NICHEL, PRESUNTI INTERRAMENTI DI RIFIUTI: QUALE E’ LA NORMA E QUALI LE ECCEZIONI?

giovedì 27th, febbraio 2014 / 17:10
NICHEL, PRESUNTI INTERRAMENTI DI RIFIUTI: QUALE E’ LA NORMA E QUALI LE ECCEZIONI?
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CHIUSI –  “Una ex cava e una fornace nel Comune di Vaglia al centro di un traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi. Nell’attività illecita erano coinvolti oltre ad aziende operanti nel settore dei rifiuti, anche imprese edili e di trasporto nonché professionisti”. Questa notizia è stata ‘postata’ questa mattina su facebook  da Stopmafia.blogspot.com.  Vaglia è un comune della provincia di Firenze. In Toscana. Ne compaiono tante di notizie così. Non passa giorno che non ce ne sia qualcuna sui giornali o sui socialnetwork… Non ci si fa quasi più caso. E passa quai inosservato anche il fatto che tali notizie non si riferiscono solo alla martoriata “Terra dei fuochi” in Campania, ma anche alla Toscana, all’Umbria e a tante altre parti d’Italia. La Toscana a dire il vero è tra le più… gettonate.  Che cosa significa questo? Significa che l’allarme lanciato qualche mese fa dal Procuratore Generale Antimafia Roberti (pubblicato anche da Primapagina) sul dirottamento verso la Toscana dei traffici delle ecomafie trova ogni giorno dei riscontri oggettivi. E significa che la Toscana, come l’Umbria, non sono affatto isole felici, ma sono a tutti gli effetti territori in cui certe cose avvengono e avvengono con una certa regolarità.

Da quando, nel mese di ottobre abbiamo sollevato la questione della contaminazione da nichel della falda di Fondovalle, a sud di Chiusi, ci siamo sentiti dire tante volte di stare attenti a non fare allarmismo inutile; ci siamo sentiti dire che vogliamo per forza dimostrare che quel territorio è inquinato; ci siamo sentiti dire che Chiusi non è la Terra dei fuochi; ci siamo sentiti dire che non si possono fare illazioni su presunti sversamenti o interramenti illegali di rifiuti pericolosi senza fornire le prove…

Ebbene, alla luce delle notizie che tutti i giorni popolano le pagine dei giornali, alcuni siti web e i notiziari Tv (mai quelli locali però), ci viene da dire, al contrario, una cosa molto semplice: che queste cose, in Italia, sono molto frequenti, sono la norma. Che lo sversamento o l’interramento illegale di rifiuti,magari nelle cave,  è una prassi consolidata e molto diffusa. Quindi non deve stupire se una parte di territorio risulta contaminata da nichel. E non ci sarebbe da stupirsi più di tanto se venisse appurato che dei rifiuti tossici e nocivi sono stati interrati in qualche cava.

L’inquinamento da nichel è appurato e certificato da Arpat. Non ce lo siamo inventato noi. Ed è appurato fin dal 2008. L’inquinamento (grande o piccolo, pericoloso e meno) è comunque un reato e va perseguito. Il presunto interramento di rifiuti nella cava di Pania (dove si sta costruendo lo stadio) di cui si parlò nel 2006 e di cui si è tornati a parlare di recente anche in Consiglio Comunale non è stato dimostrato. Né sono stati trovati riscontri tali da avvalorare l’ipotesi. Però delle testimonianze e delle segnalazioni esistono. Se non sono state rese pubbliche è solo per una questione di riservatezza, di tutela delle fonti, che è un obbligo deontologico del giornalista…

Ecco perché ci viene da dire che se tutto FOSSE avvenuto, non solo non  ci meraviglieremmo. Ma sarebbe solo la conferma che questo territorio NON PUO’ FARE ECCEZIONE rispetto al resto d’Italia.  Ci viene da dire che se tutto ciò fosse avvenuto sarebbe “nella norma”.  E sarebbe, al contrario, se non fosse avvenuto niente di ciò, solo un colpo di culo. Perché l’andazzo è un altro e perché la posizione geografica di Chiusi, le caratteristiche del territorio, la presenza di vie di comunicazione di facile accesso espongono oggettivamente Chiusi e il territorio circostante a traffici del genere. Lo disse nel 2007 anche il comandante dei NOE di Grosseto, da noi interpellato sulla questione degli interramenti…

La contaminazione da nichel della falda di Fondovalle non si sa da cosa derivi, ma è lì a dimostrare che “qualcosa in quella zona è successo”.  Arpat, Bioecologia e Comune tendono ad accreditare l’ipotesi che la contaminazione dipenda dalla conformazione geologica del terreno…   E’ una delle ipotesi possibili. Ma un’ipotesi improbabile per varie ragioni: 1) il terreno non è roccioso, ma di origine alluvionale e di bonifica; 2) la presenza di nichel registra variazioni e picchi, mentre se dipendesse dal terreno dovrebbe essere più o meno costante… Ma anche se così fosse, l’inquinamento sarebbe comunque un problema e l’area andrebbe comunque circoscritta, segnalata, interdetta agli attingimenti e alle colture agricole… E sarebbe un’ipotesi addirittura peggiore rispetto all’inquinamento da cause industriali. Perché sarebbe ineliminabile, non bonificabile. In tal caso dovremmo conviverci vita natural durante… Nel caso invece di inquinamento industriale potrebbero essere presi dei provvedimenti per limitare i danni e perché il problema non si ripeta…

Quindi cosa vogliamo dire con questo ragionamento? Una cosa sola: che sarebbe più utile per tutti, istituzioni comprese, “andare a vedere”, piuttosto che alzare cortine difensive a prescindere e accusare chi pone i problemi di fare allarmismo e inutili strumentalizzazioni (cosa che nessun ha fatto).

Quando si parla di giustizia, meglio un colpevole libero che un innocente in galera. In questi casi, meglio ascoltare le voci e le segnalazioni a costo di spendere qualche soldo inutilmente per le verifiche, che fare finta di niente e gridare all’untore… Perché poi le zucchine contaminate arrivano sulla tavola di tutti.

m.l.

 

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