E CHIUSI SI SCOPRI’ CITTA’ SENZA MEMORIA

mercoledì 28th, gennaio 2015 / 19:22
E CHIUSI SI SCOPRI’ CITTA’ SENZA MEMORIA
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CHIUSI – Ieri sera, 27 gennaio, al teatro Mascagni di Chiusi, si è celebrata la Giornata della Memoria. Se di dovesse giudicare dalla partecipazione di pubblico allo spettacolo “Eva” presentato per l’occasione dalla Fondazione Orizzonti e dall’associazione “Noi Giovani” della Banca Valdichiana, si dovrebbe dedurre che Chiusi è un paese senza memoria. O che la memoria l’ha ormai smarrita.

Perché 50 persone per uno spettacolo di qualità, con una attrice nota anche al pubblico televisivo e cinematografico, sono francamente poca cosa. Troppo poco.

La città, insomma non ha fatto una gran figura. E così la ricorrenza della “Giornata della memoria” è passata come una semplice operazione di routine, appuntamento per pochi intimi. Come un qualsiasi spettacolo di una qualsiasi filodrammatica.

Eppure lo spettacolo “Eva” del regista Renzo Martinelli, con Federica Fracassi meritava.

Meritava perché proponeva un punto di osservazione molto particolare sul nazismo, sulla follia hitleriana. Il punto di vista di Eva Braun, la donna di Hitler, nelle ultime ore del Terzo Reich. Le ore che precedettero il suicidio nel bunker di Berlino, ormai assediata dai soldati dell’Armata Rossa… Si può essere d’accordo o no, si può apprezzare o meno la scelta di fornire quel punto di vista, ma la resa scenica è risultata efficace.

Lo spettacolo meritava, perché l’attrice Federica Fracassi si è dimostrata bravissima in quel monologo tetro, allucinato, che ha come unico supporto le immagini di “Via col Vento”, il film preferito della protagonista, con le scene della caduta degli Stati dell’Unione sotto i colpi dell’artiglieria nordista che si intrecciano con le cannonate che scuotono il bunker di Berlino dove Eva si trova…

Insomma un testo ostico, oscuro, con alcune scene anche scabrose e coraggiose che forse hanno fatto storcere il naso ai bempensanti (se ce n’erano in sala), una attrice di grande personalità e presenza scenica. Ma troppo poco pubblico. Perché?

Perché celebrare la giornata della memoria, parlando di Eva Braun è sembrato sconveniente? Può darsi.

Perché ormai anche la Giornata della memoria, come il 25 aprile, è considerata una ricorrenza di routine? Può darsi.

Perché ormai la memoria non è più una virtù? Può darsi…

Perché di iniziative sulla giornata della memoria se ne fanno tante, nelle scuole per esempio. O in Tv? Può darsi.

Perché andare a teatro con questo freddo… Può darsi.

E allora sarà bene che Chiusi (intesa come comunità cittadina) s’interroghi un po’ anche su queste sue cadute di stile. Perché stavolta nemmeno la faccia è stata salvata.

S’interroghi anche la Fondazione Orizzonti e lo facciano pure i giovani di Banca Valdichiana, che avranno capito come non basti organizzare delle cose per avere successo. Per fare breccia nelle coscienze. Per suscitare qualche emozione…

Lo spettacolo non era male. Ma l’operazione non ha funzionato. Purtroppo.

m.l.

 

 

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