BELLA CIAO! I 70 ANNI DEL 25 APRILE

venerdì 24th, aprile 2015 / 16:24
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Domani è il 25 aprile. Da 70 anni è festa. La festa della liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. La festa della democrazia ritrovata. Certo, 70 anni sono tanti. E’ un tempo lungo. In 70 anni il ricordo si annebbia. Si diluisce. E’ inevitabile. I protagonisti, i testimoni sono sempre meno. Ormai son rimasti pochi. Ma il 25 aprile è la nostra festa laica. Il natale della nostra nazione. Ed è giusto, doveroso, importante, continuare a celebrarla.

La Repubblica venne un anno dopo quel primo 25 aprile… ma senza l’insurrezione del nord, senza la resistenza dei partigiani e della popolazione, senza il sacrificio dei soldati dell’esercito che continuarono a combattere, ma a fianco degli Alleati, senza l’avanzata delle truppe angloamericane fatte anche di sudafricani, canadesi, indiani, marocchini, francesi, polacchi, la repubblica non sarebbe nata. Se oggi siamo qui, anche a disquisire sull’opportunità o meno di festeggiare il 25 aprile, e di cantare Bella Ciao, è grazie a quei quasi due anni in cui molti italiani misero in gioco la propria vita e in molti casi la persero,  per il riscatto del paese e per il futuro. E’ giusto e doveroso avere pietà umana e rispetto anche per chi combatté, più o meno in buona fede, dalla parte avversa, con addosso la camicia nera. Ma non si può mettere sullo stesso piano e considerare alla stessa stregua chi stava dalla parte giusta e chi da quella sbagliata. Anche a 70 anni di distanza dalla primavera del ’45 è bene avere chiaro chi stava dalla parte giusta e chi da quella sbagliata. Il ricordo si può offuscare, la Storia no, soprattutto non si può cambiare o riscrivere. Si può e si deve però sfrondare, anche la Storia, dalla retorica, dall’agiografia, dalla ridondanza e dai miti spesso creati ad arte per costruirci intorno operazioni politiche e di potere.

A 70 anni di distanza è possibile farlo, senza timore di scadere nel revisionismo a buon mercato o nella moda. Ma domani, 25 aprile è bene essere in piazza a rendere il giusto tributo ad una pagina fondamentale della nostra storia. E a vantare Bella Ciao. Perché il fascismo non è morto, l’odio razziale non è morto, di Resistenza contro le guerre, contro l’oppressione, contro le occupazioni straniere c’è ancora bisogno in  tante parti del mondo. E non a caso in tante parti del mondo la canzone simbolo della rivolta, del popolo in piazza, della “liberazione” è proprio Bella Ciao. Una  canzone che si può cantare e suonare in tanti modi… e in tutti i modi è una gran bella canzone.

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