IL CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI, I “FRAMMENTI DI VITA” DI MARIANO FRESTA

mercoledì 11th, febbraio 2015 / 11:30
IL CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI, I “FRAMMENTI DI VITA” DI MARIANO FRESTA
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Sulle pendici dell’Etna nei pressi di una piccola vigna e di un tratturo c’era e c’è ancora un albero secolare, per la precisione un castagno tra le radici del quale l’acqua di un torrentello aveva scavato un percorso diventato ad un certo punto addirittura una strada… Quell’albero è vincolato e la strada adesso gli passa intorno. Si chiama il “Castagno dei cento cavalli”. E “Il castagno dei cento cavalli” è anche il titolo del libro di Mariano Fresta, uscito di recente per le edizioni Effigi di Arcidosso (Gr). L’autore è nome noto ai lettori di primapagina essendo un collaboratore di lunga data. Ma è noto anche perché è stato vicesindaco di Montepulciano negli anni ’90 e soprattutto professore, per 30 anni circa, prima al Liceo Scientifico, poi al Classico della cittadina poliziana e con lui si sono formati decine e decine di studenti.

Il “Castagno dei cento cavalli” non è un romanzo. E’ una sorta di autobiografia per appunti. O meglio per “frammenti” come li chiama Fresta. Frammenti di una vita che, sparpagliati come i pezzi di uno specchio rotto, vengono i qualche modo rimessi assieme con un filo logico, narrativo e cronologico in modo che lo specchio possa ancora fare la sua funzione.castagno fresta

Scritto in prosa asciutta, veloce, come si fa quando si prendono appunti, il libro è di facile lettura, agile e utile. Utile non solo a capire meglio la figura di Mariano Fresta, ma anche e soprattutto il Paese, l’Italia che ha fatto da sfondo alla sua vicenda personale, politica, professionale. Dall’infanzia e adolescenza a Sant’Alfio, nella Sicilia Etnea, fino all’Università, all’incontro con la politica, al’emigrazione, sia pure intellettuale, nel profondo nord (nel bresciano) e poi a Montepulciano, perla rinascimentale e avamposto mediceo in terra di Siena. Terra di cui ha studiato a lungo le tradizioni popolari, contadine e culturali, fino a divenirne uno del massimi esperti. Parla, l’autore, dei suoi maestri, da Fubini a Muscetta, da Pittitto a Uccello, fino a Lucio Libertini, che contribuì alla sua scelta di passare dal Psi al Psiup, nei primi anni ’60.

Parla dei compagni di avventura nella ricerca culturale come Pietro Clemente, Alberto Mario Cirese o Alberto Asor Rosa, ma anche dei familiari in Sicilia, del rapporto non facile con i figli, del ’68 e di ciò che ne è seguito: del Psi, del Psiup, di democrazia Proletaria, dell’esperienza di assessore…  e ogni flash è una istantanea.

Chi ha letto i mio libello “Il vortice” o ha visto lo spettacolo teatrale Bianco Rosso e Nero da cui è tratto, sugli anni di piombo in Valdichiana e dintorni non farà molta fatica a trovare in quel professore che compare ogni tanto sulla scena, quale tratto della figura di Mariano Fresta.  Un professore meno logorroico, ma certamente altrettanto, scrupoloso, passionale del professor Nicola Palumbo, interpretato da Stefano Satta Flores, nel film “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola.

Naturalmente questo libro di Mariano Fresta che è stato, anche in Valdichiana, un protagonista della vita culturale e della politica, attraversando varie formazioni della sinistra non comunista (anzi, della sinistra anche comunista, ma non di estrazione Pci), non chiude la sua esperienza di studioso e ricercatore. Nè manda in soffitta la sua passione politica e civile. Ha solo voluto rimettere insieme i frammenti sparpagliati, il nostro professore. . Il perché lo dice lui stesso: “quando lavoro sono scrupoloso, serio, pignolo concentrato tanto da dimenticare anche le persone care, ma poi consapevole che forse il mio lavoro non avrà nessuna utilità per gli altri, se vedo che è una bella giornata, lascio tutto e mi faccio un giro in bici“. Ecco, forse ha voluto rimettere insieme i frammenti, per la paura che la voglia di lasciar tutto e fare un giro in bici prendesse definitivamente il sopravvento.

Marco Lorenzoni

Mariano Fresta, Il Castagno dei cento cavalli, edizioni Effigi, pagg. 136, euro 14,00.

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