LA GUERRA DEI (E SUI) CINGHIALI: BETTOLLINI CONTRO LA PROVINCIA, I 5 STELLE CONTRO BETTOLLINI

martedì 09th, agosto 2016 / 16:19
LA GUERRA DEI (E SUI) CINGHIALI: BETTOLLINI CONTRO LA PROVINCIA, I 5 STELLE CONTRO BETTOLLINI
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CHIUSI – Così no va! Bisogna rivedere tutto! Si è fatto riprendere dalle telecamere in mezzo a un campo di granturco devastato dai cinghiali  il sindaco di Chiusi Juri Bettollini per lanciare la sua campagna contro la politica venatoria della Provincia di Siena, che è diversa da quelle attuate in altre province toscane, come Grosseto e Arezzo. “Fermi tutti, si sta sbagliando ancora. Siamo già al collasso. Sono pronto ad azioni forti nella difesa degli agricoltori e della tradizionalità della caccia”, dice Bettolini chiedendo il coinvolgimento delle‬ squadre cinghialare nella gestione dell’equilibrio territoriale. Tutto il resto non funziona. Il cacciatore deve tornare ad essere una pedina fondamentale nell’equilibrio tra fauna selvatica, tradizione e agricoltura”. Non ha detto cosa intenda per “azioni forti” (trattandosi di squadre armate con fucili a pallettoni c’è da preoccuparsi?), ma il grido di allarme è forte e chiaro.

Così come in altre zone della Toscana si si lanciano campagne contro il proliferare dei lupi che attaccano le greggi, in Valdichiana il problema più grosso sembra essere quello dei cinghiali e degli ungulati in genere (anche caprioli, daini ecc.) e Bettollini che è stato ed è egli stesso cacciatore membro di una squadra di cinghialai, alza la voce anche contro la gestione operata dalla Provincia, quindi dai suoi stessi compagni di partito. Ma appare deciso a sostenere la battaglia delle squadre cinghialare per ottenere il diritto a partecipare a pieno titolo alla caccia di selezione e all’attività di tutela dell’equilibrio faunistico e ambientale.

Naturalmente la “sparata” di Bettollini ha fatto eco e qualcuno l’ha subito definita una incongruenza. Lo ha fatto per esempio Fabiano De Angelis, esponente dei 5 Stelle di Chianciano:

“Il noto esponente del PD locale nonché integralista cinghialaio, Bettolini, lamenta la totale inadeguatezza del suo partito nel risolvere ed addirittura affrontare il problema dei danni provocati dai suoi amati ungulati, nel nostro territorio. La nostra Regione, le Province sono da sempre amministrate dal PD ed il fallimento nella gestione della caccia(ma non solo) è assolutamente evidente. A giugno scorso la Corte Costituzionale ha bocciato la Legge Regionale 88/2014 di riforma della caccia, gli ATC toscani, dichiarati illegittimi perché sovrapponibili alle vecchie Province, non hanno la certezza di poter continuare ad operare per il prossimo anno. La Legge obbiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana, fatta a febbraio scorso con il fortissimo appoggio di Scaramelli (che ai cinghialai deve molto) è e continuerà ad essere un fallimento, peraltro annunciato dal M5S, che in commissione regionale aveva anche provato ad emendarla, senza essere però ascoltato“.

Srive ancora De Angelis: “La colpa,dei danni provocati dai cinghiali è dei cacciatori che cacciano in “braccata”. Hanno chiesto ed ottenuto, a suo tempo, dal governo Provinciale ripopolamenti con capi non autoctoni, provenienti dall’est Europa più grandi e più prolifici, li hanno foraggiati ed abbeverati(nell’ATC 17 sono arrivati a predisporre dei piccolissimi laghetti artificiali). Trent’ anni fa, prima dell’avvento delle “Squadre” i cinghiali non erano un problema, lo sono diventati per colpa di questi sedicenti cacciatori, ci sono studi scientifici condotti,anche per venti anni,in Francia e Spagna che dicono che la caccia in braccata favorisce la crescita numerica e produce nei branchi uno sbilanciamento per classi di età, con prevalenza di individui giovani che sono i responsabili dei danni maggiori all’agricoltura“.

L’attacco di De Angelisi ai cinghialai e a Bettollini non finisce qui: “Le squadre di cinghialai hanno gestito le aree a loro assegnate come un territorio privato per oltre due decenni, i risultati li vediamo tutti i giorni, anche sulle nostre strade. Vengo da una famiglia di cacciatori, nonno prima e padre poi, cacciavano la piccola selvaggina ed i cinghiali con la tecnica della “Girata”, conosco e rispetto questa ancestrale vocazione umana, ma proprio no, non riesco a considerare chi aspetta un branco di cinghiali fermo sotto un albero, un cacciatore. I “Rambo de noantri” con carabine cal.30-06 (M-60 la mitragliatrice di Rambo era cal.7-62 Nato, calibro equivalente) proprio non riesco a definirli “cacciatori”. Quindi vorrei sapere di quali tradizioni blatera il Bettollini, i cacciatori tradizionali non sono quelli delle “squadre”, ma quelli che cacciavano lepri, fagiano starne e beccaccini e che con le aree vocate ai cinghiali hnno visto spartire o dimuniire sensibilmente la selvaggina… Per risolvere veramente il problema bisogna tornare al passato quindi, sostenere la caccia alla piccola selvaggina, diminuire drasticamente le aree vocate al cinghiale, scollegare le “squadre” dal territorio, assegnando le aree di caccia a rotazione (inibendo così il foraggiamento, che nonostante i divieti viene costantemente attuato dai cinghialai) e riducendo progressivamente fino a farla cessare del tutto questo tipo di pratica venatoria, sostenendo la caccia in girata, quella col cane limiere e quella di selezione. Una volta riportato il numero di cinghiali a cifre meno assurde, si potrà finalmente integrare efficacemente la caccia con sistemi incruenti di prevenzione, come recinzioni anche elettriche, dissuasori di vario tipo e ‘colture schermo’. Con L’obiettivo di far diventare davvero gli interventi di abbattimento un evento sporadico e non strutturale…

Ma l’esponente 5 stelle fa anche due conti di tipo elettorale:
In Toscana le squadre di cinghialai sono circa quattrocento, in media contano 50 persone, tutte over 40 anni, con famigliari che votano, in totale la caccia al cinghiale vale tra i 50 e 60 mila voti. secondo voi il PD i cinghiali li vuole o no? E se vogliono servirsi esclusivamente delle squadre per la gestione del cinghiale su tutto il territorio regionale che lo dicano apertamente e facciano una norma chiara in questo senso, assumendosi anche la piena responsabilità dei risultati“.

 

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