FESTE DI PARTITO, TRA GIOVANI MARMOTTE E SUGGESTIONI ANTAGONISTE

FESTE DI PARTITO, TRA GIOVANI MARMOTTE E SUGGESTIONI ANTAGONISTE
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PANICAROLA – Ci sono in giro feste di partito (ormai solo quelle de l’Unità) che Gramsci, fondatore de l’Unità,  si rivolterebbe nella tomba se solo ne avesse notizia… Roba che sembra di esser tornati ai tempi in cui i comunisti ballavano da soli, in spazi stretti, attrezzati alla meglio, con quattro baracchette e due cannicci, perché gli altri, i non comunisti, alle Feste de l’Unità non ci andavano. Anzi le schifavano proprio. Tropo proletarie, troppo popolari, troppo contadine… E poi meglio non confondersi con quelli là…

Poi, negli anni ’70-80-90 c’è stato il boom delle Feste de l’Unità, diventate di colpo feste di tutti, feste di massa, kermesse musicali imperdibili con digressioni politiche che davano la linea a Roma come a Reggio Emilia, a Milano come a Perugia, a Chiusi o Sarteano come a Riccione… Oggi no,  dopo anni di politica di celluloide (o di plastica) anche le feste de l’Unità sono tornate ai livelli del pre-boom. Festicciole de noantri. Senza più grandi concerti, senza più grandi politici, senza più alcuna sperimentazione, senza nemmeno il tentativo di sognare qualcosa di nuovo…

Routine, al minimo  livello. Quello dei principianti, ai quali sembra chissà che servire le pizze, loro che sono magari consiglieri regionali o comunali, vicesindaci o presidenti di municipalizzate. Un tempo era la regola. Normale, nessuno ci faceva caso, perché i comunisti erano fatti così. Tutti si davano da fare. Ora devi farti un selfie con la pizza in mano, se no nessuno ci crede.scara pizze

E per il resto niente. I soliti giochini, la solita “ruota”, il solito liscio, affidato alle solite orchestrine, tutte uguali, con quei nomi improbabili e le giacche coi lustrini che non suonano nemmeno,  ma usano tutte le stesse identiche “basi” per far ballare la gente in batteria come i polli d’allevamento… E’ una tristezza…

Sembrano villagi vacanze Valtour o le feste dei boy scout. Del resto la maggior parte dei nuovi dirigenti da lì vengono e quella è l’esperienza che hanno vissuto… Ma viene da sorridere a pensare che alla Festa de l’Unità di Chiusi, per dirne una, sono passati Tony Esposito, gli Stormy Six, la Pfm o Max Gazzè e personaggi come Jiri Pelikan per parlare della Primavera di Praga o il filosofo Cerroni e oggi ti ritrovi, al massimo con Stefano Scaramelli o la Saccardi… Se no anche meno.

Insomma una deriva “triste solitaria y final”, per dirla con Osvaldo Soriano…

Ma nel panorama desolante delle feste di partito targate Pd, ecco che spunta un evento sui generis. La “Festa dei giovani progressisti” a Panicarola. Si chiama così dal ’94, quando Occhetto sfidò l’emergente Berlusconi, con la lista “i progressisti”, appunto. E perse. Da allora la festa è sempre andata avanti… con alti e bassi. Ma non ha mai cambiato denominazione. Il Pds è diventato Ds e poi Pd, son cambiati strada facendo i dirigenti e i riferimenti culturali e ideali… ma i giovani di Panicarola, sempre progressisti son rimasti. Magari saranno cresciuti, invecchiati… Chi aveva 20 anni nel ’94 adesso ne ha 40… Ma sempre fedeli alla linea. E anche ad un certo tipo di proposta musicale.  Che stride, non vi è dubbio, con le orchestrine di liscio coi lustrini… E anche con la linea sempre più pop e meno rock del Pd.

Quest’anno, il 1 e 2 agosto la festa dei giovani progressisti di Panicarola propone due serate concerto con Bandabardò e 99 Posse. Due gruppi che hanno fatto epoca nella scena musicale “border line”, e – diciamolo pure – antagonista, usciti entrambi dal mondo dei centri sociali e zone contigue…  gente che canta “Cattivi guagliuni”… “Stato di emergenza”, Corto circuito”… bandabardò

Due gruppi che potevi trovare sul palco del 1° Maggio, ma anche alle manifestazioni No Tav, contro la guerra, contro il razzismo e magari a cantare nelle carceri… e anche contro la deriva democristiana imboccata dalla sinistra…

Ora le cose sono due: o i giovani progressisti panicarolesi non si sono accorti dei mutamenti genetici del Pd oppure anche i 99 Posse e Bandabardò, certo un po’ invecchiati pure loro, si stanno adeguando al nuovo credo… La terza via (o terza ipotesi) è quella che i giovani progressisti vogliano lanciare un segnale al gruppo dirigente del Pd localee mostrare i propri… muscoli.  Se quelli del Pd (i più anziani) che sicuramente non hanno mai ascoltato i 99 Posse o Bandabardò, preferendo magari Marco Mengoni, andranno a Panicarola alla festa dei giovani progressisti, ci sta che i giovani progressisti iscritti al Pd li caccino… Per deviazionismo estremista…

Il manifesto dell’evento con quel pugno chiuso che stringe il microfono, non sembra in linea coi tempi. Richiama suggestioni antiche, battaglie d’altri tempi, vecchie storie. Ma è di per sé un messaggio. Come quel crocifisso su falce e martello che il presidente indio Evo Morales ha regalato al Papa in Bolivia.

Dicono che i simboli non contano più, che la destra e la sinistra sono categorie del passato, che le ideologie sono morte e sepolte. E forse anche Bandabardò e 99 Posse sono due band un po’ datate. Ma se tutto intorno c’è un deserto pieno di boyscout e giovani marmotte che ballano il liscio in batteria, anche i 99 Posse e Bandabardò sono oro che cola…

Marco Lorenzoni

Nelle foto: in alto i 99 Posse. Al centro il neo consigliere Scaramelli serve pizze alla festa de l’Unità di Chiusi. In basso Bandabardò.

 

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