BELLA CIAO! I 70 ANNI DEL 25 APRILE
Domani è il 25 aprile. Da 70 anni è festa. La festa della liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. La festa della democrazia ritrovata. Certo, 70 anni sono tanti. E’ un tempo lungo. In 70 anni il ricordo si annebbia. Si diluisce. E’ inevitabile. I protagonisti, i testimoni sono sempre meno. Ormai son rimasti pochi. Ma il 25 aprile è la nostra festa laica. Il natale della nostra nazione. Ed è giusto, doveroso, importante, continuare a celebrarla.
La Repubblica venne un anno dopo quel primo 25 aprile… ma senza l’insurrezione del nord, senza la resistenza dei partigiani e della popolazione, senza il sacrificio dei soldati dell’esercito che continuarono a combattere, ma a fianco degli Alleati, senza l’avanzata delle truppe angloamericane fatte anche di sudafricani, canadesi, indiani, marocchini, francesi, polacchi, la repubblica non sarebbe nata. Se oggi siamo qui, anche a disquisire sull’opportunità o meno di festeggiare il 25 aprile, e di cantare Bella Ciao, è grazie a quei quasi due anni in cui molti italiani misero in gioco la propria vita e in molti casi la persero, per il riscatto del paese e per il futuro. E’ giusto e doveroso avere pietà umana e rispetto anche per chi combatté, più o meno in buona fede, dalla parte avversa, con addosso la camicia nera. Ma non si può mettere sullo stesso piano e considerare alla stessa stregua chi stava dalla parte giusta e chi da quella sbagliata. Anche a 70 anni di distanza dalla primavera del ’45 è bene avere chiaro chi stava dalla parte giusta e chi da quella sbagliata. Il ricordo si può offuscare, la Storia no, soprattutto non si può cambiare o riscrivere. Si può e si deve però sfrondare, anche la Storia, dalla retorica, dall’agiografia, dalla ridondanza e dai miti spesso creati ad arte per costruirci intorno operazioni politiche e di potere.
A 70 anni di distanza è possibile farlo, senza timore di scadere nel revisionismo a buon mercato o nella moda. Ma domani, 25 aprile è bene essere in piazza a rendere il giusto tributo ad una pagina fondamentale della nostra storia. E a vantare Bella Ciao. Perché il fascismo non è morto, l’odio razziale non è morto, di Resistenza contro le guerre, contro l’oppressione, contro le occupazioni straniere c’è ancora bisogno in tante parti del mondo. E non a caso in tante parti del mondo la canzone simbolo della rivolta, del popolo in piazza, della “liberazione” è proprio Bella Ciao. Una canzone che si può cantare e suonare in tanti modi… e in tutti i modi è una gran bella canzone.
Qui a Milano stanotte si canta e si balla in ogni sezione ampi , nella sede di Radio Milano liberata e in tanti altri posti , domani la manifestazione più gremita del solito , saremo in tanti perché qui a Milano sentiamo una piccola responsabilità in più .
Buon 25 aprile allora…
La dovrebbero cantare anche i molti di quei supermercati che sono stati aperti e che invece avrebbero dovuto osservare la festa che è di tutti. Prima non capitava e non è solo la crisi questa ma una crisi prima di essere economica è anche morale. Alle novità ci si abitua subito anche a quella che la nuova italia democristiana e perbenista si camuffa sotto il nome della sinistra e che applaude il Capo del Governo che ha deciso che se non passa la nuova legge elettorale questo Governo andrà a casa. Segno di forza o di debolezza ? Di questo la maggioranza degli italiani non parla perchè non interessa a nessuno ma spesso parecchi di questi hanno un credo nel loro intimo che recita che nella politica si debba avere il decisionismo,la velocità, e l’allearsi con i voti di coloro che dicono di fare l’opposizione e che invece sono la stessa cosa del centro destra.In italiano si chiama opportunismo politico e qualcuno si spinge perfino a chiamarlo connivenza.Allora si dovrebbe spiegare al popolo bue che batte le mano quali interessi si difendono.