LA DEBACLE PD NELLE CITTA’. IL RENZISMO AL CAPOLINEA. E ORA BETTOLLINI COME SI MUOVERA’?

lunedì 20th, giugno 2016 / 15:55
LA DEBACLE PD NELLE CITTA’. IL RENZISMO AL CAPOLINEA. E ORA BETTOLLINI COME SI MUOVERA’?
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I ballottaggi delle elezioni amministrative hanno dato un segnale chiaro. Non è vero che “con Renzi si vince”. O meglio non è vero che con Renzi finalmente la sinistra vince. Quante volte ci siamo sentiti snocciolare questo ritornello da gente che votava Ds e prima ancora Pci e si era stancata di perdere? Ecco, un primo tabù è stato sfatato. Con Renzi la sinistra perde. E di brutto. E il renzismo sembra già arrivato al capolinea.

E’ indubbio che il voto di ieri in alcune delle più grandi città d’Italia e in tante altre piccole e medie abbia segnato un punto di svolta e abbia registrato e certificato una forte voglia di cambiamento.

Per Renzi e il renzismo è una debacle totale, paragonabile solo a Waterloo o Caporetto. Una disfatta su tutta la linea. Dal nord ovest al nord est, dalla Liguria alla sicilia, dalla costa tirrenica a quella adriatica. E anche nelle ex zone rosse, nelle roccaforti… Hanno resistito Bologna e Ravenna. Ha tenuto di poco Milano… Ma in Toscana, per dire, il Pd ha perso 5 ballottaggi su 6 (Grosseto, Cascina, Sesto Fiorentino, Montevarchi e Sansepolcro). Ha vinto solo ad Altopascio. E ha perso a destra e a sinistra.

Il Pd, questo Pd, Renzi e il renzismo sono riusciti, nelle città, ma anche a livello nazionale, in un’impresa titanica: trasformare e accreditare un movimento di protesta, alquanto populista, come i 5 Stelle come partito di governo. Gli hanno consegnato le chiavi della Capitale e di altre città come Torino. Lo stesso Centrodestra, surclassato nelle metropoli, laddove si è presentato unito e non con il volto facinoroso della Lega ha riconquistato posizioni.  E diversi comuni.

La vittoria dei 5 Stelle è senza dubbio rilevante, perché non era scontata alla vigilia. Trovarsi ad amministrare Roma (e anche Torino) non è, con tutto il rispetto, come governare Livorno e Parma. Non è la stessa cosa giocare al “Picchi” o all’Olimpico. Cambia proprio la prospettiva…

Comprensibile la gioia, l’enfasi e la soddisfazione del popolo grillino. Chi non esulterebbe per un risultato del genere?

Qui, cari 5 Stelle, si parrà la vostra nobilitate…

Chiaro, poi, che sui candidati 5 Stelle siano caduti, almeno a Roma e Torino (ma non solo) gran parte dei voti della destra che ora chiederà il conto… Come è chiaro che Fassino, per esempio, abbia pagato non tanto le magagne della  sua amministrazione, quanto  piuttosto il fatto di essere in sella da 40 anni e di essere uno di quelli che hanno consegnato il Pd (e il Paese) a Renzi e alle sue Giovani Marmotte…

Ora, Renzi stesso è appeso ad un filo. C’è già chi chiede la resa dei conti e poi, a ottobre, ci sarà il referendun costituzionale. Potrebbe anche saltare il banco. Abbiamo visto segretari di partito dimettersi per sconfitte meno pesanti…

E certo, al di là di chi ha vinto e chi ha perso, il dato più rilevante dei ballottaggi è quel 50% di elettori che non è andato a votare. In qualche caso anche più del 50% (vedi Napoli). Chi non vota ha sempre torto. Ma il voto ci consegna amministrazioni locali elette con il 50% del 50%. Cioè con il 25% dell’elettorato. Cioè amministrazioni che sono espressioni di un cittadino su 4… Diciamo che la democrazia come governo della maggioranza del popolo, comincia a fare acqua…

In questo quadro di disfatta generale e senza appello del Pd, il risultato di Juri Bettolini a Chiusi assume, oggi, dopo i ballottaggi, ancora maggior rilievo. Come abbiamo già scritto più volte, nel risultato chiusino il Pd come partito c’entra poco. Hanno inciso di più altri fattori, altri sodalizi, altre dinamiche… Ma, indipendentemente da questo,  adesso Bettollini può spendere quel 64% e un trend in ripresa, anche dentro al suo partito. E’ uno dei pochi che hanno vinto. E bene. Ma il vento è cambiato… Dovrà tenerne conto. Se invece si chiuderà a riccio, se farà il “capataz” sprezzante e altezzoso con le minoranze consiliari e con quelle interne al Pd (se ce ne sono), farà un errore clamoroso. Un autogol di quelli che nemmeno Niccolai…

Bettollini esce rafforzato dal risultato elettorale, ma il Pd no. Il Pd ne esce a pezzi. E senza una rotta. E esce travolto anche il “Partito dell Nazione”. Qui stanno le incognite per il futuro. A livello nazionale e a livello locale.

Anche i 5 Stelle dovranno interrogarsi sul perché altrove hanno vinto e a Chiusi non ci sono andati nemmeno vicini, anzi sono stati pure sorpassati dai “podemos” pur avendo raccolto buona parte del voto della destra come è successo altrove…

Per ora nessuno, né il Pd, né i 5 Selle, né Possiamo, ha commentato ufficialmente e pubblicamente i risultati. Quelli dei ballottaggi e neanche quelli chiusini di due settimane fa. E questo non è buon segno. Anzi è un pessimo segnale… Ma la politica non doveva continuare anche dopo le elezioni?

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