SCARAMELLI SE NE VA. MA LA VALIGIA E’ PIENA DI… VENTO

sabato 28th, marzo 2015 / 18:15
SCARAMELLI SE NE VA. MA LA VALIGIA E’ PIENA DI… VENTO
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CHIUSI – Il sindaco di Chiusi, Stefano Scaramelli, ha ufficializzato la sua candidatura alle regionali del 31 maggio prossimo. Salvo sorprese o bocciature da parte dell’assemblea provinciale e della direzione regionale, ci sarà anche il suo nome sulla scheda elettorale, nella lista del Pd per il collegio di Siena. Salvo sorprese dicevamo perché i candidati devono essere sei, al momento invece quelli che hanno presentato la loro candidatura sono 7. I maschi sono 4 (Scaramelli, Spinelli, Bezzini e Ricci); ce n’è uno in più. E uno è di troppo, dovrà essere ‘tagliato’. Le donne sono tre, come previsto. Scaramelli rischia il taglio? Forse no, perché è l’unico candidato maschio del sud della provincia. Ma è anche l’unico ad avere un incarico istituzionale in essere (è sindaco in carica, con scadenza 2016) e questo non gioca a suo favore.

Lui, ostenta sicurezza. Con un manifesto affisso a Chiusi e nella zona ringrazia tutti i 1472 cittadini che hanno sottoscritto la sua candidatura e annuncia “Il bello deve ancora cominciare!”. Di sicuro non è superstizioso, Scaramelli. Se no avrebbe fatto di tutto perché quei 1.472 diventassero almeno uno in più, o anche uno in meno. Perché quel numero, 1472, non è un numero bene augurante. E’ infatti l’anno di nascita della banca più antica del mondo, il Monte dei Paschi di Siena. E tutti sappiamo come è andata…

Per la verità è poco attento alle ricorrenze, perché anche il convegno per lanciare il progetto della stazione in linea per l’alta velocità a Chiusi lo fece il 21 novembre, data in cui nel ’43, la stazione di Chiusi fu bombardata e rasa al suolo…

Detto questo, come abbiamo già scritto, in altro articolo qualche settimana fa, ha già la valigia in mano e un piede sul treno per Firenze. Il problema se mai è capire cosa porti dentro quella valigia, con quali credenziali si presenterà a chiedere un voto per un seggio alla Regione.

A leggere i commenti su facebook e twitter Stefano Scaramelli sembra essere il sindaco più osannato e invidiato della provincia. Il più attivo, fattivo e concreto. Un vero “uomo del fare”, di quelli che… più fatti che parole. Anche se parla molto e spesso fuori sincrono rispetto ai suoi stessi assessori. Come Renzi, anche lui a Chiusi è un po’ l’uomo solo al comando che gli altri fanno pure fatica a seguire nelle sue accelerazioni improvvise ed esternazioni estemporanee.

Ci sarà tempo e modo per tracciare un bilancio serio e ragionato sulla gestione Scaramelli al Comune di Chiusi. Non si può dire che non abbia fatto niente, qualcosa la giunta Scaramelli ha prodotto e realizzato: il posteggio di Porta Lavinia è forse l’opera più imponente. Poi altri posteggi, i marciapiedi, le scalette, i parchi-giochi, i pannelli fotovoltaici (nei posteggi), l’avvio della demolizione del Centro Carni, la Fondazione Orizzonti… Ha risposto bene alle emergenze…Tutte cose utili e importanti, naturalmente, ma di ordinaria amministrazione. Tutte cose che la valigia per Firenze non riescono a riempirla. Il resto, se si va sulle questioni più serie e più spinose, è vento. E’ una serie di annunci. Di sparate. Rimaste per lo più lettera morta. Ci rifletta Stefano Scaramelli, si guardi indietro.

Era il 23 luglio 2013 quando su queste colonne pubblicammo un articolo sulle “incompiute dello scandalo”. Una di queste era il famigerato Centro Merci su cui sono stati spesi 2 milioni e 685 mila euro (finanziati da Patto territoriale, Fondazione Mps e Comune) e che è solo una strada di 700 metri che finisce nel nulla e chiusa da un jersey di cemento. Nulla più. Scaramelli disse allora “vi stupiremo”. Da allora un centro merci è sorto lì vicino, ma è una struttura privata. Di quello progettato e finanziato con soldi pubblici non vi è traccia. La strada è ancora esattamente come nel luglio 2013. Gli “effetti speciali” non li abbiamo visti.

Un altra incompiuta era (ed è ancora) il Depuratore delle Torri che nonostante fosse costato 20 miliardi di vecchie lire giaceva sommerso dai rovi totalmente inutilizzato e solo dopo una giornalata di Primapagina nel settembre 2012, fu ripulito e messo in funzione un anno dopo: ottobre 2013. Ma solo parzialmente, per una quantità di reflui di 300 mc al giorno, rispetto ad una potenzialità di 9.000. All’impianto era allacciata solo una parte di Chiusi Città, mancavano delle opere per poter allacciare anche Chiusi Scalo. Il giorno dell’inaugurazione il sindaco disse che tali opere (un impianto di sollevamento, in via Manzoni) sarebbero state completate entro il mese di giugno 2014, dopo di che il depuratore avrebbe funzionato a pieno regime. Ad oggi, marzo 2015, quelle opere non sono state realizzate e il depuratore continua a operare a bassissimo regime.

La terza incompiuta dello scandalo era lo stadio di Pania, finito nel dicembre 2013 anche nel mirino di Striscia la Notizia. Anche in quell’occasione Scaramelli disse la fatidica frase: “vi stupiremo!” E in effetti una decisione la prese: quella di abbandonare il progetto, nonostante i manufatti già realizzati, di mettere mano all’adeguamento del campo sportivo attuale dotandolo di manto sintetico, e di emettere un bando per la “riconversione” a palasport dell’area dello stadio incompiuto. Sembrava tutto sommato una bella mossa. Un modo per mettere una toppa sullo scandalo dello stadio, per riutilizzare le tribune e gli spogliatoi e gli impianti già realizzati ed esistenti, una soluzione per consentire alla lanciatissima squadra di volley della Emma Villas di giocare a Chiusi anche in caso di promozione in serie A… Con la presentazione del progetto da parte di Emma Villas e l’approvazione (in due tempi) da parte del Consiglio Comunale sembrava fatta. Scaramelli aveva trovato anche il cavallo di battaglia per la sua campagna elettorale. Senonché, nonostante il “ritocco” del Consiglio Comunale, Emma Villas si è tirata indietro annunciando che la serie A la  giocherà a Siena al palaEstra. Doccia gelata per il sindaco che anche in questo caso è rimasto con un palmo di naso. E con un pugno di mosche in mano. Essendo un tipo ottimista, non volendo vedersi sfuggire il cavallo da sotto il culo, ha provato a spararla ancora più grossa: “abbiamo un milione di euro in cassa, lo facciamo noi, come Comune, il Palasport al posto dello stadio”. Non solo, ha anche detto, alle assemblee pubbliche sul bilancio: “Voglio appaltare i lavori prima di lasciare il comune!”. Ma per chi lo fa il palasport, se la Emma Villas giocherà a Siena e non tornerà mai più a Chiusi? e chi lo gestirà? e perché non lo ha detto prima e non ha messo sul piatto quel milione di euro invece di farsi inchiodare dalle banche?

Perché anche questa “sparata”, come il centro merci, è vento.

Era agosto 2014, quando come primapagina, insieme ad altri soggetti ci recammo in comune per vedere se c’era la possibilità di fare un evento musicale nel piazzale della ex Fornace. Assessore, Polizia municipale e ufficio tecnico si attivarono per verificarne la fattibilità. Emerse che non era possibile per motivi di sicurezza. L’evento proposto aveva come finalità quello di mettere in vetrina ciò che la città offre dal punto d vista musicale e allo stesso tempo porre l’attenzione su quello che è e resta il luogo simbolo del passato industriale di Chiusi Scalo e sulla necessità di avviarne per quanto possibile il recupero in termini di spazi e fruibilità. Il sindaco che fece? ancora una volta alzò la posta: “sono pronto a fare passi clamorosi per porre fine al degrado dell’area, non escludo la possibilità dell’esproprio!”Anche noi, mai teneri con le amministrazioni locali, dicemmo che l’esproprio poteva essere una soluzione, forse l’unica in grado di assicurare un minimo di remunerazione alla proprietà e la possibilità di un recupero a fini di pubblica utilità. Ma son passati 7 mesi e dell’esproprio non se ne è parlato più. Ancora vento in faccia. Ai cittadini. Ci risponderà che l’ha fatta almeno ripulire e mettere in sicurezza, come l’ex dormitorio Fs, come altri edifici fatiscenti… E ha fatto bene. Ma quello del decoro e della garanzia della pubblica incolumità è un obbligo che il sindaco deve far rispettare. Non è una “strategia politica” né può essere contrabbandata come “linea della tolleranza zero”.

Chiudiamo con un altra “grande opera” sbandierata per settimane come quasi già fatta. Il 21 novembre 2014 fu presentato anche un progetto di massima al Mascagni. Parliamo della stazione in linea per l’alta velocità ferroviaria, che Scaramelli voleva realizzare nell’area del centro carni (appositamente liberata di tutti i manufatti), in sopraelevata, per un costo di circa 30 milioni di euro… La stazione Media Etruria, per “andare nel futuro”. Ma anche di quella non si parla quasi più. O se qualcuno ne parla, non parla di Chiusi (e nemmeno di Ponticelli), se mai della zona tra Terontola e il casello Valdichiana dell’A1, più centrale e più comoda per Perugia, Siena e Arezzo… Se proprio la vorranno fare, nel futuro ci andrà qualcun altro, non certo Chiusi, che subirà un ulteriore declassamento dal punto di vista ferroviario. Probabilmente (e per fortuna) non se ne farà niente, la Media Etruria rimarrà un’idea sulla carta… Ma anche in questo caso il giovane e pragmatico sindaco di Chiusi che se ne è fatto paladino, in quella fatidica valigia può metterci ben poco. Se non una manciata di parole al vento poco suffragate da numeri, dati, elementi seri di valutazione…

Sempre nel 2013 Primapagina scopre e pubblica  un nota di Arpat in cui si afferma che la falda acquifera nella zona di Fondovalle (zona industriale di Chiusi) è contaminata da nichel. Il Comune all’inizio minimizza, fa finta d niente, poi su pressioni della stampa, delle opposizioni e di un comitato si attiva, procede a verifiche e controlli a arriva alla conclusione che l’inquinamento potrebbe essere stato determinato dallo sversamento sul terreno dei materiali stoccati per anni nell’ex capannone Nigi, per conto dell’agenzia ministeriale AGEA. Quindi sporge denuncia penale contro la ditta Nigi e l’agenzia Agea. Denuncia che indica anche la necessità di una bonifica del terreno inquinato. E’ il mese di luglio 2014. Da allora nessuna notizia. Nessun passo avanti. Anzi, no, una cosa si è saputa: l’inquinamento da nichel persiste e ha registrato anche nel 2014 valori oltre la soglia come negli anni dal 2008 al 2013.  Ma da parte del Comune non sembra esserci fretta o allarme. Poteva fare qualcosa di più l’amministrazione comunale? Noi ci aspettavamo qualcosa di più.

Tutto questo per dire: basteranno queste “credenziali” (perché queste sono, non gli ashtag su twitter) a Scaramelli per essere eletto alla Regione? E Chiusi, che ormai più che una città sembra diventata un trampolino per i salti di carriera dei sindaci, chi manda in Regione, un sindaco del fare o un sindaco del vento che ha collezionato sconfitte, marce indietro, soluzioni saltate?

Comunque Stefano Scaramelli è uno che ci crede, che vuole arrivare, ha avuto coraggio a schierarsi con Renzi, quando tutto il partito stava con Bersani e lui aveva più da perdere che da guadagnare, ha mostrato per molti versi un altro stile rispetto al suo predecessore e ha anche scalato posizioni nella leadership del partito a livello provinciale e nazionale. Politicamente è senza dubbio cresciuto rispetto al 2011. Purtroppo per lui, però non è cresciuto il Pd, che anzi, rispetto al 2011, si è praticamente liquefatto anche nelle sue roccaforti, registrando un numero di iscritti inferiore a quelli di una qualsiasi bocciofila. Chiusi non fa eccezione. E avere alle spalle gran parte di un partito che non c’è… potrebbe non essere un grande capitale in cassaforte.

Certo, Scaramelli gode di buona stampa, questo è innegabile,  e di un discreto “appeal” anche in quella che un tempo era la parte avversa. Ma l’ inclinazione perfino ostentata alla politica dell’annuncio, alla propaganda, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Se non per lui alle Regionali, senz’altro per chi dovrà sostituirlo in Comune nel 2016 e dovrà spiegare tutte le “bufale” di questi anni e pure la storia del trampolino. Per la seconda volta di fila.

marco lorenzoni

 

 

 

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