CHIUSI: SCARAMELLI E IL PD TRA FESTEGGIAMENTI, POLEMICHE E RESE DEI CONTI

venerdì 05th, giugno 2015 / 11:52
CHIUSI: SCARAMELLI E IL PD TRA FESTEGGIAMENTI, POLEMICHE E RESE DEI CONTI
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CHIUSI – Questo pomeriggio alle ore 17,00 si terrà la seduta del Consiglio Comunale, inizialmente prevista per sabato 30 maggio, giorno di silenzio elettorale, e rinviata per intervento del Prefetto. Probabilmente sarà l’ultimo Consiglio presieduto dal sindaco Stefano Scaramelli,  mister 15 mila preferenze, che eletto in regione si trasferirà a Firenze. Come avevano contestato l’opportunità della seduta nel giorno di silenzio elettorale, le opposizioni e in particolare la Primavera, contestano anche l’appuntamento odierno. Avrebbero preferito avere più tempo a disposizione per esaminare le carte relative al Regolamento Urbanistico, unico punto all’ordine del giorno e avevano chiesto un rinvio meno ravvicinato, magari a fine mese. Ma Scaramelli & C. non hanno sentito ragioni e hanno deciso di “tirare diritto”. Per la Primavera questa è arroganza politica e mancanza di rispetto del ruolo delle minoranze. E non è escluso che la protesta delle opposizioni possa assumere forme più clamorose, trasformando il saluto a Scaramelli in una sorta di battaglia campale.

Vedremo. Intanto Scaramelli si appresta a festeggiare la vittoria elettorale. Domani, sabato 6, in Piazza XXVI Giugno a Chiusi Scalo “porchetta e vino per tutti”. Migliaia di volantini in tutte le buche delle lettere annunciano l’evento.VOLANTINI SCARA

Certo, il sindaco può giustamente festeggiare. Quindicimila preferenze sono un risultato personale straordinario, oltre ogni aspettativa. E con lui può esultare quella che è stata la “macchina da guerra” della campagna elettorale, cioè l’entourage di fedelissimi, a partire da Juri Bettollini, non più solo fido scudiero e braccio destro, ma anche stratega e organizzatore di consenso attraverso contatti con associazioni e sodalizi vari, oltre che giocatore a tutto campo: mediano di interdizione quando c’è da rintuzzare gli attacchi e centravanti di sfondamento quando c’è da mostrare muscoli e faccia truce e magari chiedere le dimissioni di qualcuno. Come abbiamo visto con l’annuncio della immediata resa dei conti all’interno del Pd. Avevamo scritto, prima del voto, che Scaramelli e i suoi stavano trasformando la campagna elettorale in una sorta d referendum o di congresso interno al Pd e così è stato. Solo poche ore dopo il risultato, con l’affermazione di Scaramelli su tutto il territorio provinciale è arrivata puntuale la richiesta di dimissioni del segretario provinciale Guicciardini e di una revisione degli equilibri interni al partito che ormai pare totalmente in mano all’area super renziana.

Scaramelli, Bettollini & C. sembrano intenzionati a non fare prigionieri. Vogliono l’intera posta. Ma rischiano di ritrovarsi in mano non un partito renzianizzato, ma una scatola vuota. Certo, avrà l’uso del simbolo, che non è poco. Ma  il resto, la truppa, è un’incognita.

E le elezioni ne sono la riprova. Ha vinto Scaramelli, ma il Pd ha perso e sonoramente. In Toscana ha perso 500 mila voti su un milione: la metà dei propri consensi. In provincia di Siena ne ha persi 30 mila e a Chiusi, il “fortino” di Scaramelli, il Pd ha preso 2450 voti, 500 in meno di quanti ne prese alle comunali 2011 (sempre con Scaramelli candidato). Ma dei 2.450, 577 non hanno dato la preferenza a Scaramelli e anche questo è un segnale.

Quindi, domani in piazza XXVI giugno, il Pd ha poco da sbandierare. Quello che si è coagulato intorno a Scaramelli non è il Pd. Non è un partito. E’ un gruppo di amici e un blocco sociale diverso da quello identificabile con “il popolo della sinistra” anche se voti dell’elettorato ex Pci continua a prenderli, per inerzia e mancanza di alternative. E il successo scaramelliano è un’onda emotiva più che il risultato di una politica. Di un’opinione. E’ la vittoria dell’hashtag, dello slogan ad effetto, di una sorta di “rivalsa” nei confronti di chi la politica l’ha masticata anche troppo in precedenza.

A Scaramelli tutto questo è bastato per arrivare in Regione a furor di popolo. Basterà al Pd per il post Scaramelli? Il risultato di domenica scorsa dice che il Pd dovrà fare molta attenzione, perché sta perdendo consensi. Perché quel 40% di persone che non ha votato per le regionali, potrebbe tornare a votare per il Comune, scompaginando il quadro… Perché quei 577 voti dati al Pd ma non a Scaramelli, sono il segnale di una fronda interna piuttosto consistente; perché quelli che erano gli alleati del Pd sono praticamente scomparsi e sono comparsi invece soggetti nuovi, non alleati con il Pd, che 4 anni fa non c’erano, come i 5 Stelle o la lista Si Toscana (che ha preso pochi voti, ma su un simbolo, un nome e una proposta totalmente sconosciuti)…

E anche la questione del “successore” di Scaramelli, potrebbe creare qualche frizione e qualche scossa di troppo: l’attuale vice sindaco Sonnini, per esempio, farà il “reggente” per un anno e poi si ritirerà in buon ordine, senza alzare nemmeno un dito? Il candidato sindaco designato Juri Bettollini troverà tutti concordi sul suo nome? E fuori dal Pd cosa bolle in pentola? Chi sfiderà il candidato Pd? Tutte domande che i dirigenti Pd dovranno cominciare a porsi. Anche mentre festeggiano trangugiando porchetta…

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