36 ANNI FA LA STRAGE DI BOLOGNA. QUANDO IL TERRORISMO ERA ANCHE ITALIANO…

martedì 02nd, agosto 2016 / 13:19
36 ANNI FA LA STRAGE DI BOLOGNA. QUANDO IL TERRORISMO ERA ANCHE ITALIANO…
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CHIUSI – Il 2 agosto del 1980 me lo ricordo bene. Ero un ragazzo.  Da qualche mese non più segretario di sezione del Pci, mi ero dimesso per dar vita ad un giornale… Ma alla festa de l’Unità una mano la davo. E quella mattina ero lì, alla festa de l’Unità, ad organizzare la serata… Era quasi l’ora di pranzo, arrivò Sandro Lanzani, un amico, un altro di quelli che d’estate davano una mano, era trafelato: “hanno messo una bomba alla stazione di Bologna! Mio padre è sul quel treno, cazzo! ”

Suo padre, per fortuna non era su quel treno. Nè alla stazione al momento dello scoppio. Aveva preso il treno precedente ed era già arrivato a Chiusi. Lui non lo sapeva. Ed era giustamente preoccupato. Andammo tutti insieme in un bar, facemmo accendere la tv, qualcuno si mise in macchina con l’autoradio…  I notiziari parlavano inizialmente di fuga di gas, come a Piazza Fontana. Poi emerse la verità. Una bomba. Ancora una bomba. Ancora una strage: come a piazza Fontana appunto, come a Brescia, come alla questura di Milano, come sul treno Italicus. Anche stavolta una strage di innocenti. Gente che andava in vacanza o a lavorare. Alle 10,25 di mattina, pieno giorno, con la stazione piena di gente. Ottantacinque morti e centinaia di feriti… Naturalmente la festa la fermammo. Ma non si chiuse. La sera assemblea pubblica sull’attentato e niente altro. Il giorno dopo in piazza…

Il padre del mio amico insieme ad alcuni suoi amici, per non dimenticare quel 2 agosto, ogni anno, dall’84, ha organizzato una staffetta di podisti da Milano a Brescia a Bologna. Per molti anni vi ha partecipato correndo, le ultime volte con il cuore. Quest’anno no, perché se n’è andato qualche mese fa. Ma la staffetta l’han fatta lo stesso i suoi compagni, quelli di allora e molti che si sono aggiunti strada facendo. Quest’anno c’era sua nipote: 22 anni, sudata e contenta di aver partecipato, contenta del saluto dei cittadini al loro passaggio, del saluto di sindaci e assessori di Brescia, di Parma, di Bologna…  Alla cerimonia ufficiale, davanti alla stazione di Bologna, quando ha cominciato a parlare il sottosegretario del governo Renzi, gran parte della gente si è voltata ed ha cominciato a sciamare via. Il sottosegretario ha continuato a parlare da solo davanti a nessuno…

A Bologna il treno della verità e della giustizia per quella strage non è mai arrivato…

Sono passati 36 anni da quel 2 agosto maledetto. Dalla strage più grave della storia dell’Italia repubblicana. E certe ferite non si rimarginano. E in ogni caso non si dimenticano.  I fascisti, Gladio, i palestinesi, i servizi segreti… non si è ancora capito chi mise quella bomba e chi ordinò di piazzarla… A distanza di 36 anni ho ancora nel naso l’odore di erba, sudore e polvere di quella festa de l’Unità, quando Sandro ci diede la notizia. E quell’orologio fermo alle 10,25 ci ricorda che l’Italia ha vissuto stagioni tremende, che il terrorismo lo abbiamo sperimentato anche in casa nostra ed era un terrorismo nostrano.

Mi è capitato di scrivere e raccontare di quegli anni, per questa testata, su qualche “libello” o per il teatro… Operazioni di memoria, non di letteratura. Ma al di là di questo, ogni 2 agosto sento quell’odore di erba, sudore e polvere. E mi sembra quasi odore di polvere da sparo… come quello che avvertirono i testimoni, i sopravvissuti e i soccorritori subito dopo l’esplosione di Bologna.

Marco Lorenzoni

 

 

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