MA CHI E’ QUESTO CORBYN? MEGLIO LUI DI RENZI E GRILLO. ECCO PERCHE’…

mercoledì 30th, dicembre 2015 / 18:45
MA CHI E’ QUESTO CORBYN? MEGLIO LUI DI RENZI E GRILLO. ECCO PERCHE’…
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La rivista LEFT (che già dal nome dice come la pensa e questo è un bene, visto che ormai anche testate storiche come l’Unità non si sa più da che parte stanno o stanno dalla parte sbagliata) propone nel numero in edicola un ritratto di Geremy Corbyn, indicandolo come uno dei personaggi dell’anno 2015, almeno per quanto riguarda la politica.

In effetti se Pablo Iglesias, il 40enne leader di Podemos, è l’immagine personificata della sinistra moderna, giovanile, antagonista quanto basta, attenta alla comunicazione, ma non vacua,  destrorsa e piena di sé come quella di Renzi, Corbyn è invece un sessantaseienne coi capelli bianchi e la barba pure e che si dichiara “socialista”… Uno che non si veste alla moda e che alla camicia bianca con le maniche rovesciate e la cravatta preferisce il maglioncino non griffato e la giacca a vento. Uno che va in bicicletta, ma per davvero, non solo per farsi vedere dalle telecamere in vista del portone del parlamento o del municipio…

Corbyn è la riprova vivente che non basta essere giovani per essere intelligenti, capaci, motivati. Che a sessanta anni suonati non tutti sono da rottamare e che si può essere più giovani a 66 anni che a 40, se hai le idee giuste. Geremy Corbyn è il segretario del Labour Party inglese, uno che i maggiorenti del suo partito, a partire da quel Tony Blair che si è pubblicamente scusato per la guerra in Iraq, portata avanti basandosi su una menzogna, non possono vedere nemmeno in fotografia, ma che al popolo laburista piace parecchio,  come al popolo di Podemos piace Pablo Iglesias.

Eccola la nuova sinistra europea: Iglesias e Corbyn, un giovane e un militante di mezza età diventato leader piuttosto tardi, che non si vergognano a parlare di sinistra, di capitalismo di sfruttamento, di uguaglianza. E di “passione” da mettere in campo, non solo di pragmatismo. In maniera diversa tra loro (ma non troppo) propongono ricette suggestive, ma anche credibili, non campate in aria, per cambiare strada.

Corbyn per esempio è riuscito a intercettare «il malcontento di una generazione penalizzata dal debito, dall’instabilità lavorativa, dall’assenza di alloggi a prezzi accessibili e dalla distruzione del sistema di previdenza sociale» (lo scrive il Guardian, storica testata vicina al Labour), proponendo assistenza sanitaria per tutti, salute mentale per tutti, educazione per tutti. E una politica per la casa che favorisca i giovani. Ma anche “rinazionalizzazione” delle ferrovie e dei servizi pubblici, lotta alle diseguaglianze, pacifismo a oltranza. Tutti punti di forza di una politica che si pone decisamente controcorrente rispetto a quella dei suoi predecessori. E sposta la barra del Labour decisamente a sinistra. Un Labour che sta moltiplicando gli iscritti, che vede moltissimi giovani iscriversi proprio perché c’è lui, Corbyn…

In Italia non c’è un Corbyn (tranne forse Landini) e neanche un Pablo Iglesias. In Italia non c’è Podemos. C’è Renzi e un Pd che si sta sciogliendo come neve al sole, che perde iscritti diventando un partito virtuale e mette in vendita le sue sedi, anche quelle storiche ereditate dal vecchio Pci (a Siena, ex città più rossa d’Italia non ha più nemmeno la “federazione”…). C’è un Pd che imbarca Bondi, Alfano e Verdini e perde Civati, un Pd che come “strategia di innovazione “propone 9 inceneritori… e che sul lavoro ha fatto scelte che nemmeno Berlusconi…

L’Italia però è sempre un po’ indietro rispetto al resto d’Europa. Anche le mode arrivano sempre un po’ dopo. Il ’68, per esempio, da noi arrivò nel ’69, per non parlare del rock & roll e del beat… Quindi non è detto che anche in Italia non spunti un Corbyn o un Pablo Iglesias o magari qualcosa che somigli a tutti e due… Intanto, le idee di Corbyn e Pablo Iglesias potrebbero diventare motivo di confronto a livello locale. Ognuno nel suo territorio potrebbe cominciare ragionare di quel territorio con le modalità e le argomentazioni di Corbyn e Iglesias, che non sono quelle di Renzi. E nemmeno quelle di Grillo e dei 5 Stelle, che fanno politica come una setta e sostengono di non voler fare alleanze con nessuno, per statuto. Hanno una “vocazione maggioritaria” più forte di quelle di Veltroni, che fu preso per matto e le elezioni le perse nonostante un tutt’altro che trascurabile 34% dei voti… Non che non siano rispettabili, ma giocano secondo una logica che sfugge.  Corbyn e Iglesias invece parlano semplice e chiaro, usano argomenti solidi e hanno un progetto di società, un pensiero di fondo, un’ideale. E queste ultime tre cose i 5 stelle italiani non ce le hanno. O quantomeno non le danno a vedere.

M.L.

 

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