GLI ANNI DI PIOMBO IN CASA NOSTRA. LE PRESENTAZIONI DE “IL VORTICE” A CETONA E MONTEPULCIANO, DUE BELLE ESPERIENZE

martedì 01st, aprile 2014 / 12:03
GLI ANNI DI PIOMBO IN CASA NOSTRA. LE PRESENTAZIONI DE “IL VORTICE” A CETONA E MONTEPULCIANO, DUE BELLE ESPERIENZE
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“Mica facile ritrovarsi a quasi sessant’anni a pensare a che cazzo di Paese abbiamo messo in piedi. A pensare se è meglio oggi, nonostante tutto, o fosse meglio allora quando di anni ne avevi 20 o poco più…”  Il mio libro “Il vortice” comincia così. Ma libro è una parola grossa. Lo so da me.  Diciamo…  libello. Riflessione a voce alta, trasposizione su carta di uno spettacolo teatrale. Così va meglio. Perché un libro, un libro vero, è altra cosa… provaCopBaccelli

Già… mica facile… dicevo.   Soprattutto farlo in una sala, anzi in una ‘aula magna’ di un liceo, davanti a 100 ragazzi che 20 anni non li hanno ancora. E se il liceo in questione è uno dei “luoghi del delitto”,  spesso citato nel testo come teatro di episodi anche violenti, di discussioni accese, di lezioni illuminanti,  la cosa si fa ancora più complicata. Il Liceo in questione è il Poliziano di Montepulciano. La scuola che frequentavo io negli anni ’70. Dal ’70 al ’75 per la precisione.  Fisicamente il Liceo Poliziano all’epoca era altrove, nella antica fortezza medicea, sulla sommità del colle su cui sorge Montepulciano. Luogo prestigioso, carico di storia e di suggestioni. Ora è un complessone, un po’ anonimo, a mattoncini, immenso, ma… fuori porta. Tra i prof seduti in sala c’erano compagne di scuola di allora. E anche questo è un dettaglio mica da poco, sul piano delle emozioni e dei ricordi.  E, diciamola tutta e subito: non era affatto scontato che quei 100 ragazzi e ragazze se ne stessero lì attenti per due ore ad ascoltare storie di 40 anni fa, che sono comunque storie di un secolo passato.  Non era scontato che degli studenti trovassero interessante una discussione,  sia pure sul filo dei ricordi, trattati con una certa ironia, non certo da saggio storico, su Brigate Rosse, stragi fasciste, Partito Comunista,  Democrazia Cristiana, Lotta Continua… tutte cose di cui hanno vaga percezione. Se ce l’hanno.

Parole, partiti, figure che i quasi ventenni di oggi  non hanno nemmeno conosciuto. Per loro il “Pc” non è il partito di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer, ma il personal computer (si è capito benissimo quando il sindaco di Montepulciano Andrea Rossi ha citato proprio il Pc-personal computer come l’ultima rivoluzione…Noi, al tavolo, avevamo equivocato,gli studenti  no…). Per quei 100 ragazzi parlare di Berlinguer, Moro o Curcio poteva essere come per noi, nei “seventies”, parlare di Mazzini, Sidney Sonnino o dell’anarchico Bresci…

Insomma, non era facile. E non era scontato. Poteva risultare una mattinata noiosa e astrusa in cui si parlava una sorta di lingua morta… E invece ne è uscita una mattinata molto piacevole, almeno per chi, come me,  si è trovato a raccontare. Perché è piacevole stare in mezzo ai giovani e perché è guardandoli in faccia che capisci se hai costruito qualcosa oppure no, se hai lasciato qualche traccia, magari solo emozionale… E dalle facce non sembravano proprio “spallati”. E forse sentir parlare di bombe e cellule brigatiste a Moiano, di gruppi neofascisti aretini, di scontri di piazza e blitz della polizia a Chiusi, di professori denunciati e pestaggi a Montepulciano, di fughe sul Monte Cetona per sfuggire a presunti colpi di Stato… ha tenuto alta l’attenzione.  Forse anche i ragazzi hanno capito che a volte la storia, la cronaca, vengono a cercarti, a tirarti fuori di casa…

Massimo Giulio Benicchi, docente del Liceo e attore nello spettacolo Bianco Rosso e Nero da cui il testo è tratto e il conduttore  Diego Mancuso si sono ricordati seduta stante che loro all’epoca, nei seventies,  erano nello stesso liceo, ma a Roma e non a Montepulciano. Bella coincidenza.  Riccardo Lorenzetti, prendendo spunto da alcune digressioni del libro o libello sull’Olanda di Krujiff e Neeskens, la prima rivoluzione arancione della storia, ne ha tracciato un profilo degno del miglior Brera. Il giovane assessore Andrea Biagianti, classe ’85, ha fatto da trait d’union tra i giovani di allora e i giovani di oggi con un intervento appassionato a tal punto da non sembrare il giovane Biagianti un dirigente del Pd (non si offenda, è un complimento. E forse vuol dire che nel Pd non tutto è perduto).  La signora Elena Ascenzi Contucci presente perché incuriosita ha ricordato un episodio del ’75, citato nel libro, una manifestazione con rissa alla Cripta del collegio Magnanet per le celebrazioni del 25 aprile. Lei rappresentava nell’occasione il Partito Liberale. Altra sigla preistorica, probabilmente, per la platea. Ma anche dal pleistocene a volte possono arrivare messaggi interessanti… poliziano presentazione 4

Non starebbe a me dirlo. Ma lo dico:  una bella mattinata. Davvero. Della quale ringrazio il Liceo Poliziano, il preside, i professori, gli studenti in particolare e il Comune di Montepulciano che ha partecipato attivamente.

Ed è stata piacevole e “istruttiva” anche la presentazione del solito libro avvenuta la sera prima a Cetona per iniziativa del Comune e della biblioteca comunale di Cetona. Lì il pubblico, numeroso per una presentazione di un libro, era più… stagionato e fatto in maggioranza da gente che c’era negli anni settanta, che era al pezzo, come si dice. E infatti il dibattito non è mancato facendo riemergere anche antiche divergenze di opinione sulla politica e sull’Italia.  Tra chi stava nel Pci e chi in Lotta Continua, per esempio… Un bel parterre tra sindaci, ex sindaci, sindacalisti, militanti di una parte e dell’altra e ancora Lorenzetti a fare da cerimoniere…. Ma non è stata solo una rimpatriata. Grazie dunque anche al sindaco Fabio Di Meo, al Comune e alla Biblioteca di Cetona. 

In entrambi i casi, a Cetona e a Montepulciano, sono stati gli attori Francesco Storelli e Gianni Poliziani a far salire la temperatura leggendo magistralmente alcuni brani del testo… Ringrazio anche loro, naturalmente. Ormai con loro siamo non una coppia di fatto, perché siamo più di due, ma una famiglia allargata sì… Molto in sintonia peraltro. E ci divertiamo anche quando si parla di cose serie. cetona vortice

C’era anche Maria Pace Ottieri, giornalista e scrittrice di professione, figlia di Ottiero Ottieri e nipote di Valentino Bompiani… Anche lei ha scritto di Chiusi, suo paese d’origine. Ha più o meno la mia età, ma gli anni di piombo li ha vissuti a Milano non a Chiusi. Lei era vicina alla linea del fuoco, io, noi, un po’ meno. Ma non eravamo neanche troppo lontani. E questo è ciò che con Il Vortice ho tentato di dire… Che poi ci sia riuscito è altro paio di maniche.

Sabato 12 aprile Il Vortice sarà presentato a Città della Pieve (Palazzo Corgna, Ore 17,00 incontri con l’autore promossi dalla Biblioteca Comunale, introduzione di Andrea Chioni giornalista Rai), il 2 maggio, sala San Francesco alle ore 21,00 a Chiusi, nell’ambito del festival di fotografia “Diaframmi Chiusi”.  Un accostamento che mi piace, perché anche “Il Vortice“, altro non è che una ‘fotografia raccontata’, scritta, di un periodo abbastanza lontano, ma non troppo e di come quel periodo fu vissuto qui in questo territorio da ragazzi che erano bianchi, rossi e neri.

marco lorenzoni

 

Nelle foto: in alto la strage di piazza della Loggia a Brescia (1974), al centro la copertina del libro Il Vortice, e la presentazione al Liceo Poliziano. Nell’immagine un po’ pasoliniana, in bianco e nero, davanti alla fontana di piazza Garibaldi, Maria Pace Ottieri, Riccardo Lorenzetti, Francesco Storelli, Gianni Poliziani e il sottoscritto, poco prima della presentazione a Cetona.  

 

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