PISCITELLO, LA LEGA, IL PD, I 5 STELLE: LA POLITICA DELL’ESPULSIONE FACILE… NON SARA’ CHE MANCANO LE IDEE?

giovedì 21st, gennaio 2016 / 15:35
PISCITELLO, LA LEGA, IL PD, I 5 STELLE: LA POLITICA DELL’ESPULSIONE FACILE… NON SARA’ CHE MANCANO LE IDEE?
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Dicono le cronache locali che certo sig. Marcello Piscitello, giramondo della politica, che in confronto Cassano nel calcio è un uccello stanziale, lascerà la Lega Nord, per fondare un movimento che “dia voce alla Valdichiana”. E per prima cosa sarebbe andato ad incontrare Angelina Rappuoli, leader civica di Sinalunga. Lui che è di Sarteano. Subito lo staff dirigenziale della Lega Nord senese (può sembrare un ossimoro, ma tant’è), con tale Filippo La Grassa ci fa sapere che Picscitello non lascerà la Lega Nord, ma è stato oggetto di provvedimento di espulsione dalla stessa. Come quel tale che caduto da cavallo, disse: tanto volevo scendere…

Piscitello vorrebbe – da quanto afferma – ridare voce alla Valdichiana in funzione anti Pd, anti Scaramelli, anti Renzi. Ora, probabilmente anche anti-Lega.  Qualche mese fa aveva annunciato con certa enfasi che lui e la Lega avrebbero dato battagli a Chiusi, alle elezioni comunali della prossima primavera. Nel 2011 però, lo stesso Piscitello stava con Fabio Dionori e l’Idv (ve lo ricordate? il partito di Di Pietro…) a fianco di Scaramelli, contro la Primavera locale. Che non era quella di Praga, ma qualcosa aveva in animo di cambiare… Lui stava con chi invece difendeva lo status quo.

Strana la politica. E’ piena di porte girevoli. E qualcuno, gira-gira, si perde. Ma è strana anche la frequenza delle espulsioni. I 5 Stelle a livello nazionale non fanno altro. Ne buttano fuori uno al giorno. Forse più. Loro sono moderni e con la rete ora si fa così. Il Pd è più… antico. Ma ne butta fuori parecchi anch’esso. Alla fine tra espulsi e indagati e condannati, a livello numerico è una bella lotta.

Un tempo un’espulsione da un partito faceva notizia. Era un caso clamoroso. E doloroso. Non solo per gli espulsi. Anche per gli espellenti. Chi ha una certa età ricorderà il caso di “quelli del Manifesto” cacciati dal Pci: Pintor, Rossanda, Natoli, Magri, Parlato, Castellina… Erano rotture epocali, che sfasciavano pure le famiglie (Luciana Castellina era la moglie di Reichlin, per dire…).

Oggi si espelle con facilità. Con nonchalance.  Con l’arroganza e la protervia degli ignoranti. La politica sembra diventata il Palermo di Zamparini. Con la differenza che nel Palermo i soldi ce li mette lui,  Zamparini; nella politica, in genere, ce li mettiamo tutti noi.

Nella politica 2.0 dell’era Renzi-Grillo-Salvini (che solo a pronunciarli questi nomi, ti viene il dubbio di aver perso qualche passaggio o di vivere in un film di Checco Zalone) non si discute più. Si butta fuori. A destra, al centro e  a sinistra, con uguale sicumera.

Poi nei partiti, Pd in testa, oltre alle espulsioni, ci sono anche le fughe, i mancati rinnovi, gli accordi sottobanco dei giocatori con altre società… C’è gente che si svincola a parametro zero e cambia casacca con una facilità disarmante. Pur di rimanere in qualche modo in sella. O nel giro.  Verdini, Alfano e Bondi, ma anche Tosi, che fanno il filo al Pd sono un must…

Sì, perché nell’Italia al tempo della crisi, l’unico giro che funziona, l’unico giro che conta, è quello della politica. E degli amici della politica. Anche in assenza di politica. E soprattutto in assenza di ideali. Diciamo pure di idee. Ma le idee sono un optional non richiesto. Quello che conta sono i posti, altro che le idee… E in certi casi va bene tutto, anche uno strapuntino…

Marco Lorenzoni

 

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