CHIUSI: ORIZZONTI CHIUDE IL SIPARIO. MA IL VIAGGIO CONTINUA. CIGNI CONFERMATO PER ALTRI 3 ANNI

lunedì 08th, agosto 2016 / 15:47
CHIUSI: ORIZZONTI CHIUDE IL SIPARIO. MA IL VIAGGIO CONTINUA. CIGNI CONFERMATO PER ALTRI 3 ANNI
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CHIUSI – Quando si smonta un palco che ha visto cose molte belle nei giorni precedenti, si avverte sempre un senso di vuoto. Non solo perché la piazza, che era “piena” del palco e della platea, torna ad essere quella di sempre, ma perché si ha la sensazione che tornerà anche il deserto. Il silenzio. Che sono anche belli, piacevoli. Ma al loro posto. Dove ci deve essere deserto e silenzio. In una piazza un po’ di vita e di rumore non fa male…

A Chiusi oggi si respira aria di smobilitazione. Di fine di un viaggio. E’ una sensazione triste. E quelle facce giovani e scapigliate, quei violoncelli a tracolla, quei badge al collo, quelle voci con accento diverso da quello del luogo già mancano. Se ne sono andati tutti o quasi tutti. Orizzonti 2016 è finito ieri sera. Ed è finito in gloria, con una intervista-spettacolo del giornalista orvietano Pino Strabioli (Rai)  ad Arturo Brachetti, numero uno al mondo del trasformismo… Personaggio e artista incredibile… uno che impiega un secondo e mezzo per cambiarsi d’abito (pantaloni, giacca, camicia, scarpe e calzini… In qualche caso anche la cravatta) e ricomparire sotto tutt’altra veste, anche molto diversa… Uno che è mimo e giocoliere, disegnatore e prestigiatore, saltimbanco e fine dicitore, acrobata e ballerino, maschera multiuso… e

Insomma un mago del palscoscenico. Ma anche lui a suo modo un “non allineato”, un incontrollabile incursore, devastatore e dissacratore di luoghi comuni e di consolidate tradizioni. Uno che non si è fatto alcun problema a sbeffeggiare in piazza Duomo, tra la cattedrale e il palazzo vescovile, certi vizi della Chiesa… prendendo a prestito sonetti di Pietro l’Aretino (e Paolo Poli) o divagando sulla sua educazione in seminario, sulle associazioni cattoliche ecc… Insomma una chiusura fedele ala linea tenuta quest’anno da Andrea Cigni e da tutto il festival Orizzonti.  Se qualcuno non ha gradito o ha storto il naso pazienza. L’arte non viaggia sui binari, scarta di lato come il bufalo… Spesso esce dal seminato, calpesta le aiole.

Su queste colonne abbiamo definito alcune delle compagnie e alcuni protagonisti di Orizzonti 20016 una sorta di “genio guastatori”. E qualcuno ha risposto che in fondo era solo teatro. Nulla di più. E ora che i guastatori se ne sono andati, resterà poco sul terreno…  Certo, sappiamo bene che i “guastatori” da soli non cambiano il mondo, ma senza di loro l’esercito non avanza o non riesce a difendersi. Diciamo che aiutano… Non sono loro a decidere e a impostare la strategia, ma servono a portarla avanti, a rompere gli assedi, a penetrare nelle linee nemiche… Possono essere decisivi insomma, pur essendo spesso corpi ausiliari, costruiti con soldati pescati nei bassifondi e non nelle accademie militari. Gente con poche medaglie, ma molto coraggio…

Ecco, oggi c’è senso di vuoto. Ma la conferma di Andrea Cigni alla direzione artistica anche per il prossimo triennio è una buona notizia. Dice che il viaggio continua. Che non si interrompe.  Naturalmente andranno tirate le somme e andranno fatte valutazioni sul ritorno mediatico e di critica del festival, sul ritorno turistico, sul numero di spettatori e sugli introiti, sulla risposta della città e dei dintorni, sui soldi pubblici investiti, sulla stessa tipologia e qualità delle proposte artistiche e sui luoghi utilizzati…

Si potranno chiedere aggiustamenti di tiro, ma la strada imboccata, che è quella di fare un festival particolare, con una sua specificità robusta, sembra essere una strada buona che va nella direzione giusta…

Già svelato anche il tema del prossimo anno. Sarà “Vita”. Sembra già un inno…

La città, ancora una volta, nonostante la qualità alta degli spettacoli, nonostante il buon clima intorno al festival,  non ha risposto in massa. E’ rimasta un po’ alla finestra. In qualche caso anche con un certo fastidio latente. Dai dintorni si è vista arrivare poca gente. Di questo bisognerà parlare. Non si può evitare di farlo. Come bisognerà parlare della Fondazione che gestisce il festival e altri eventi e di tutta l’attività culturale, durante tutto l’anno.

Convocare gli Stati Generali della Cultura sarebbe, secondo noi, il modo giusto per farlo. Se lo farà il Comune bene. Altrimenti dovrà convocarli qualcun altro…

m.l.

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