CRISI IN VENEZUELA: IL MESSAGGIO DEGLI STUDENTI ALLA NAZIONE

lunedì 17th, marzo 2014 / 12:39
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Gli studenti venezuelani rivolgono un appello ai conterranei, invitando ad informarsi, ad informare e a partecipare alla protesta pacifica, nonostante la repressione. Riportiamo il testo in italiano del messaggio.

Basil, Robert, Geraldine, Juan, Jimmy, Josè Alejandro…

Nessuno di loro ha chiesto di essere un eroe o un martire. Un giorno sono scesi in strada a manifestare  per  il loro paese, e li hanno uccisi. Il Venezuela non li dimentica e per questo stamo qui.

Merida, Carabobo, Táchira, Lara, Zulia, Trujillo, Bolívar, Caracas, in tutti gli angoli del paese continuiamo a lottare. Resteremo in strada fino a quando le nostre richieste non saranno ascoltate.

Non è possibile che dalle prime manifestazioni di Febbraio ci sono stati 1476 arresti. La maggior parte studenti. 33 denunce di tortura: scariche elettriche, pestaggi brutali e violazioni. 21 assassini.

La giunta patriottica popolare e degli studenti non volterà le spalle agli studenti di fronte a questa ingiustizia.

Non accetteremo che a noi giovani ci massacrino perché chiediamo il rispetto dei nostri diritti. Perché vogliamo un paese sicuro, con medicine negli ospedali. Il Regime ha usato la forza e la repressione come mai prima d’ora, cercando di zittire le voci che chiedono giustizia. Ma dimenticano che per quanto detentori del potere, loro sono pochi. Noi siamo milioni.

Il governo ha ben chiaro che ci vuole poveri per poter esercitare il controllo assoluto. Con espropriazioni e minacce all’industria nazionale ha distrutto la produzione interna del paese. Con la corruzione del sistema del tasso di cambio, ci ha lasciato senza possibilità di importazione.

Ora però il governo non si assume la responsabilità del fatto che in Venezuela non ci sono nè cibo né medicine.

Ora i governanti fanno i finti tonti, censurano la stampa perché non hanno nessun interesse a pubblicare la verità.

Non è stato sufficiente comprare e censurare i canali della televisione . In modo autoritario hanno anche soppresso l’unico canale internazionale che trasmetteva la realtà che stiamo vivendo.

Al regime conviene che tu non ti renda conto di nulla, che credi di essere solo, che tu non esprima la tua opinione sui social network per paura di andare in carcere.

Le forze dell’ordine hanno tutti gli strumenti per combattere la delinquenza ma preferiscono prendersela con studenti disarmati. Molti sostengono che abbiamo armi ma non hanno mai mostrato le prime foto e i primi video  della protesta. Perché non è vero che abbiamo armi. È un’enorme bugia, come quella che dice Diosdato (Presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela n.d.a.) nel suo programma televisivo.

Nel video Diosdato mostra la foto in divisa militare di Josè Alejandro Màrquez, uno degli studenti deceduti, spiegando che si tratta di una esercitazione paramilitare. L’immagine successiva mostra l’intervista a una familiare di Josè Alejandro Màrquez che spiega, invece, che quella foto è di un’attività sportiva che risale ad alcuni anni prima. (n.d.a..)

Chi muoverà accuse di diffamazione contro il presidente dell’Assemblea Nazionale? Chi accuserà il governatore di Melia per istigazione all’odio e alla delinquenza?

La Fiscalía ( Procura Generale) ha dimostrato di seguire una linea governativa, che se rivesti una carica governativa, per te la legge non vale. Di fronte a testimonianze, prove di maltrattamento, torture, violazione dei diritti umani di tutti i tipi e assassini di studenti ha preferito fare finta di nulla. Ha preferito incarcerare studenti e dissidenti. Una persecuzione politica coperta dalla più assoluta impunità.

Loro (politici al governo n.d.a.) vogliono che abbiamo paura di scendere in strada a protestare perché, poco a poco, è caduta la maschera, è venuto alla luce che questa non è una democrazia.

Ne abbiamo abbastanza dell’interferenza di altri paesi in Venezuela, che la dittatura cubana metta mano negli affari interni del nostro paese, che la Russia istalli una base militare nel nostro territorio… La sovranità venezuelana va rispettata.

Come possiamo dialogare con un governo che mente, diffama, reprime le manifestazioni con la violenza, viola i diritti umani e civili, assassina i venezuelani.

Abbiamo bisogno di un cambiamento vero. Nessuno restituirà la vita agli studenti uccisi, né ai 25mila venezuelani assassinati nel 2013. Bisogna fermare l’impunità, l’ingiustizia, perché per ogni studente che verrà incarcerato, torturato o assassinato, saremo più di mille a reclamare giustizia.

Vi chiediamo di non abbandonarci, la lotta sarà lunga, però insieme eserciteremo il pensiero. Di questo statene certi. Condividi questo manifesto. Protesta, spiega a tutti perché stai protestando, parla con i tuoi vicini, informali di quello che sta accadendo.

Noi resteremo in strada, pacificamente, perché questa lotta non è solo per gli studenti, o per i dissidenti, o per quelli che la pensano diversamente. Questa lotta è per tutti i venezuelani. Protestiamo per i diritti di tutti. Venezuela, contiamo su di te. Tu conta su di noi. Libertà o niente.

Traduzione Elda Cannarsa

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