LA LIBIA, ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA

martedì 10th, marzo 2015 / 19:15
LA LIBIA, ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA
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La Libia è diventata un’arma di distrazione di massa. nessuno vuole nascondere la gravità della situazione, esasperata magari da certe dichiarazioni bellicose di Gentiloni o da quelle farneticanti di Salvini. Ora tutti sappiamo e dobbiamo sapere che il Califfato è alle porte, e la Libia è vicina, come ha ricordato Bersani citando il nostro intervento anche aereo per debellare Gheddafi, un tempo amico intimo della famiglia Agnelli. Allora fu una guerra non dichiarata, oggi siamo quasi al ritiro dei rispettivi ambasciatori, e intanto gli italiani lasciano per l’ennesima volta il suolo libico. e si discute apertamente di un intervento armato, ovviamente sotto l’egida della inutile e costosa ONU. Non è chiaro de una eventuale guerra italo-libica sia diretta contro il Califfato. Se lo fosse sarebbe una guerra persa in partenza. Gli americani bombardano da mesi il Califfato, ssenza ottenere altro risultato che aumentarne l’ambiguo fascino sulle popolazioni arabe. Ma il problema della Libia, problema indubbiamente grave, sembra caduto come un toccasana sui nostri problemi interni. Berlusconi e Salvini si riavvicinano a Renzii, in nome della patria in pericolo. E il resto passa in secondo piano. Non si parla più del colpo di mano con cui Renzi ha cambiato mezza Costituzione in tutta fretta e con un Parlamento semideserto. I Padri della Costituzione impiegarono mesi di lavoro per partorire, dopo accaniti dibattiti /caratterizzati comunque dalla volontà, senza doppi scopi, di regalare agli italiani quella che molti, senza retorica paesana, considerano una Costituzione esemplare- Renzi, con arrogante baldanza, ha pensato di poter fare tutto da solo e con la sua leggermente ridicola voglia di correre, correre sempre, magari per portarci in qualche baratro istituzionale e non solo- Mentre i mezzi di informazione-disinformazione, per dirla alla Pannella, tacciono, una volta tanto unanimi, sul corteo che ha sfilato per il centro di Roma chiedendo per l’Italia quello che le sinistre di sinistra fanno o si accingono a fare in Grecia e in Spagna. Tira aria di regime, anche se Renzi non sembra in grado, almeno per ora di ergersi a novello Duce. La Libia è diventata l’occasione per passare sotto silenzio fatti gravissimi, come le indagini, seppure timidi, di varie Procure sui favoritismi e nepotismi del nostro leader, per dirla in toscano, E pochi, tanto per fare un esempio, vengono a sapere che il giudice che condannò i padroni dell’amianto, non ha ancora trovato il tempo, a distanza di oltre un anno, di depositare le motivazioni della sentenza, la quale, finché non verranno depositate le motivazioni, non è una sentenza, ma un semplice dispositivo, letto in aula per accontentare
alla buona i parenti degli assassinati dall’amianto. E in attesa del deposito delle motivazioni, corre la prescrizione. Questa orrenda piaga di una giustizia che dovrebbe essere riformata,ma guai a chi la tocca. Abbiamo un Parlamento dichiarato illegale dalla Corte Costituzionale, che si concede il lusso di snobbare la Corte, e intanto di massacrare la Costituzione. Forse, diciamo forse, dovrebbe intervenire il Capo dello Stato, garante, come si dice, della Costituzione. Ma di lui sappiamo soltanto che ha fatto il miracolo di andare in Sicilia con un volo di linea invece che con un aereo di stato: prova, questa, di probità nonché, per i soliti maligni, di smaccato populismo abbondantemente propagato dalle tv e dalla grande stampa. Speriamo almeno che Mattarella si ricordi che è lui. A meno che Renzi non abbia soppresso questo principio Costituzionale, il Capo delle Forze Armate, e voglia dire qualche cosa sulla guerra in preparazione. Sarebbe una parola importante, e porrebbe fine, almeno su questo versante, al suo silenzio presidenziale dinanzi allo scempio che si va facendo dei principi di quella che dovrebbe essere la Costituzione più bella del mondo. Fatte le debite distinzioni, la Libia rischia di essere, come il Festival di San Remo o il campionato di calcio, una micidiale arma, appunto, di distrazione di massa.

Fausto Cerulli

 

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