RENZI E’ DI SINISTRA? NO, E’ POPULISTA. E ALLORA FORZA LANDINI!

lunedì 30th, marzo 2015 / 17:34
RENZI E’ DI SINISTRA? NO, E’ POPULISTA. E ALLORA FORZA LANDINI!
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In molte trasmissioni tv, i conduttori – da Santoro a Fabio Fazio, da Gianluigi Paragone a Luisella Costamagna, da Giovanni Floris a Tiziana Panella – rivolgono spesso una domanda agli intervistati. La domanda è “ma secondo lei, Renzi è di sinistra?”

Dopo la manifestazione di Landini di sabato 28 marzo, la domanda viene rivolta con ancora maggiore frequenza e insistenza. Con un’aggiunta: “e che sinistra è  quella di Renzi?”. panella

La risposta spesso è evasiva.  Soprattutto se a rispondere sono esponenti del Pd, sia pure della minoranza interna, tipo Cuperlo, Civati, Bersani (che non vogliono tagliarsi tutti i ponti alle spalle). Più netta se si tratta di fiancheggiatori di Renzi come il ristoratore Farinetti, lo scrittore Francesco Piccolo o il finanziere Serra.. Per questi ultimi quella di Renzi è la sinistra più moderna e avanzata, l’unica possibile nel mondo di oggi…

A spiegarci meglio che tipo di sinistra sia quella impersonata dal premier italiano e segretario del Pd, è un politologo francese. Si chiama Marc Lazar ed è uno studioso della vita politica italiana e in particolare della sinistra, uno “specialista del settore”, diciamo. Dal 1999 è professore universitario di Storia e Sociologia politica all’Institut d’études politiques (IEP) de Paris e dal 2000 al 2007 è stato direttore de “l’école doctorale” dello stesso. Attualmente è anche visiting professor presso la LUISS Guido Carli di Roma.

Ecco uno stralcio di un suo recente articolo in cui, dopo una premessa sul fatto che destra e sinistra, secondo l’accezione tradizionale, sono categorie  superate, parla di Renzi, del Pd e della forma dei partiti moderni…

Scrive Lazar:

“Il partito moderno è quello del leader che si rivolge agli individui, grazie al suo carisma e a tutti i moderni mezzi di comunicazione. Un leader forte, talora decisionista, al limite dell’autoritarismo, capace se occorre di giocare la carta populista per cercare di ridestare nei cittadini più diffidenti verso le istituzioni e i loro dirigenti il gusto della politica. In breve, una sinistra che si adatti alle mutazioni della società più individualiste e alle odierne “democrazie del pubblico” pur continuando a richiamarsi ad alcuni valori storici come l’uguaglianza – distinta però dell’egualitarismo – o la giustizia sociale per orientare la propria azione pubblica. In questo senso Manuel Valls in Francia è vicino a Matteo Renzi…”

 E’ evidente che un partito di questo genere ha poco a che vedere con la storia e la tradizione organizzativa della sinistra, sia italiana che francese. E’ evidente la “mutazione genetica” che si è registrata nel passaggio dal Pci al Pds, ai Ds, al Pd…Ed è anche evidente l’analogia tra le cose che dice Lazar con ciò che alcuni intellettuali dicevano di Mussolini e del fascismo, prima che prendesse il potere nel 1922…

Non so se Lazar voleva tratteggiare una fotografia positiva di Renzi, fornire un ritratto del premier italiano come quello di un leader moderno e al passo con i tempi. Certo i richiami al “leader forte” al decisionismo, al populismo, all’uso smodato dei nuovi mezzi di comunicazione, alla “democrazia del pubblico”, alla tendenza a blandire le spinte individualiste della società dipingono un quadro che personalmente mi fa venire i brividi. Ed è qualcosa di diverso e più inquietante della stessa democristianizzazione del Pd. E’ la deriva verso il partito dell’uomo solo al comando, del partito napoleonico…

E se questa è la deriva imboccata, si capisce anche il perché nel Pd nessuno si stracci le vesti per il clamoroso e conclamato calo inesorabile degli iscritti. Semplicemente perché gli iscritti ad un partito e ad un leader così non servono. Serve di più saper adoperare Twitter, Facebook, saper stare in tv, avere giornalisti amici e compiacenti nei quotidiani e nei tg…

Non sarà il Piano di Gelli, ma gli somiglia molto. E chi sostiene che destra e sinistra sono categorie del passato, a mio avviso asseconda questa deriva. Sarò un nostalgico rimasto ancorato a storie del secolo scorso, ma non mi pare che il conflitto sociale sia scomparso, che i poveri e i diseredati siano diminuiti, che le disuguaglianze non esistano più, che il capitale sia diventato più umano e meno famelico… E siccome queste cose (il conflitto sociale, le disuguaglianze, i poveri ecc..) esistono ancora non credo che la medicina possa essere una sinistra come quella tratteggiata da Lazar per definire Renzi e il renzismo… Quella può essere una cura che aggrava la malattia e stende definitivamente il malato. Ma un po’ di sinistra, secondo me serve. Eccome se serve. Almeno per dare voce a chi non ce l’ha.

A vent’anni dicevo di non voler morire democristiano. Ora che ne ho quasi 60 non vorrei morire renziano. Per questo, anche se non ho ben chiaro dove voglia andare a parare, dico Forza Landini. E sbrigati!

Marco Lorenzoni

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