L’ISIS, I VENTI DI GUERRA… MA CHE SONNO ABBIAMO NOI!

mercoledì 09th, dicembre 2015 / 17:46
L’ISIS, I VENTI DI GUERRA… MA CHE SONNO ABBIAMO NOI!
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Già lo so che è Natale, che è tempo di alberi, regali e panettoni. Figurati se ci azzecca parlare di terrorismo e di cose brutte. Ma qualcosa non quadra. Perché sembra che i grandi governi dei supremi stati europei e le relative intelligence, all’alba e al tramonto dell’attentato di Parigi, siano un po’ caduti dalle nubi, manco st’Isis fosse nata il 13 novembre del corrente anno

Isis…? E chi l’è? Eppure la Francia, a poche ore dall’attentato aveva già bombardato la città di Raqqa, presunta sede centrale dell’Isis in Siria. In quattro e quattr’otto le intelligence hanno identificato e localizzato un centro di addestramento e una struttura di reclutamento. Dopo. Prima, evidentemente, erano in altre faccende affaccendate. Le intelligence, dico.

Insomma, tanto sconosciute le sedi operative non dovevano essere. Neanche così segreto il potenziale di rischio a largo raggio. A livello di opinione pubblica, qualche informazione allarmante era già trapelata nell’agosto del 2014, quando Hillary Clinton dichiarò che il mancato intervento degli Stati Uniti a favore della ribellione siriana avrebbe favorito la  formazione del califfato, il quale, molto probabilmente, altro non è che la derivazione di una vecchia conoscenza: Al Quaeda.

A ottobre, a fare la sua sporca figura di rivelatore dell’ultim’ora è stato invece Tony Blair che un bel giorno, anima pia, si è svegliato e ha chiesto scusa per aver fatto la guerra all’Iraq: Ops, ci siamo sbagliati io e Giorgio Bush, le armi di distruzione di massa mica c’erano e forse forse quella guerra è stata una delle principali cause della costituzione dell’Isis. Forse però, eh?

E peccato per quel mezzo milione di morti causato dalla guerra. Peccato anche per aver rotto il precario equilibrio dentro e fuori il Medio Oriente, e scusate se abbiamo contribuito a renderlo una bomba esplosiva ma tant’è, tutti possono sbagliare.  E volete ridere? Per chi non lo sapesse, Tony Blair è stato per otto anni inviato di pace in Medio Oriente (conflitto Israele/Palestina), delegato del quartetto formato da Onu, Stati Uniti, Ue e Russia.

Dichiarazioni preoccupanti ma di scarsa risonanza, evidentemente.  Troppo lontana l’Isis, qua già teniamo le rogne nostre per preoccuparci più di tanto? Sfuggita di mano a chi l’ha creata o finanziata o ne ha permesso la formazione?

Ora sì, certo, abbiamo stanziato un pacco di soldi per gli armamenti, abbiamo scoperto che Brussel era un possibile target e abbiamo chiuso in casa i suoi abitanti per una settimana, abbiamo militarizzato Roma per il Giubileo. Ora però. Dopo che siamo caduti dal pero.

Magari bastava chiedere al popolo Curdo chi l’è l’Isis. YPG (unità di autodifesa del popolo curdo) e ) YPJ (unità di protezione delle donne) sono sul fronte da due anni per combatterne l’avanzata. Chissà, magari due cosette su organizzazione, strategie, obiettivi geografici e intenti le hanno capite. Prima, non dopo.

E pure noi di primapagina, che non lavoriamo per le intelligence ma un’ideuccia ce l’eravamo fatta , a settembre del 2014, due mesi dopo il suo arrivo a Chiusi, intervistammo Malek Wannous, giornalista e scrittore siriano.

In quell’occasione gli chiedemmo un sacco di cose e gli chiedemmo anche dell’Isis. La risposta fu che: “l’Isis è un’organizzazione terrorista, frutto della politica del Caos Costruttivo. È una minaccia non solo per la Siria ma per l’umanità intera. Difficile dire chi li sostiene, quello che è certo è che si tratta di un’organizzazione forte ma non autonoma, che non potrebbe cioè sopravvivere senza l’appoggio di un potere costituito altrettanto forte. L’altra cosa certa è che si tratta di un’organizzazione di professionisti”.

Ah…ecco chi l’è l’Isis. Una minaccia per l’umanità intera, non un problemuccio del Medio Oriente. Insomma, qualche informazione qui e là sulla potenziale pericolosità, vicinanza, incombenza del mostro ce l’avevamo. Prima.

Anche il tempismo della stampa toscana si è adeguato a quello delle intelligence europee, accorgendosi di Malek Wannous a distanza di un anno dal suo arrivo. Indovinate un po’ quando? A novembre del 2015. Sei giorni dopo l’attentato a Parigi. Il 19 novembre, alle ore 19.00, il TGR Rai 3, intervista Malek Wannous e Repubblica.it Firenze, il 18 novembre, pubblica un articolo su di lui.

E quest’è. Nessun dorma ma ognuno c’ha i suoi tempi…

 

 

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