni. Perché 43 anni fa fu varato il piano precedente, Ma non è che quello è scaduto alla nascita. Un suo tempo di attuazione l’avrà avuto. Infatti si cominciò a discuterne l’adeguamento alla fine degli anni ’80 e poi alla fine degli anni ’90 (con Ciarini sindaco) e infine anche con Ceccobao… E se Bettollini può a buon diritto vantare l’approvazione del nuovo Piano come un successo (per avercela fatta dopo tanti tentativi andati male, in precedenza), va anche detto che al governo della città c’è sempre stata la stessa maggioranza. Dai tempi di Ciarini ad oggi. E Bettolini, come Scaramelli prima di lui, sono in totale continuità con chi c’era prima anche se nel frattempo il partito di maggioranza ha cambiato nome, segretario e bandiera. Ed è quella maggioranza che non è stata in grado o non ha voluto redigere un nuovo piano urbanistico.

Fatta questa premessa, giusto per smorzare un po’ l’enfasi, è evidente che la pubblicazione del Piano nel BURT sia un fatto. Lo strumento urbanistico e i suoi regolamenti possono piacere o meno, si possono definire equilibrati o, al contrario, squilibrati, realistici o troppo ottimistici, razionali o elefantiaci, strumenti di gestione oculata del territorio o strumenti per nuove colate inutili e dannose come sono stati definiti dai sostenitori o detrattori, ma almeno adesso ci sono.

La fase dell’incertezza, del limbo, è finita. Scrive Bettolini: “È la possibilità di credere che la nostra Città possa avere uno sviluppo equilibrato, sostenibile, ambizioso. È la possibilità che permette di dare una prospettiva concreta ai grandi temi del nostro paese come la fornace, la fortezza, il centro carni, il patrimonio archeologico. È la possibilità di creare nuove forme occupazionali; è la possibilità di riguadagnarci quel ruolo centrale che ci compete nel rilancio economico del territorio. È lo stimolo che possa farci tornare a credere in noi stessi, nelle nostre potenzialità, nelle nostre infrastrutture, nella nostra identità. È la voglia di credere che il futuro non è una minaccia ma un’opportunità in cui scommettere tutti insieme”.

 Enfatizza ancora? Sì. Ma questo fa parte del gioco, della politica. Normale che il sindaco lo faccia. Sarebbe strano se non lo facesse. 

Tra le cose più rilevanti previste dal Piano c’è la riduzione del 50% degli oneri di urbanizzazione e la rimodulazione delle tariffe delle pratiche edilizie. Un incentivo non da poco per rimettere in moto la macchina dell’economia delle costruzioni. Anche per ristrutturazioni, cambi di destinazione, adeguamenti…  Siccome Chiusi è una città che da decenni non cresce, anzi dal punto di vista demografico cala, il rischio è che sia un incentivo anche a cementificazioni selvagge e senza riscontri di mercato, come è avvenuto spesso in passato a Chiusi e non solo a Chiusi. Ma Bettolini & C. sono convinti che fosse un rischio da correre. E dal punto di vista dell’Amministrazione locale, che aveva promesso il Piano entro settembre, è un punto a favore nel pallottoliere. 

Si tratta di vedere, adesso, se sarà un punto a favore anche della città, degli interessi collettivi e non solo di chi opera intorno al mattone.

m.l.

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